Mi appoggio alla scrivania, il cuore che batte forte mentre ascolto Francesco, il mio cameriere personale. Le sue parole risuonano nella mia mente come un eco inquietante. La contessa madre non cambierà mai. Gli intrighi sono la sua vita, e io non posso ignorare il peso che questo comporta.
«La Contessa madre non potrà mai cambiare,» dico a Francesco, la frustrazione che si fa strada nella mia voce. «La sua esistenza è tessuta di inganni e manovre.»
Francesco annuisce, il suo volto serio. «Dovete essere cauto, milord. La vostra felicità è in gioco. E Michael...»
Sento un nodo nello stomaco. Il mio amore per Michael è puro, ma la contessa non lo vede. È convinta che l'amore sia solo un ostacolo, qualcosa da manipolare a suo favore.
Decido di affrontare la contessa. La trovo nel suo studio, circondata da lettere e documenti, il suo sguardo penetrante si alza verso di me. C'è una tensione palpabile nell'aria mentre mi avvicino.
«Alessandro,» dice, la voce carica di autorità. «Hai sentito le ultime notizie? Dobbiamo agire in fretta.»
«Madre,» inizio, la mia voce vibra di emozione, «sono stanco. Stanco di alzarmi ogni mattina e sapere che ci sono altre trame che hai tessuto. Stanco dei viaggi che mi hai costretto a fare, dei maledetti ciondoli che mi hai imposto come simboli di un potere che non voglio.»
Sento la tensione nell'aria, ma non mi fermo. Devo dirlo, devo liberarmi. «Ho visto la storia, madre, e rivivere certi momenti è maledettamente drammatico. Ogni passo che ho fatto è stato guidato dai tuoi piani, e mi hai distrutto. Mi hai distrutto, eppure... nonostante tutto, ti amo. Sarai sempre mia madre.»
La contessa fissa il pavimento, il suo sguardo lontano. «Non pensare che la zia Anna possa riempire quel vuoto,» aggiungo con fermezza. «Rimarrà solo mia zia. Non c'è spazio per altro nel mio cuore.»
La mia stanchezza si tramuta in determinazione. «Ma ora dico basta. È da quando sei piccola che non ti fermi un attimo. Non mi trascinare più, ti prego madre!»
La contessa mi guarda, sorpresa e quasi ferita, ma nel suo sguardo c'è anche una scintilla di comprensione. «Hai ragione. Ma non dimenticare che il duca di Savoia è ora il nostro vero obiettivo. Dobbiamo concentrare le nostre energie su di lui.»
Prendo un respiro profondo, decidendo di rivelare le mie intenzioni. «Ho scritto a Robert. Gli ho chiesto di succedergli come di diritto al titolo ducale. Ho formalmente rinunciato, con atto notarile, al titolo e a ogni prerogativa. Mantengo, però, il titolo di conte, essendo di nascita ed ereditario.»
La contessa mi guarda, sorpresa. «Alessandro, rinunciare al titolo...»
«È una decisione che ho preso con lucidità. Non voglio il potere per il potere. Voglio una vita autentica, e questo significa proteggere Michael e costruire qualcosa di vero.»
Le comunico la mia prossima mossa. «Andrò dal re. Voglio porgergli tutta la mia amicizia e chiedere di ritirarmi nella grande tenuta di Saluzzo, insieme a Michael. Il matrimonio di Amalia avverrà come deciso dal re, nella cappella privata della dimora.»
La contessa annuisce lentamente, accettando la mia decisione. «Capisco. Ma ricorda, ogni mossa deve essere calcolata. Non possiamo permettere che i nostri piani falliscano.»
«Lo so,» rispondo, sentendo una nuova determinazione dentro di me. «E farò tutto il necessario per proteggere ciò che amo.»
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HO DETTO AMORE - Il ciondolo segreto -
RomanceTorino, 1850. Può un amore sopravvivere quando il mondo lo condanna? Può un sentimento bruciare senza essere mai pronunciato? Alessandro Crepuett, giovane aristocratico, ha sempre saputo qual era il suo posto: erede di una famiglia potente, cugino d...