"Voi... voi due... cosa?!" disse Ivy, sconvolta.
Micheal e Mark si guardarono negli occhi, sorpresi come non li avevo mai visti. Non dissero nulla, forse non sapendo come comportarsi in una situazione simile. Rimasi in silenzio, rendendomi conto del guaio in cui mi ero cacciato, ma soprattutto del guaio in cui avevo trascinato Luke.
"Ma... ma da quanto tempo? E poi... tu... insomma... com'è successo? Tu... tu non sei..." disse Ivy, cercando di metabolizzare ciò che gli avevo appena detto.
"Nulla di tutto questo è importante adesso, Ivy, ti prego..."
"Beh, che Evans sia stato con te a Roma è importante eccome." si intromise Micheal, che fino a quel momento non aveva proferito parola.
"In che senso?"
"Potresti essere indagato anche tu ora, Jack, non lo capisci? Ti ha messo in un bel casino."
"Non mi importa di queste stronzate. Voglio solo sapere quando potrò vederlo. Vi prego, ho bisogno di guardarlo negli occhi, di parlargli. Lui... lui non mi mentirebbe mai, ne sono certo-"
"L'ha già fatto." mi interruppe Ivy.
"C-cosa?" chiesi, titubante.
"L'ha fatto quando ti ha detto sarebbe andato a Parigi."
Il cuore mi si frantumò in mille pezzi quando realizzai che, purtroppo, ciò che aveva detto era vero.
"Lui... lui... avrà avuto di sicuro una ragione valida." tentai disperatamente di giustificarlo. "Quando è arrivato a Roma era strano, è vero, ma credevo fosse per..."
"Per?" chiese Ivy, invitandomi a continuare.
"Perché l'avevo lasciato e..."
"Ok, ora tu mi spieghi tutto. Perché non puoi uscirtene con una cosa del genere così dal nulla e comportarti come se fosse normale."
"Quindi è una cosa anormale per te?! la interruppi. "Cazzo, non lo capisci?! È esattamente questo il motivo per cui non volevo lo sapessi!"
"Sai che non è quello che intendo, Jack!" mi interruppe immediatamente. "Ma cazzo, lui è il tuo capo! Mi hai sempre detto che lo detestavi! E poi... tu sei sempre stato solo con donne!Permettimi di essere un po' sorpresa, Cristo!"
"Non voglio parlare di noi due. Sinceramente ciò che siamo sono cazzi nostri e di nessun altro. Non ti dirò nulla di ciò che vuoi sapere, e ti prego di non farmi neanche domande a riguardo. Anzi ti... vi prego di non farne parola con nessuno." dissi, guardando anche Mark e Micheal, che mi fecero dei cenni di assenso, come se fosse scontato.
"Ma Jack..." tentò ancora di parlare Ivy, ma la interruppi bruscamente.
"Se non avete altro da dirmi riguardo Luke, io me ne vado." dissi, prendendo la giacca che avevo poggiato poco prima sulla sedia e facendo per andarmene.
"Aspetta." mi fermò allora Micheal, al che mi voltai nella sua direzione.
"Sì?"
"Domani mattina passa in commissariato. Vedrò di trovare il modo di fartelo vedere."
"Oh... ok... grazie." risposi, sorpreso.
Sorrise leggermente, come mettendosi nei miei panni, forse provando pena per me.
"Dove diavolo credi di andare?" disse Ivy, vedendomi camminare nuovamente verso l'uscita. Era ora visibilmente nervosa.
"A lavorare. Se non sbaglio, vengo ancora pagato per questo."
"Dobbiamo parlarne, Jack."
"Ci vediamo stasera a casa." dissi, terminando il discorso e uscendo finalmente dalla stanza.
Tornai al sedicesimo piano e passai tutta la giornata con il capo chino sul mio computer, tentando di recuperare lavoro arretrato per togliermi i cattivi pensieri dalla testa. Ma la verità era che in ogni minuto, in ogni istante, pensavo a Luke. Pensavo a dove fosse, a cosa stesse facendo, a in che cazzo di guaio si era messo. E così, anche se mi fidavo ciecamente di lui, iniziavo a dubitare delle sue parole.
Perché mi aveva mentito sul viaggio a Parigi? Perché doveva incontrare questo Ian? Ma poi, chi era Ian? Il suo ex? Mi aveva lasciato solo a Milano per rincontrare il suo ex?!
Era tutto così dannatamente confuso. E più tentavo di non pensarci, più la mia mente era offuscata da quegli orrendi pensieri.
