Capitolo 20

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28 Novembre

ISABELLE

-Hai deciso di uscire alla luce del sole finalmente.-

-Anche i migliori vampiri devono farlo prima o poi. Ho finito le scorte di sangue.- Le faccio un sorrisino sarcastico e mi trascino verso il frigo. Le mie pantofole della Disney strisciano sul pavimento interrompendo il silenzio creatosi. Riesco a sentire gli occhi di Alex addosso come se fossero raggi laser, di quelli usati per tagliare i vetri, o robe del genere. In realtà non ho fame, ma ho la gola secca e necessito seriamente di un bicchiere di succo.

-Sai che ti staranno tutti addosso oggi vero? E domani, e dopodomani...-

-Sì.- Sbuffo, alzando gli occhi al cielo. -Dov'è Brooke?-

-In biblioteca, le serviva un libro per non so quale esame.- Sento il tono preoccupato, triste e di compassione con il quale mi parla e non so se la cosa mi irrita più perché è lagnoso o perché so che sembro uno straccio. Mi sento stanchissima, come se avessi corso venti maratone, in più ho la schiena dolorante, mal di testa e di capelli –sì, i capelli possono far male- e la mano indolenzita.

-A che ora se ne sono andati gli altri?- Gli chiedo sorseggiando il mio succo. I suoi occhi sono indagatori, mi squadrano da capo a piedi, come a cercare qualcosa.

-Dopo che ti sei addormentata.- La frase ha un punto, ma sento che sta per aggiungere qualcosa. –Tra le braccia di Caleb.- Ecco, infatti, anche se non riesco a capire. Apro meglio gli occhi e guardo il mio interlocutore in modo tale da fargli capire che mi aspetto una spiegazione. È capitato più volte che fosse Caleb a portarmi a letto. Certo, magari non mi sono mai addormentata esattamente in braccio a lui, ma con la testa sulle sue gambe o sulla sua spalla è capitato centinaia di volte.

-Niente, lascia perdere.- I suoi occhi scuri scorrono fino a Eugene, o meglio alla sua telecamera, e poi tornano sulla tazza piena di cereali che ha in mano, guardandola come se fosse una palla di cristallo rivelatrice. Decido di lasciar stare perché, sinceramente, non mi importa. Ripongo il mio bicchiere nel lavandino e mi giro per tornare in camera. Devo quanto meno avere una parvenza di decenza quando arriveranno gli altri, non voglio sembrare una damigella in pericolo. Faccio a tempo a fare solo un paio di passi prima di sentire un fruscio alle mie spalle e un dolore lancinante al polso. Mi salgono le lacrime agli occhi e non riesco a non farmi sfuggire un urletto. Subito Alex mi lascia e io rimango immobile. Mi gira attorno, poi mi prende la mano destra e la alza, facendo il modo che la manica del mio pigiama scivoli lungo il braccio. Alzo lo sguardo a vedere ciò che lui sta fissando con occhi sgranati. Quattro lunghe dita violacee sono chiuse intorno al mio polso, nitide come se fossero tatuate e doloranti come se un elefante vi fosse atterrato sopra. Con la mano libera mi asciugo gli occhi. –Oh Belle!- È l'affermazione che esclama il mio amico dal viso cereo. Tolgo la mano dalla sua presa e tiro di nuovo giù la manica, fino a coprire il livido. Lui mi si getta addosso stringendomi in un abbraccio ricco d'amore e dolcezza. Ho sperimentato poche volte di persona l'Alex dolce, ma questo abbraccio mi serviva proprio, anche se so che non deve durare troppo, altrimenti finirei per farmi prendere dai sentimenti, per piangere e questo non va bene.

-Non è niente.- Sussurro contro al suo petto.

-Dovevamo ammazzarlo quel bastardo!- Lo sento stringere i pugni alle mie spalle.

-No. Sto bene Alex.- Mi sciolgo dall'abbraccio e lo tengo per le braccia mentre lo guardo negli occhi. -Se lo aveste toccato sareste finiti nei casini. Va bene così.- Sparo di convincerlo a non fare quello che so ha in mente di fare. Se fosse solo per Bryan allora non li fermerei di certo, anzi, sarei io a vendicarmi in prima persona, ma ora che so cosa c'è dietro... non posso più farlo. Non posso far rischiare la vita alle persone a cui tengo e neanche a quelle stupide e inutili come Bryan.

E se non volessi innamorarmi di te? || 1# Fairy-Tale Love Serie [da revisionare]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora