Tempo

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La giornata, tutto sommato, per Lorenzo fu meravigliosa, e questa era l'unica cosa davvero importante.
Dopo il taglio della torta, la sala iniziò lentamente a svuotarsi. Luke e Monica avevano trascorso insieme praticamente tutta la serata, e anche quando si era fatta l'ora di andare, vennero insieme a salutare gli sposi.
"Bene, noi ce ne stiamo andando." disse Luke, davanti a me, Sophie e Lorenzo.
Si avvicinò poi a quest'ultimo per stringergli la mano.
"È stato un piacere, e mi dispiace se all'inizio non sono stato... come dire... esattamente gentile."
Era leggermente brillo di certo, dal momento che, per quello che lo conoscevo, da sobrio non si sarebbe mai scusato. Oppure semplicemente credeva non valesse più la pena cercare di difendere un mostro come me.
"Sta' tranquillo." rispose Lorenzo, sorridendogli.
Anche Monica congedò gli sposi, poi mi diede due baci sulle guance. Luke, al contrario, non si curò minimamente di salutarmi.
"Permetti due parole?" gli chiesi, avvicinandomi a lui, non sopportando più il modo in cui mi ignorasse.
"Sì." disse, seguendomi in disparte, ma non sembrava affatto convinto della sua risposta.
"Stai bene?" gli chiesi, una volta che fummo soli.
"Come vuoi che stia, Jack?"
Mi guardò negli occhi, come non riuscendo ancora a credere che ciò che avevo detto fosse davvero reale.
"Ok, capisco... uhm... hai prenotato una stanza? Perché potresti stare da noi, se ti va. Mamma ha detto che non è assolutamente un problema-"
"Monica si è offerta di ospitarmi." mi interruppe, con tono freddo.
"Oh... ok..." risposi, non trovando il coraggio di controbattere. "Te ne andrai domani? A che ora hai il treno?" gli chiesi poi.
"Alle nove e mezza."
"Bene, allora ci vediamo in stazione."
"Come?" mi chiese, sorpreso.
"Ho già comprato il biglietto per lo stesso treno."
"Oh, d'accordo..."
"Bene."
"Ciao, Jack." disse, mantenendo sempre quell'aria distaccata.
"Ciao."
Mi avvicinai per dargli un leggero bacio sulla guancia. Ma lui, freddamente, si scostò e tornò da Monica.
"Allora?" mi chiese Lorenzo, vedendomi tornare nella sua direzione.
"Mi detesta."
"Ma dove starà stanotte?"
"Da Monica."
"Oh... ma lo sa che se l'ha invitato a casa sua c'è un motivo?" disse lui, sorridendo leggermente.
"È troppo intelligente per non averlo capito." risposi, sorridendo anch'io. "Ma non mi farebbe mai una cosa del genere."
"Bene. Vuoi un passaggio a casa?"
"Cosa? No, certo che no! Voi non restate qui, stanotte?"
"Sì, volevo solo evitarti lo sproloquio di mamma in auto."
"Nah, è troppo su di giri per poterle importare qualcosa di me." constatai, sorridendo. "E comunque questa è la vostra prima notte di nozze. Farai meglio a non pensare a me." dissi.
"Jack!" mi interruppe Sophie, divertita e allo stesso tempo imbarazzata.
"Questa potevi risparmiartela." rispose Lorenzo, sorridendomi.
"Buona serata, ragazzi." li salutai e feci per andarmene. Mamma e papà erano già fuori ad aspettarmi.
Durante il tragitto verso casa, come potevo immaginare, mamma non fece altro che parlare della cerimonia, del cibo e spettegolare su vecchi parenti che non vedevamo da un pezzo. Solo una volta sotto casa mi chiese che fine avesse fatto Luke, e le dissi che sarebbe stato da Monica.
"Ahh, quella ragazza... sempre così intraprendente, per non dire sfacciata."
"Sta' tranquilla, Luke è impegnato."
"Ah sì? Non ha parlato minimamente della sua fidanzata... che strano."
"È molto riservato." risposi.
"E lei chi è?" mi chiese, incuriosita, mentre papà cercava le chiavi di casa nel suo borsello.
"Una modella francese."
"Ahh, beh certo. Un bell'uomo come lui, non poteva di certo accontentarsi di una qualunque. E poi non è solo bello! Ci ho parlato per poco, ma mi è sembrato davvero molto intelligente e affascinante."
"Sì, lo è." risposi.
"E tu che me l'avevi descritto come un mostro!"
"Cosa?! Non ho mai parlato di lui in questo modo." dissi allora, confuso.
"Ma sì, i primi tempi dicevi sempre che non lo sopportavi."
"Ah, sì, giusto, i primi tempi. Diciamo che è solo molto severo con i nuovi arrivati. E non gli andava a genio il fatto che fossi stato raccomandato."
"Beh, posso capirlo. Sembra davvero un uomo serio ed onesto." constatò, entrando finalmente in casa.
"Sì, ma ora basta parlare di lui. Sono davvero stanco."
"D'accordo tesoro. Buonanotte."
Mi ritirai in camera mia. Mi spogliai, infilai il pigiama e mi rifugiai sotto il caldo del piumone.

Certo che ci vuole un bel coraggio a sposarsi a dicembre...

Accesi il telefono, nella speranza di trovare un messaggio, una chiamata persa, qualsiasi cosa. Ma nulla. Il silenzio più totale. Gli scrissi un semplice: "Sei a casa?", nonostante sapessi non gli avrebbe fatto piacere. Rispose dopo soli pochi istanti.

"Sì. Va a dormire."

Allora decisi di chiamarlo.

"Jack."
"Luke."
"Cosa vuoi ancora?" mi chiese, con tono infastidito.
"Nulla... scusami..." risposi. Gli occhi mi si fecero lucidi di fronte al suo tono glaciale. Non mi aspettavo di certo una risposta piena d'affetto, ma neanche tutto quel distacco.
"Mi hai chiamato nel cuore della notte per nulla?"
"Eri sveglio."
"Non è questo il punto. Cosa c'è?"
"Volevo solo sentire la tua voce, ok?"
"Volevi sapere perché sono sveglio, no?"
"No. Cioè... sì, anche... senti, lascia perdere, non avrei dovuto chiamarti."
"Ascolta Jack. Sono incazzato, sì, è vero. Avrei voluto che mi dicessi tutto subito, invece di comportarti da idiota come al solito. E poi... quello che hai fatto... insomma, vorrei solo mi lasciassi un po' di tempo per pensare, per riflettere. Chiedo troppo?"
"È solo che..."
"Cosa? Solo cosa?!"
"Mi... mi manchi." gli dissi, sinceramente. Una lacrima rigò all'istante il mio viso.
"Buonanotte Jack." rispose lui, chiudendo la telefonata prima che fossi in grado di rispondergli.
Tempo. Voleva solo un po' di tempo. Ma come potevo lasciarglielo, se ogni minuto passato lontano da lui, sapendo quanto mi odiasse, mi uccideva più del precedente?

Just be with meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora