-Assolutamente no.- Mi risponde lei con tono sicuro. Non posso credere che voglia davvero studiare durante le due uniche due ore che abbiamo per vederci! -Hai scelto di portarmi in uscita oggi e hai lasciato a me tutte le altre decisioni. Io giovedì ho un esame e quindi ho deciso che devo studiare. O torni a casa o studi con me, vedi tu.- È seria, con le sopracciglia alzate e le labbra arricciate. Non sta scherzando e non penso neanche che sia una strana tecnica per flirtare, deve davvero studiare, non ne è dispiaciuta e, anzi, forse spera che io decida di andarmene. Non ha capito niente di me allora.
-Studio con te.- Le rispondo sicuro e a testa alta. Le ci vorrà più di qualche ora di studio per farmi rinunciare. È troppo bella per farla andare a casa senza averla neanche conosciuta. Conosciuta da un punto di vista totalmente fisico, è quello il mio scopo finale. Sì, è quello. Lei non rimane sorpresa dalla mia risposta, non tradisce nessuna emozione e incrocia le braccia in tono di sfida mentre una ciocca di capelli le sfugge da dietro le orecchie.
-Prevedibile.-
-Ah sì?-
-Assolutamente.-
-Forza Miss Arroganza, vai a prendere i libri. È meglio per te che tu sappia tutto.- Le labbra si arricciano ancora.
-Mi stai sfidando?-
-Certo.-
-Bene. Ti aspetta un'ora di procedure investigative.- Dice soddisfatta mentre saltella verso quella che deve essere camera sua. Due secondi dopo ricompare con tre enormi volumi sotto il mento, un astuccio a penzoloni tenuto con un laccio in bocca e un blocchetto di post-it colorati in bilico in una mano. La osservo mentre cerca un modo per chiudere la porta con qualche altra parte del corpo libera. È impacciata e ciò la rende talmente umana e buffa che non posso fare a meno di fissarla sorridendo. Si guarda attorno e corruga la fronte, poi mi guarda accigliata e mi rivolge un terribile sguardo assassino. –Potvesti anche aiutavmi!- Mi rimprovera farfugliando contro il laccio che ha in bocca. Sorrido, la raggiungo e le tolgo dalla mano il blocchetto. Sul suo viso si forma uno strano cipiglio di offesa, gli occhi le si stringono in due fessure azzurrissime, le ciglia le sfiorano le guance rossastre e le labbra s'increspano attorno al laccio. Dio, quelle labbra devono essere buone come caramelle. Sento il sorriso allargarmisi in faccia per colpa della sua espressione buffa, nonostante so che questo la farà arrabbiare di più. Per fortuna ho ancora le braccia alzate, e i miei riflessi non sono niente male, quando mi lancia addosso i tre volumi di investigazione. Quando mi atterrano sugli avambracci emetto un verso strozzato e sento la circolazione fermasi istantaneamente. Pesano un quintale e mi sorprende che lei li abbia trasportati persino fino a qui. Non sono un tipo magrolino, anzi, portarli per me è uno scherzo, ma sentirseli atterrare addosso fa il suo effetto. Lei sorride, soddisfatta del suo atto di protesta, e io mi compiaccio a vederla così fiera di se per così poco. Mi avvicino al tavolo, ma lei mi ferma subito prendendomi il braccio e indicandomi il divano. Non capisco come possa studiare su quel coso, ma la seguo come un bravo schiavo.
-Allora, cosa devo fare io?- Le chiedo aprendo a caso uno dei libri che ho tra le mani e sfogliandolo. I titoli e le parole che leggo mi sembrano solo vagamente famigliari.
-Mi ascolti.-
-Tutto qui?-
-E mi fai qualche domanda.- La guardo con la fronte aggrottata. Come posso farle domande su cose che non conosco neanche io? E come faccio a correggerla se quando mi dice qualcosa sbaglia? O mi sta prendendo in giro o è terribilmente seria e mi aspetta un noioso pomeriggio di procedure legali delle quali non mi interessa assolutamente niente. Sto per dirle tutto questo quando all'improvviso esclama –Allora?- La guardo e vedo che mi fissa con due occhioni luccicanti. In questo modo le iridi sono ancora più grandi e azzurre del solito, risaltate dalla sua carnagione caramellata e dalle lunga ciglia. Il mio cervello si svuota! Rimango a guardarla per un po', cogliendo ogni sfumatura di questa nuova espressione del suo viso. Riesce a sembrare dolce e innocente, ma da ciò che ho visto finora è tutt'altro che ingenua. Mi stupisco della confidenza con la quale mi tratta, ma non sarò di sicuro io a protestare, anzi.
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