A VEDERE IL MARE

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Il sole è appena sorto, e già il villaggio si riempie dei suoni familiari: il fruscio delle reti gettate in mare, il richiamo dei gabbiani, e le voci basse dei pescatori che si scambiano battute mentre preparano le barche. Michael cammina accanto a me, la sua presenza un'ancora di serenità. Indossa una camicia leggera, le maniche rimboccate fino ai gomiti, e sorride nel vedere i bambini correre sulla spiaggia con le mani piene di conchiglie. L'aria è intrisa di salsedine e del profumo delle alghe portate dalla marea.

Uno dei pescatori si avvicina. È un uomo robusto, con una barba grigia e un viso solcato dal sole e dal vento. Si chiama Thomas, ma tutti lo chiamano "Tom il vecchio". Mi stringe la mano con forza, il suo accento è marcato ma amichevole.

«Buongiorno, Alessandro! Oggi vieni con noi a pescare? Il mare è calmo, e forse avremo fortuna.»

«Buongiorno, Tom. Sì, oggi voglio imparare qualcosa da te. Spero di non farvi perdere tempo.»

«Oh, non ti preoccupare. Qui c'è sempre tempo per chi vuole imparare.» Ride, e la sua risata è contagiosa.

Michael si unisce a noi, portando una cesta con pane fresco e formaggio che abbiamo comprato al mercato. Saliamo su una piccola barca in legno, semplice ma solida. L'odore del mare è più intenso qui, quasi pungente, ma mi piace. Mentre ci allontaniamo dalla riva, Thomas inizia a spiegare come gettare le reti. Io e Michael lo ascoltiamo con attenzione, anche se lui è decisamente più abile di me nei movimenti.

«Alessandro, tira con più forza! Devi sentire il peso della rete nelle mani, come se fosse una parte di te,» dice Thomas, ridendo mentre mi corregge.

«Più facile a dirsi che a farsi,» rispondo, cercando di non sembrare troppo goffo.


Il sole sale lentamente nel cielo, scaldando l'aria e rendendo le acque ancora più trasparenti

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Il sole sale lentamente nel cielo, scaldando l'aria e rendendo le acque ancora più trasparenti. Ogni gesto è una scoperta: il movimento delle onde, il canto lontano dei gabbiani, il sapore del sale che sembra impregnare ogni cosa. Michael mi osserva con un sorriso divertito, pronto a prendermi in giro ogni volta che inciampo nei miei tentativi di sembrare un pescatore esperto.

«Forse è meglio se lasci a me,» scherza, afferrando la rete con una destrezza che sorprende persino Thomas.

«Hai talento, ragazzo,» commenta il vecchio pescatore, battendo una mano sulla spalla di Michael. «Se mai decidi di abbandonare i libri, il mare ti accoglierà sempre.»

«Non penso che Alessandro approverebbe,» risponde Michael, lanciandomi uno sguardo complice.

Dopo qualche ora, torniamo al villaggio con un carico modesto ma soddisfacente. I pescatori ci salutano con calore, e uno dei ragazzi più giovani ci offre una tazza di sidro fatto in casa.

Seduti su una panchina vicino al porto, io e Michael ci rilassiamo, guardando il mare. È allora che vedo Robert avvicinarsi, elegante come sempre, nonostante il contesto rustico. Indossa una giacca leggera, e il suo sorriso ampio illumina il volto.

«Robert! Non mi aspettavo di vederti qui,» esclamo, alzandomi per abbracciarlo.

«Sorpresa, cugino, anzi fratello. Ho pensato che fosse il momento giusto per visitare questo luogo di cui parli con tanto entusiasmo.»

Michael gli stringe la mano con calore. «Benvenuto, Robert. Spero che il viaggio non sia stato troppo lungo.»

«Niente che non possa sopportare,» risponde Robert, osservando il paesaggio con occhi curiosi. «Capisco perché ami tanto questo posto, Alessandro. C'è una quiete qui che a Londra possiamo solo sognare.»

Ci sediamo insieme, e il discorso si sposta presto su Torino e la famiglia. Robert mi guarda con serietà. «Sai, Alessandro, credo che Pietro sia pronto per assumersi maggiori responsabilità. La gestione della casa a Torino sembra quasi naturale per lui.»

Annuisco, le sue parole risuonano con i miei pensieri più profondi. «Anche io lo penso, Robert. Ma lascio che sia il tempo a decidere. E poi, domani arrivano mia madre, Amalia e il piccolo Alessandro. Credo che questo luogo sarà la prova definitiva di ciò che siamo capaci di costruire insieme.»

Michael, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, interviene. «Penso che il bambino amerà questo posto. E forse anche la Contessa. Potrebbe persino apprezzare il fatto che Alessandro ha trovato un equilibrio, lontano dalle pressioni della corte.»

Ridiamo tutti, immaginando la madre che cammina tra i fiori selvatici, commentando il clima o l'aspetto rustico del villaggio.

La giornata si conclude con un tramonto mozzafiato, i suoi colori si riflettono sull'acqua, creando un quadro perfetto. Penso al giorno successivo, al momento in cui vedrò il piccolo Alessandro correre su questa spiaggia, alla possibilità di un futuro in cui la felicità non sarà più un sogno distante, ma una realtà conquistata.

Il villaggio si accende di luci soffuse, mentre l'odore del pesce grigliato riempie l'aria. Cammino lentamente verso il cottage, con Michael accanto e Robert poco dietro di noi. La Cornovaglia sembra averci accolto come una madre benevola, e per un istante mi chiedo se questo luogo possa davvero essere la risposta alle domande che mi tormentano.

«Sai, Alessandro,» dice Robert, rompendo il silenzio, «quando mi hai chiamato fratello per la prima volta, ho capito quanto fossi cambiato. Non sei più il nobile distante che conoscevo. Sei diventato un uomo che sa cosa conta davvero.»

Mi fermo, guardandolo negli occhi. «Grazie, Robert. E tu sei il duca di Hall. È giusto che il titolo sia tuo, e che il nostro legame diventi qualcosa di più forte della semplice parentela.»

Domani porterò mia madre a vedere il mare. Voglio che senta ciò che io sento ogni giorno qui: la possibilità di iniziare da capo.

 Voglio che senta ciò che io sento ogni giorno qui: la possibilità di iniziare da capo

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