Quella sera, uscito dall'azienda, durante il tragitto verso la metro, passai, come al solito, di fronte al bar dove mi ero sbronzato la sera del mio primo bacio con Luke. Non nego che ebbi la tentazione di entrare, di bere per stare meglio, per non pensare. Ma poi ripensai a ciò che avevo promesso a Lorenzo. Dovevo smettere davvero, e questa volta definitivamente. Riuscii a resistere alla tentazione e, dopo essere sopravvissuto alla folla della metro delle sette di sera, finalmente arrivai a casa. Che poi, finalmente si fa per dire: sapevo perfettamente ciò che mi aspettava una volta arrivato.
Così, davanti alla porta di casa, feci un respiro profondo e infilai la chiave nella serratura.
"Sono a casa." dissi, entrando.
Ivy era sul divano, coperta da un plaid, abbracciata a Mark. Stavano guardando la televisione assieme.
"Mark... già a casa?" chiesi, sorpreso di vederlo già lì.
"Sì. Finalmente sono tornato ai vecchi orari." disse lui, sorridendo leggermente.
"Jack, hey." disse Ivy, vedendomi. Poi prese il telecomando e mise il muto alla televisione. Si alzò, mi venne incontro e mi abbracciò, senza dire nulla. Rimasi immobile, sorpreso da quel suo gesto.
"Mi dispiace per come ti ho parlato oggi." disse timidamente, stringendosi ancora di più a me.
"Sta' tranquilla." le risposi immediatamente.
"No, davvero, perdonami. Ero solo nervosa perché..."
"Perché?"
"Non voglio vederti soffrire, Jack. Non più. E soprattutto non voglia tu finisca nei guai per quel... quel... non so neanche come definirlo!"
"Ivy..."
"Sì, scusa. So che ci tieni a lui... è solo che l'idea di perderti mi fa star male. Jack, io voglio solo il meglio per te, lo sai."
"Lo so." dissi, staccandomi dalle sue braccia. La vidi guardarmi con occhi dolci, comprensivi. Ma allo stesso tempo avevo ben chiaro cosa volesse.
"Dai, su, tornate a sedervi."
"Mh?" disse Ivy.
"Non volevi sapere tutto?"
Mi sorrise. E così preparammo delle tisane e ci mettemmo tutti e tre sotto le coperte, su quel minuscolo divano dove, effettivamente, in tre ci si stava a malapena.
"Allora... com'è successo?" mi chiese Ivy, bevendo un sorso di tisana. Feci un sospiro, poi iniziai a parlare:
"Credo sia iniziato tutto il giorno del nostro primo shooting. Ho subito intuito ci fosse un certo feeling tra noi, una sorta di... alchimia speciale. Certo, all'epoca non immaginavo fosse un sentimento di questo genere. Ma poi lentamente ho compreso tutto. E beh... non c'è tanto da dire. È successo ciò che non doveva succedere."
"Lo dici perché è il tuo capo?"
"Beh, più o meno. Insomma... per lui uscire allo scoperto sarebbe troppo complicato. Ha paura di perdere tutta la sua credibilità e il rispetto dei suoi dipendenti. È per questo che avrebbe sicuramente evitato relazioni con un membro del suo staff. Ma, come sapete meglio di me..." dissi, intendendo far riferimento alla loro relazione clandestina ai tempi del liceo. "... non si sceglie di chi innamorarsi, ci si innamora e basta."
"Sono davvero contento per te, Jack." disse Mark, visibilmente toccato dalle mie parole.
"Wow. Non capisco solo una cosa. Perché l'avevi lasciato?" mi chiese Ivy.
"Oh... beh... questa è una storia lunga." risposi sorridendo, per poi raccontargli tutto ciò che aveva fatto Jenny."Quella grandissima figlia di-"
"Il concetto è chiaro!" la interruppi, non volendo sprecasse altro fiato per insultare quella donna.
"... l'importante è che alla fine tutto si sia risolto."
Feci un sorriso che, in realtà, si riempì di amarezza al solo pensiero di Luke dietro le sbarre.
"Vedrai che sarà solo un malinteso." disse Mark, comprendendomi, come per rassicurarmi.
"Sì... certo..." gli risposi, anche se ormai non ne ero più del tutto sicuro. Poi tentai di cambiare argomento. "Cosa stavate guardando?" chiesi allora.
"Un film d'azione. Vuoi unirti a noi?" mi chiese Mark.
"No, ti ringrazio. Vado a farmi una doccia, ho davvero bisogno di schiarirmi un po' le idee."
"Ok, d'accordo." disse lui, con tono leggermente preoccupato. Senza dire nient'altro, mi avviai in bagno.

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Just be with me
RomanceSpin-off di "My professor" e "I still love you" La storia continua da dove si era interrotta, ma i fatti da questo momento in poi vengono narrati dal punto di vista di Jack, il quale si innamorerà presto di chi non avrebbe mai immaginato. __________...