Ad un tratto Golia ricomparse e tra un saltello e l'altro guardò dietro le mie spalle ed urlò dalla paura dissolvendosi nuovamente nel nulla...solo che questa volta si lasciò una strana nube nera alle spalle.
Non ebbi neanche il tempo di girarmi che mi ritrovai strattonata e coperta da ciò che al tatto sembrava un sacco in lino,tentai di liberarmi con violenza ma ero bloccata all'interno di quel "coso". Sembravano più persone,uno mi sorreggeva stretta alle spalle e qualcun'altro alle gambe. Li sentivo parlare tra loro.
Si domandavano cosa ci facesse un umana sulla loro terra...sentivo i bambini smettere di giocare controllati da una voce femminile,forse la madre: allontanatevi,fate attenzione.
La gente mormorava tra loro.
Perché vedere un umano era come l'arrivo delle peste?Provai a dimenarmi nuovamente ma erano troppo forti per me. Mi strattonarono scendendo da qualche parte, la luce del giorno sparì. Un cigolio improvviso risuonò,fu lì che mi gettarono a terra. Mi levai l'oggetto di dosso. Ero in prigione.
V:Fatemi uscire di qui!Due uomini mi fissavano al di fuori della gabbia.
Erano entrambi alti e di giovane età con occhi scintillanti ghiacciati, sembravano gemelli... l'unica cosa che li distingueva era il colore della capigliatura folta, il primo era di un biondo chiarissimo come la maggior parte degli Elfi che ho notato precedentemente in lontananza, mentre l'altro li aveva neri come la notte con dei leggeri contrasti quasi sul blu. Il primo osservò il secondo con segno di approvazione e uscì dall'edifico sotterraneo.
Il secondo prese un tronco tagliato che si trovava all'angolo della stanza,lo avvicinò sedendosi di fronte oltre le sbarre,con gambe aperte distese e braccia conserte fissandomi.-chi sei? disse il ragazzo.
V-mi chiamo Vivien,non sono qui per intralciare le vostre vite. Voglio solo tornarmene a casa-.
-Pit. Mi chiamo Pit. E non mi importa ciò che vuoi ma il perché tu ti sia imbattuta proprio qui.
V:mi stavano inseguendo.
P:chi?
V:un venditore.
P:un venditore?perché?
V:ho rubato un Mantello.Pit scoppiò a ridere di gusto tanto da tenersi lo stomaco per non rischiare di esplodere.
Anche se dal fastidio avrei preferito accadesse.
V:puoi farmi uscire di qui?
P:No.
V: perché?
P: dobbiamo ancora decidere che fine farai. Disse con aria strafottente.
Alzò un sopracciglio guardandomi dalla testa hai piedi.
Notai che il vestito si era stracciato oltre la coscia...
P:sei carina. Sorrise.
V:ma che modi sono, chiudi gli occhi non guardarmi!
P:non agitarti non sei il mio tipo.
Mi fissò con aria di sfida.
Poco dopo si alzò andando ad aprire quello che sembrava un piccolo frigo...prese un qualcosa e lo versò su un piatto,dopo di che riempì un bicchiere con del vino, portandomeli.
Li passò da sotto le sbarre.
P:mangia.So che non si accetta nulla dagli sconosciuti ma ho bisogno di questo cibo.
Mi cimentai e senza alcuna finezza incominciai a mangiare quella pappetta putrida.
Mi sentivo strana...non capivo cosa stesse succedendo.
Mi sentivo come se fossi pronta a svenire. Ma non mi importava avevo fame.
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Mixed world
Fantasy"Io sono karagan, movente della guerra" egli guardò i suoi compagni per cercare l'approvazione nei loro sguardi e continuò cercando di scendere a patti con Ethos "cos'avranno mai dei viscidi umani in più di noi,guardaci siamo potenti abbiamo i nost...