Le onde si infrangono contro le scogliere, portando con sé il suono perpetuo del mare che sembra scandire il ritmo della nostra vita qui. Il sole si alza lentamente, colorando di sfumature dorate il cielo della Cornovaglia. È trascorso quasi un anno da quando sono arrivato in questo piccolo paradiso con Michael, ma oggi il nostro rifugio sembra destinato a riempirsi di volti familiari.Michael è accanto a me, intento a preparare una culla improvvisata per il piccolo Alessandro. Il nostro cottage, pur accogliente, sembra diventare sempre più piccolo al pensiero degli ospiti che stanno per arrivare. «Sarà tutto perfetto,» mi dice, lanciandomi un sorriso rassicurante. «Anche se so che tua madre troverà qualcosa da criticare.»
«Non lo metto in dubbio,» rispondo con un sorriso stanco, cercando di ignorare la tensione che si annida nel mio petto.
Dalla finestra vedo avanzare una carrozza, seguita da una seconda più piccola. Il suono dei cavalli rompe la quiete del mattino. Esco sulla soglia e vedo la figura fiera di mia madre, la Contessa Matilde, scendere con la consueta eleganza. La segue Amalia, che tiene in braccio il piccolo Alessandro, mentre Pietro è impegnato a scaricare un baule dalla carrozza. Dietro di loro, il giovane Duca di Savoia, che non vedevo da anni, osserva con aria incuriosita.
«Figlio mio,» esclama la contessa, scrutando il cottage con un'espressione mista di sorpresa e critica. «Sei riuscito a sopravvivere in questo... rifugio?»
«Madre,» la saluto inchinandomi leggermente. «Benvenuta in Cornovaglia.»
«La gente del posto mi ha accolta come fossi una regina,» prosegue con tono ironico, facendo un cenno verso il piccolo gruppo di abitanti del villaggio che si sono radunati per osservare l'arrivo. «Il mio destino, Alessandro: essere regina in Cornovaglia!»
Amalia mi abbraccia, il viso illuminato da un sorriso. «Alessandro! È passato così tanto tempo. Guarda, ti presento il piccolo Alessandro.»
Prendo il bambino tra le braccia, sentendo una strana emozione invadermi. I suoi occhi vivaci sembrano scrutare il mondo con curiosità. Pietro si avvicina con un sorriso timido. «Sta crescendo forte,» dice. «Amalia lo ha viziato già.»
«È un Crepuett,» rispondo con un tono scherzoso. «Non poteva essere altrimenti.»
Il giovane Duca di Savoia, che fino a quel momento era rimasto in disparte, si fa avanti con passo deciso. «Alessandro, è un piacere rivederti,» dice, porgendomi una lettera sigillata. «Questa viene direttamente da Sua Maestà.»
Prendo la lettera, osservando il sigillo reale. «Grazie, Duca. È passato tanto tempo dall'ultima volta che ci siamo visti.»
«Troppo tempo,» risponde lui con un sorriso. «Spero che avremo occasione di parlare con calma.»
«E così il Re non ti dimentica,» commenta mia madre, con un tono che tradisce una punta di orgoglio. «Forse, dopotutto, il tuo tempo qui non è stato sprecato.»
Amalia sorride mentre accarezza delicatamente la testa del piccolo Alessandro, che dorme tranquillo tra le sue braccia. «Devo dire che Belladonna si è rivelata un'ottima dottoressa. Il parto è stato complicato, ma lei è stata impeccabile. Senza di lei, non so come avremmo fatto.» I suoi occhi brillano di riconoscenza e orgoglio mentre mi guarda.
La contessa, seduta accanto con la compostezza di chi non lascia mai trasparire troppo, coglie l'occasione per intervenire. «La tua salute è certamente merito del medico, ma anche della mia previdenza nel farti avere ogni risorsa necessaria. Vedi, cara Amalia, il rapporto tra madre e figlia migliora quando entrambe si dimostrano all'altezza delle aspettative.» Il tono, pur pungente, è smorzato da un sorriso sottile.
Amalia sospira appena, ma decide di non ribattere. Io, accanto a loro, colgo la tensione e cerco di scioglierla, ma prima che possa intervenire, la contessa sposta abilmente il discorso. «A proposito di aspettative, caro Duca,» dice rivolgendosi al giovane duca di Savoia, «non vedo l'ora di sentire da voi conferme sul matrimonio con la figlia del marchese. Come immaginerete, le nozze sono un evento che seguirò con molta attenzione.»
Il duca di Savoia, seduto con un'aria composta e una leggera nota di imbarazzo, si schiarisce la voce. «Certamente, Contessa. Gli accordi sono saldi e, dopo il matrimonio, il marchesato di Orange passerà, come da patti, a vostro figlio Alessandro, garantendogli la rendita annua stabilita.»
Sollevo un sopracciglio, sorpreso da questa dichiarazione. «Ne parleremo, Duca,» dico con un sorriso diplomatico, lasciando intendere che il discorso non è ancora concluso.
La contessa, con uno sguardo soddisfatto, chiude la conversazione con una delle sue raffinatezze. «Benissimo, allora.« L'atmosfera si distende appena, e il leggero sarcasmo della contessa sembra quasi strappare un sorriso ad Amalia.
Robert arriva poco dopo, salutando con calore tutti i presenti. «Benvenuti, amici miei,» esclama. «Matilde, suppongo che il cottage non sia esattamente di tuo gusto?»
«Robert, mio caro,» risponde la contessa, lanciando un'occhiata critica alla casa. «Non saprei come sistemarmi con tre stanze da letto. Amalia e il piccolo hanno bisogno di spazio, e io... beh, diciamo che le mie esigenze sono leggermente diverse.»
«Fortunatamente, ho previsto tutto,» dice Robert con un sorriso complice. «Sopra il villaggio c'è una piccola villa che ho preso in affitto. È modesta, ma credo possa soddisfare le tue necessità.»
Amalia, che nel frattempo si era seduta su una panca accanto a Michael, annuisce. «Forse è meglio così. Con la balia e i servitori sarà più facile gestire tutto.»
«Perfetto,» esclama la contessa. «Lasciamo che gli uomini parlino dei loro affari e sistemiamoci nella villa. Alessandro, cerca di non distruggere tutto mentre sono via.»
Rido, scuotendo la testa. «Farò del mio meglio, madre.»
La giornata prosegue tra i preparativi e le conversazioni. Quando finalmente rimaniamo soli al cottage, io, Michael, Robert e il giovane Duca ci sediamo accanto al caminetto. La lettera del Re resta sul tavolo, un promemoria delle responsabilità che ancora mi aspettano.
«Alessandro,» dice Robert, rompendo il silenzio. «Hai costruito qualcosa di straordinario qui. Ma sai che non puoi rimanere per sempre.»
Annuisco, il peso delle sue parole che si somma al suono perpetuo delle onde fuori dalla finestra. «Lo so, Robert. Ma per ora, voglio godermi ciò che abbiamo. Domani mia madre potrebbe anche sorprenderci .»
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HO DETTO AMORE - Il ciondolo segreto -
RomanceTorino, 1850. Può un amore sopravvivere quando il mondo lo condanna? Può un sentimento bruciare senza essere mai pronunciato? Alessandro Crepuett, giovane aristocratico, ha sempre saputo qual era il suo posto: erede di una famiglia potente, cugino d...