Scegli.

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"Passata la sbornia?" chiesi, chiudendo il frigorifero, vedendo Ivy e Mark fare il loro ingresso in cucina, come sempre in ritardo. La notte precedente avevo dormito come non avevo mai fatto. Sapere di essere amato, desiderato, compreso da una persona, era sempre la più bella sensazione che si potesse provare.
"Non è che tu fossi messo meglio." asserì Ivy, strofinandosi gli occhi ancora impastati dal sonno.
"Io almeno non ho sboccato tutta la notte."
"Sta' zitto Jack." mi interruppe Mark, appena arrivato dietro di lei. "Che ore sono?" aggiunse poi.
"Le otto e mezza." risposi, passando loro due tazze di caffè. "Ringraziatemi, l'ho fatto solo per voi due."
"Grazie mamma." disse Ivy, sorridendomi e dandomi un tenero bacio a stampo sulla guancia. Per fortuna Mark era ancora troppo intontito per poter capire qualcosa.
"Credo che oggi andremo più tardi in ufficio." disse, non riuscendo ancora a capire esattamente dove si trovasse né di cosa stessimo parlando.
"I privilegi dell'essere il capo dei capi..." risposi, sbuffando e avviandomi in bagno.
In ufficio fu tutto stranamente tranquillo, finché Jenny non ebbe la grandiosa (si fa per dire) idea di venirmi a parlare poco prima della chiusura.

"Hey, chi si vede." dissi, vedendola arrivare nella mia direzione, con tono ironico.
"Jack, hey." rispose lei, con tono leggermente triste, anche se ormai avevo imparato a non fidarmi minimamente, essendo consapevole di come probabilmente stesse solo recitando. Si appoggiò al piccolo armadietto di fianco alla mia scrivania.
"Cosa vuoi?" le chiesi con tono freddo. Francamente, non vedevo l'ora se ne andasse.
"Volevo solo sapere come stai. Sai, per la questione di tuo fratello..."
"Ascolta..." dissi, sentendomi preso per il culo."...so perfettamente che non te ne frega un cazzo di me. Mi hai solo usato per il tuo scopo, quindi cosa vuoi ancora?" le chiesi, senza troppi giri di parole, innervosito dalla sua presenza e dalla sua finta gentilezza. Lei rimase in silenzio a fissarmi per qualche istante, non sapendo esattamente come rispondere.
"Aspetta, fammi indovinare. Evans non ti si è filato manco per sbaglio e allora sei venuta qui perché hai bisogno di nuovo del mio aiuto, non è vero?"
Distolse lo sguardo, come infastidita.
"Ti sbagli, io e lui abbiamo parlato."
La guardai, sorpeso.

Sta palesemente mentendo.

"E sentiamo... cosa vi siete detti?" le mantenni il gioco, per vedere fin dove si sarebbe spinta.
"Ha detto che prova anche lui qualcosa per me, ma che dobbiamo tenere la cosa segreta perché lui è il mio capo."
"Sì, certo, mi sembra ovvio..." dissi, sarcasticamente.
"Cosa stai insinuando?"
"Nulla, nulla. Credo solo tu stia dicendo un gran mucchio di stronzate."
"E perché mai dovrei mentire?"
"Non lo so, forse perché sei malata!"
"Come fai a sostenere che quanto dico sia falso?!"
"Lo so e basta!"
"C'è qualcosa che non mi hai detto, per caso?"
"Di che diavolo stai parlando?"
"Vuoi davvero continuare a mentirmi in questo modo?!"
"Ascolta, l'unica cosa che so è che tu hai bisogno di farti vedere da uno bravo."
"Tu mi aiuterai, che tu lo voglia o no."
"Mhh, non credo mia cara."
"Lo farai. So essere molto convincente, sai?" disse, in tono minaccioso, facendo scendere la mano fino al mio...
"Ma che diavolo fai?!"
Mi scostai immediatamente, controllando che nessuno ci avesse visti.
"Jack, io so molte cose sul tuo conto, molte più di quanto tu creda." disse, guardandomi dritto negli occhi. La presi per il braccio e la trascinai nell'ufficio di Evans, dove nessuno ci avrebbe potuto sentire.
"Di cosa cazzo stai parlando?!"
Cercai di mantenere la calma, anche se al momento stavo trovando la cosa alquanto complicata.
"Ho visto come vi baciavate sotto casa tua. Dimmi un po', da quanto tempo va avanti questa storia?"
"Non so di cosa tu stia parlando." feci il finto tonto, spaventato dalle sue parole, tentando di evitare il suo sguardo per non tradirmi.
"Smettila di mentire!" urlò.
"Okay, ascolta... ora calmati, per favore. Cosa vuoi da me?"
"Mi hai presa in giro per tutto questo tempo solo per poterlo avere tutto per te! Ma col cazzo che te lo lascio, mio caro!"
"Di cosa stai parlando?"
"Io so tutto di te, Jack. Tutto. Tutto di quello che fai con Evans, tutto del tuo passato. E soprattutto... so quello che hai fatto a Jones anni fa. Violentarla in quel modo, a casa sua, quando era solo poco più che una bambina. E poi sarei io quella malata!"
Gli occhi mi si riempirono di lacrime al solo pensiero di ciò che avevo fatto.
"Sai, chissà come reagirebbe il tuo caro Luke se solo scoprisse la verità."
"O mio Dio, tu non..."
"Gli dirò tutto. A meno che..."
"A meno che?" dissi, nervosamente.
"Lascialo. Adesso. Oggi stesso. Tu lo lasci, io sto zitta."
"Non puoi fare sul serio!"
"Non sono mai stata più seria in vita mia."
"E cosa diamine credi di ottenere in questo modo?!" le chiesi allora, in preda alle lacrime. "Lui non ti ama, non ti ha mai amato e non ti amerà mai! Questo non lo farà di certo cadere tra le tue braccia!"
"Se non posso averlo io, non l'avrai nemmeno tu. Decidi: preferisci perderlo completamente facendogli perdere tutta la stima che prova nei tuoi confronti, oppure lasciarlo e, per lo meno, non sembrare un mostro ai suoi occhi?"
"Non puoi farlo davvero..."
"Mi dispiace, ma te la sei cercata.
Forza, il telefono è lì." disse, indicandomi la cornetta sulla sua scrivania. "O lo chiami tu, o lo chiamo io. Scegli."

Just be with meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora