– 20 MARZO 1851
Il tempo scorre inesorabile, eppure stanotte non ha alcun potere su di me. Oggi è un giorno di festa, ma diverso da tutti gli altri.
Michael e io abbiamo deciso di celebrare insieme i nostri compleanni qui, nella tenuta di famiglia a Racconigi, al confine con la Reggia. Il parco è un teatro di ricordi, ogni sentiero racconta storie di un passato lontano eppure ancora vivido. Era il 1925 quando ho camminato qui, osservando cigni che inneggiavano all'amore, e ora, di nuovo nel nostro tempo, mi chiedo quanto tutto sia davvero cambiato. L'Italia è inquieta, il futuro incerto, eppure qui, sotto il cielo illuminato dai lampadari appesi agli alberi, il mondo sembra sospeso.
Michael si avvicina e mi sfiora la mano. Il suo tocco è leggero, quasi distratto, ma so che sente la mia stessa emozione.
«A cosa pensi?» domanda piano, mentre i servitori si affaccendano tra i tavoli e i vassoi colmi di calici dorati.
«A quanto ero sognatore da piccolo.»
Michael sorride, inclinando la testa con quel lampo d'ironia che gli appartiene. «E ora non lo sei più?»
Scuoto il capo con un sospiro leggero. «Abbiamo vissuto più di altri, noi due.» Stringo la sua mano, intrecciando le dita alle sue. «Siamo sognatori intrappolati in un mondo che fatica ad accettarci, ma forse è un bene: abbiamo bisogno di fermarci e stupirci di ciò che abbiamo davanti.»
Mi avvicino al suo orecchio e sussurro: «Ti amo.»
Michael inclina appena il capo, il suo respiro sfiora la mia guancia. «Anch'io.»
Non ha bisogno di dire altro.
*L'arrivo degli ospiti
La conversazione viene interrotta dal vociare dell'atrio, dove la servitù accoglie gli ospiti. Il primo a comparire è Pietro, il marito di Amalia, il nuovo marchese di Francia. Dietro di lui, mia sorella avanza con il piccolo Alessandro tra le braccia, il viso radioso come non l'avevo mai visto.
Mi sfiora il cuore vedere il bambino stringersi a sua madre, il suo sorriso così simile al mio. «Guardalo,» dico piano a Michael, indicando il piccolo Alessandro. «Mio nipote porta il mio nome.»
Michael abbassa lo sguardo sulla creatura, poi mi accarezza il dorso della mano con il pollice. «Un onore che non concederebbero mai a me.»
Mi volto verso di lui, il cuore stretto in un nodo che non riesco a sciogliere. «Se potessi scegliere, Michael, porterebbe anche il tuo.»
Lui sorride, un sorriso piccolo e prezioso.
*Il ballo e la contessa Oldoini
La musica si alza tra le mura illuminate. La sala da ballo si anima di voci e sussurri mentre le dame fluttuano in abiti leggeri, i gentiluomini le guidano con eleganza tra i riflessi dorati delle candele.
E poi compare lei.
La contessa Virginia Oldoini. Un vestito di seta blu, tempestato di pietre scintillanti, che ondeggia intorno alle sue forme snelle. I capelli scuri sono raccolti con frivolezza studiata, ma è nei suoi occhi che si cela la vera sorpresa: profondi, attenti, pieni di una consapevolezza che non appartiene alla sua età.
Michael la osserva con curiosità. «Chi è?»
«La giovanissima contessa Oldoini,» rispondo, con un velo di mistero nella voce. «La stanno preparando per la Corte. Avranno sicuramente dei piani per lei... e per noi.»
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HO DETTO AMORE - Il ciondolo segreto -
RomanceTorino, 1850. Può un amore sopravvivere quando il mondo lo condanna? Può un sentimento bruciare senza essere mai pronunciato? Alessandro Crepuett, giovane aristocratico, ha sempre saputo qual era il suo posto: erede di una famiglia potente, cugino d...