Teletrasporto 84

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Quelle emozioni,quella sofferenza erano troppo forti per me, qual'ora la gemma si proscigò,tutta quella forza mi destabilizzò, strinsi il mio medaglione come per sorreggermi,una pesantezza astratta mi schiacciava opprimendo il mio respiro,mi sentí morire lentamente.
Ingenuamente non emessi un suono,ma ripensai bensí alla mia casa,ai miei genitori e a Lucimo.
La mia vista si annebbiò fino ad eliminarsi completamente.
Provai a chiedere Aiuto,ma proprio in quell'attimo sentí una forza spazzarmi via.

Ad un tratto una luce accecante non mi permetteva di aprire le palpebre,
Mi rannicchiai su me stessa,avevo paura e no ne avevo il coraggio.
Il Bagliore si spense,iniziai a stropicciare i miei occhi ustionanti.
L'impatto col suolo non era più lo stesso,era più freddo, più unto...
Poggiai una mano sul terreno.
Non ero più nello stesso posto di prima,il sigillo di Astrokor iniziò a pungere in modo fastidioso, aprí i miei occhi allungando le braccia, grattandomi in modo feroce.

Osservai oltre la vista periferica, tutto questo era familiare,alzai lo sguardo...quello che vidi mi destabilizzò,ero a casa!
Mi trovavo a terra distesa tra il vialetto della mia abitazione.

I miei occhi si riempirono di lacrime, entusiasta mi alzai correndo verso l'entrata urlando: Mamma!Mamma!.

La porta si aprì velocemente,Mia madre era lì bella come il sole,il suo stupore e la sua contentezza mi riempí l'animo.

Ci corremmo incontro stringendoci forte!.

Violet:Non posso crederci, grazie Ethos, grazie! Finalmente ti ha risparmiata,sei a casa amore,come stai? tutto bene?hai mangiato?ti hanno fatto del male!Parla con me figlia mia,dimmi che non è un sogno tutto questo!-Disse mia madre tremando.

Vivien: Tranquilla Mamma sono io.
Sono qui.

Violet:Vieni dentro presto,avrai freddo!

In effetti il sole era oramai calato,l'umidità mista al freddo notturno mi tappò il naso.

Annuì seguendola all'interno.
Giungendo in cucina.

La casa era sempre uguale a distanza di mesi,nulla era cambiato ogni cosa era al suo posto,se non qualche velo di polvere aggiunto.

Violet:Siediti Figlia mia,sono così contenta..
Tuo padre tornerà a breve.
Sarà felice di rivederti.

Osservai l'orologio al lato della cucina,19:55.
Mio padre sarebbe rientrato fra esattamente cinque minuti.
Non vedevo l'ora.

Violet:Come stai?
Che ti è successo?
Dov'eri?

Vivien:Sto bene Mamma,ho così tanto da raccontarti.

Violet:Quel demone mostruoso ti ha rapita! Ma ci vendicheremo in un modo o nell'altro mia cara, ed Ethos ci aiuterà,fidati di me.- Esclamò prendendo delle verdurine da tagliare.

Vivien:No!Tu devi fidarti di me,non è come sembra...
Karagan non è cattivo.
Siamo stati condizionati da racconti megalomani madre!

VIOLET:TU PICCOLA INGRATA,IL MIO COMPITO ERA UNO!CREDI CHE ABBIA PULITO PANNOLINI SPORCHI E CUCINATO PAPPETTE PUTRIDE ANNI,PER QUESTO?

Vivien:Cosa stai dicendo mamma?-Dissi con un filo di voce.

Gli occhi di mia madre erano come usciti fuori di senno,il suo volto si corrugò emettendo un ghigno spaventoso,fra le mani impugnò più rigidamente il coltello col quale stava tagliuzzando le verdure...
Si avvicinò lentamente a me con aria minacciosa.
Senza voltarmi  indietreggiai.

Vivien: perché?-Esclamai
Cosa significa?-Aggiunsi.

Ero in trappola, bloccata dalla colonna portante dietro le mie spalle...la donna puntó il suo coltello alla mia gola.

Violet:SAI PICCOLO VERME,
TU SEI LA CAUSA DI TUTTO QUESTO!
SE QUELLA SGUALDRINA DI TUA MADRE NON AVESSE MESSO AL MONDO UN MISERO IBRIDO COME TE, TUTTO QUESTO NON SAREBBE MAI ACCADUTO E SE NON FOSSE STATO PER LA TUA CURIOSITÀ IO SAREI ANCORA TUA MADRE,CAPISCI?
COSA DOVREI FARE ADESSO?
TU SEI UN PERICOLO PER TUTTI NOI.
TU E TUTTI QUELLI DELLA TUA RAZZA.

Vivien: IBRIDO?-Da lì iniziai a capire tutto...la pietra mi stava chiamando per un motivo,ecco perché non riuscivo a resisterle.

Io ero la Fenice!

Finalmente avevo riacquistato il mio potere. L'auto consapevolezza mi rese furiosa,sentí il mio corpo divampare.
Vidi il fuoco nei miei occhi attraverso le iridi di colei che non sapevo più se chiamare madre,ad un tratto l'odio prese il sopravvento,scaraventai l'arma, urtando il braccio della megera,Afferrandola dal collo.

Violet:BRUCIA!
DEVI MORIRE AFFINCHÉ TUTTO QUESTO POTRÀ TERMINARE,MUORI-urlò la donna cercando di dimenarsi, nonostante il mio potere la tenesse immobilizzata.

Immaginai di stringere il suo corpo, spezzando ogni suo piccolo osso.

Gettò urla strazianti.

Sogghignando Esclamai:
TI SBAGLI MADRE,SARAI TU A MORIRE QUEST'OGGI.




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