Il canto della fenice 96

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Ethos e karagan si riempivano di insulti e provocazioni, tra  i due c'era un ostio indescrivibile.
Nonostante il loro odio,sembrava come se qualcosa li tenesse uniti.
Dai loro discorsi, notai che nessuno dei due aveva intenzione di uccidere l'altro, qualcuno doveva semplicemente calare il capo.
Ma entrambi non ne avevano intenzione.

Ethos:Non mi arrenderò.
Karagan:Devi farlo! È sbagliato.
Ethos:Tu dovresti essere dalla mia parte.
K:Hai preso un posto che non ti appartiene,ti ho retto il gioco per troppo tempo. Non sei un Dio.
Sei solo un angelo.
Non siamo degni di tale nomina.
Tu sei come tutti noi.
Dovresti vergognarti questa terra era nostra,mi hai dannato creando l'ombra. Hai maledetto tuo fratello.
Questa terra era nostra.
Dovevamo solo proteggerla.
Invece tu hai preferito sentirti chiamare Dio, anziché fratello.
Io non ti devo niente.
La tua cattiveria,ti ha reso ressuno.
E adesso la nostra creatrice,La terra sarà lieta di veder morire il suo distruttore.
E: HAHHAHAHA tu non mi ucciderai,mi ami troppo farlo.
Non sai portare odio.
Avrai pietà di me.
Forse hai ragione dovrei cambiare.
K:Allora Fallo.
E:Lo farò HAHAHAH ma in peggio-Esclamò il Finto Dio lanciando un incantesimo buio,potentissimo.
Tanto potente che qual'ora il Re tentò di arrestarlo,il suo stesso incantesimo gli si ritorse contro.
Sentì Golia urlare:LA MORTE SPECCHIATA.
Non capì.
Vidi solo il re cadere giù.
La paura mi pervase.
È morto?-pensai.
Proprio in quel momento, le mie emozioni mi fecero rendere conto che forse quell'uomo mi aveva stregato, non potevo vivere una vita senza di lui, non volevo viverla.
Non era necessario per me, d'altronde non mi mancava nulla,ma io lo volevo,quell'uomo era mio.
Per un attimo mi resi conto che forse dietro tutto quel disprezzo, dietro ogni mia risposta mancata,dietro ogni mia incertezza o dubbio non si celava nient'altro che amore.
Non poteva morire.
Non poteva andare via.
Lui era indispensabile per me.
E io dovevo diglielo.

Iniziai a piangere correndo verso di lui e urlando contro Ethos mentre lui bleffava prendendosi gioco di me.
Tutti si imbestialino assalendo la bestia. Vidi il re riprendersi Una volta giunta sinnanzi a lui.
V:Sei vivo!-esclamai abbracciandolo.
K:Sono immortale mia regina,ricordi?-Esclamò lanciandomi una delle sue solite occhiate provocatorie.
Ci guardammo con gli occhi pieni di sfida odio e soddisfazione sorvolammo i cieli.
Ethos non aveva scampo.
Istintivamente urlai e del vento  bianco inarrestabile si scaraventò sopra il Lucinato,
Accompagnato dal fuoco incandescente del re.
I due elementi si mischiarono riducendo in poltiglia il nemico, oramai ferito ed esausto grazie alla potenza e al coraggio dei nostri amati guerrieri.
Ethos morì.
Il cielo pianse.
I presenti gioirono.
Il popolo era finalmente Libero.



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