⟣⊱⟢⊰Ritrovarsi⊱⟣⊰⟢

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Vedo mio fratello ancora senza parole e nel più completo silenzio dopo che io e Nina abbiamo raccontato cosa ci è accaduto dal momento dell'Eclissi in casa nostra, quella sera, fino ad ora. Ormai sono tre ore abbondanti che siamo tutti sulle rispettivi imbarcazioni, salpati in fretta da Yale e in rotta nel bel mezzo dell'oceano; Sanji è rimasto sul Polar Tang e sembra essersi ripreso un'ora fa anche se tenuto ancora sotto osservazione da Law e la sua equipe medica.

«Ti prego, dì qualcosa.» lo osservo con uno sguardo in ansia mentre mi mordo un labbro, nervosa. Nina ha la fronte attraversata da una ruga di espressione e Simone alza gli occhi, fissandoli nei miei e ritrovandomi in quel mare di blu che mi ricorda cosa ho fatto a Yale e cosa sono adesso.

«Cosa dovrei dirti... non riesco a credere a quello che ho appena sentito, ti rendi conto di ciò che mi state dicendo e delle situazioni in cui ci siamo ritrovati tutti e tre?!» Si altera un po' ma lo vedo diventare sempre più preoccupato mentre si passa una mano tra i capelli, esalando un profondo sospiro e volgendo gli occhi verso l'orizzonte; siamo tutti sul ponte mentre noi tre ci siamo seduti su uno dei tavoli esterni vicini all'albero maestro.
«Lo sappiamo fin troppo bene, Simo ma secondo te cosa avremmo dovuto fare?!» Ribatte Nina con lo sguardo corrucciato e mio fratello si accascia contro lo schienale della sedia.

«Perciò...» comincia lui dopo un'altra manciata di secondi rimasto in silenzio ad osservare il mare all'orizzonte e il resto della ciurma di Cappello di Paglia è sparpagliato qua e là ad ascoltare la nostra conversazione. «...devo supporre che non avete alcuna intenzione di tornare a casa, vero?» A questa domanda ci guardiamo entrambe, i muscoli delle spalle che si sono irrigiditi e lui emette uno sbuffo d'aria che sembra una risatina incredula.
«Non avevo alcun dubbio...» lui incrocia le braccia e torna a fissarsi su di me. «...quando tornerò... perché tornerò, Sofia, stanne certa... come farò a dire ai nostri genitori la verità? Che tu sei scomparsa nel nulla e non certo perché sei stata rapita.»
«Non puoi, infatti.» gli rispondo secca, con l'espressione più cupa e lui fa appena un flebile cenno con la testa.
«Ovviamente non posso, lo so. La mia era una domanda sarcastica.» passiamo altri istanti in silenzio e stavolta sono io ad emettere un piccolo sospiro, passandomi la mano tra i capelli e spostando una ciocca dietro la spalla.
«Senti, io direi che adesso il problema non si pone, siamo tutti e tre ufficialmente spariti nel nostro Mondo e dobbiamo prima occuparci di capire cosa cavolo sta succedendo, perché ti aveva preso la Marina e che cosa vogliono davvero quelli del Governo da un archeologo di un altro Universo.» quando gli dico questo lo vedo che si fa più grave e scuro in volto e torna ad appoggiare i gomiti sul tavolo, portando le mani a incrociarsi tra loro sotto il mento dopo che si è passato i pollici sulle tempie come a scacciare dei pensieri infidi dalla testa.

«Quello che ti ho detto laggiù non era una finzione per far credere a chiunque stesse ascoltando la nostra conversazione, che volevamo lavorare per loro.» comincia e io resto un attimo senza fiato mentre vedo il resto della ciurma che si avvicina e una presenza più calda si accosta alle mie spalle.
«Stai scherzando?!» Lui scuote la testa molto lentamente.
«No, mi hanno davvero fatto tradurre un mucchio di pagine scritte nelle lingue antiche del nostro Mondo: la maggior parte era latino e greco e una piccolissima parte aveva dei geroglifici impressi sopra. Quelli vogliono sfruttare delle conoscenze astronomiche ed esoteriche per non so quale scopo effettivo, che provengono dalla nostra dimensione...» il discorso che fa Simone fa sbarrare gli occhi a tutti loro che ancora non sapevano ciò che ci siamo detti in quella stanza a Yale. «...e che hanno a che fare con noi. Mi hanno preso perché necessitavano di qualcuno che sapesse tradurre quei reperti che hanno trovato. A quanto sembra, da quello che sono riuscito a capire, hanno scoperto l'esistenza di antichi testi che originano dal nostro Universo e sono tutti scritti in latino, greco e qualcosa trova origine anche nell'Antico Egitto, per questo ci sono dei piccoli ritrovati in geroglifico... ma non solo: volevano averti con me perché hanno capito che in mezzo a tutto ciò esiste una parte scritta in uno degli alfabeti giapponesi e ti hanno spiata, per questo sapevano che tu hai studiato le lingue orientali.» impallidisco quando mi dice quest'ultima parte che in realtà non sapevo perché non era riuscito a dirmela sull'isola.

𝐎𝐧𝐞 𝐏𝐢𝐞𝐜𝐞 || 𝕀𝕝 𝕄𝕦𝕝𝕥𝕚𝕧𝕖𝕣𝕤𝕠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora