LA RUOTA DEL TEMPO

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Mentre Michael dorme pacificamente nella grande stanza della reggia, il suo viso sereno illumina l'oscurità della notte. Prima di lasciare la stanza, mi avvicino a lui e lo bacio delicatamente sulla fronte, un gesto di affetto che racchiude la mia protezione e il mio amore fraterno. Sento un misto di preoccupazione e speranza per il futuro, ma  ho anche bisogno di parlare con mia madre.

Le mie dita, quasi per magia, si posano sulle sue labbra, sfiorandole con un tocco leggero come una piuma. È un gesto intimo, carico di emozione, e mi perdo nel calore della sua pelle. Michael si muove leggermente, e il suo respiro caldo si mescola con il mio, creando un legame invisibile tra noi. Mi appoggio un attimo accanto a lui, chiudendo gli occhi per assaporare quel momento.

La dolcezza del suo respiro mi avvolge come un abbraccio, e in quel breve istante, il mondo esterno svanisce. Sento il battito del mio cuore sincronizzarsi con il suo, e il tempo sembra fermarsi. È come se fossimo soli, al di fuori delle convenzioni e delle aspettative; solo noi due, in un universo che celebra la nostra connessione.

Rimango lì, incantato, finché non sento che il momento deve finire. Con un ultimo sguardo a Michael, mi sollevo in punta di piedi, portando con me il calore di quel contatto, consapevole che, nonostante le circostanze, il nostro legame è una forza che trascende ogni ostacolo.

Indossando una leggera vestaglia, mi dirigo verso la sua camera, il pavimento di legno scricchiola sotto i miei passi. Non bussa; sento che è importante entrare senza ulteriori esitazioni. La trovo allo scrittoio, la penna in mano, intenta a scrivere. La luce di una lampada illumina il suo volto, rivelando l'espressione seria e concentrata.

"Madre," dico, interrompendo il suo pensiero. "Posso parlarti?"

Alza gli occhi, sorpresa, ma un sorriso si fa strada sulle sue labbra. "Certo, Alessandro. Entra."

Mi avvicino e prendo posto su una sedia di fronte a lei, osservando le righe di scrittura che si mescolano ai suoi pensieri. "Volevo chiederti di spiegarmi dettagliatamente i motivi di questo cambio di rotta. Sono felice che stiamo risolvendo la questione in famiglia, ma mi preoccupa il perché di questa decisione."

La contessa, delicatissima ma ferma, posa la penna e si volta verso di me. "Caro, dobbiamo essere chiari. L'amore tra te e Michael, per quanto profondo e sincero, è un amore proibito. Non possiamo ignorare la realtà: il matrimonio tra di voi non è neppure da considerare. Solo il figlio di Amalia avrebbe diritto al titolo, ma senza un titolo alla tua morte, lui sarebbe cacciato dalla casa, esattamente come tua sorella e Pietro."

Le sue parole colpiscono come un fulmine. "Le linee ereditarie, figlio mio, sono crudeli. Tua sorella è una donna e, senza titoli o appoggi, sarà distrutta, esattamente come il bambino che porta in grembo. Se Pietro diventa figlio del conte, salverà tua sorella dall'incertezza economica e sociale. E se il bambino sarà un maschio, prego Dio che lo sia, avrà ciò che gli spetta per nascita e per diritto."

"Ma non posso fare a meno di pensare all'impatto che avrà un popolano divenuto conte," dico, la preoccupazione crescente nella mia voce. "Se ciò dovesse essere concesso dal Re, come sarà percepito dalla nobiltà? Non voglio che la reputazione della nostra famiglia venga macchiata."

La Contessa mi guarda con uno sguardo comprensivo. "Figlio mio, in cinquant'anni ho manovrato nei salotti nobiliari e conosco ogni segreto, dalle balie ai camerieri, fino alle camere nobili degli aristocratici e le loro amanti e i figli illegittimi. La nobiltà è abituata a questi giochi. Il Duca di Savoia è un bravo ragazzo e terrà a freno la corte. Non devi temere per tua sorella."

"E se la gente iniziasse a sparlare?" chiedo, cercando di dissipare le mie paure. "La reputazione è tutto in questo mondo."

"Tua sorella resterà nella nostra villa a Racconigi tutto il tempo della gravidanza," assicura la Contessa con fermezza. "Belladonna sarà con lei, e Pietro dividerà il suo tempo fra il nostro palazzo e Racconigi. Sono certa che nessuno getterà fango su tua sorella. Sanno benissimo chi è la Contessa!"

Vedi, figlio, quanto la storia passata torna sempre a bussare alla porta," inizia la Contessa, il suo sguardo fisso su un punto lontano, come se stesse rivivendo quei momenti. "Il mio oltraggio subito ha dato alla luce una bimba che non ho mai amato perché era il frutto di un atto abominevole. Se fosse stata figlia di tuo padre, non ci sarebbe modo di fare adottare Pietro e farla sposare. Ma il conte non è suo padre, quindi quel terrore che porto dentro è la sua e anche la tua salvezza."Rifletto su quanto mi ha detto, la realtà della nostra situazione si fa sempre più chiara. "Quindi, la soluzione è l'adozione di Pietro?"

"Esattamente," dice ancora con un lungo respiro, il suo sguardo incisivo. "Dobbiamo agire in modo strategico. Non è solo una questione di sentimenti, ma di sopravvivenza per la nostra linea. Dobbiamo pensare al bene di tutti, e non solo ai nostri desideri personali."

Rifletto su quanto mi ha detto, la realtà della nostra situazione si fa sempre più chiara. "Grazie, madre. Apprezzo la tua chiarezza. Farò tutto il possibile per sostenere questa decisione e aiutare Michael a capire."

"Lo farai, Alessandro," dice, e il suo sorriso è pieno di affetto. "Insieme, affronteremo questa sfida."

Ora capisco di aver fatto bene a scrivere a Robert e a rinunciare al titolo ducale, ma mia madre ha bruciato tutto e mi trovo in una situazione di stallo. La guardo, cercando di trovare le parole giuste.

"Madre, non posso fare nulla ora che hai distrutto le mie lettere. Sono bloccato."

Lei, sempre acuta e un secolo avanti, mi risponde con calma: "Non faccio mai nulla di affrettato. Certo, avevo bloccato il tuo intervento perché stavo studiando possibilità con Cavour e il marchese, anche per tuo fratello, il duca di Aosta. Con tuo fratello sistemato, il ducato di Hall ti avrebbe portato ulteriori affanni."

Sento un misto di sorpresa e ammirazione. "Le tue  missive e la tua  rinuncia le ho già inviate in Inghilterra," continua. "Ho bruciato carte falsificate non le tue che ho conservato" sussurra con un leggero sorriso. "Credo che il marchesato di Orange sia un luogo perfetto per la tua vita da aristocratico. Londra è un covo di vipere e un duca italiano avrà difficoltà ad accettarlo. Saresti stato manovrato dalla corte."

"Ma non preoccuparti," aggiunge, un sorriso enigmatico sulle labbra. "Sarai tu e Michael a scegliere dove vivere, ovunque vorrai. Però, mio caro, le rendite e il marchesato  di Orange serviranno per l'avvenire incerto della storia, salverà i Crueppet dalle macerie. E sappiamo bene noi due,  quanto cambierà il mondo fra settant'anni e oltre!"

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