Capitolo 51 pt. 2

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-Te lo giuro non credevo che tra voi ci fossero questi problemi. Se solo lo avessi saputo...- Cerco di giustificarmi, ma la sua espressione sembra solo arresa.

-Non avresti dovuto intrometterti a prescindere.- Dice alzando la voce. -Ciò che succede tra me e la mia famiglia non è affar tuo Derek. Non lo è. E non avevi alcun diritto di portare il tutto davanti alla telecamere. Ora lo sanno tutti. Tu non puoi neanche immaginare in che casino ci hai messi Derek.-

E' distrutta, lo si vede da come inarca le sopracciglia e arriccia le labbra e da come la sua pelle solitamente abbronzata e del colore caramello, è ora di un bianco innaturale per lei. E' distrutta, ma non piange neanche.

-No, non lo so Isabelle, e mi dispiace davvero tanto, ma ti prego, torna. Ti prego. Sistemeremo tutto.-

La sto pregando di tornare, mi metterei in ginocchio se fosse necessario. Non può davvero mandare tutto a puttane per questo errore.

L'attesa della risposta è una tortura. La gente che ci fissa, i bisbigli che passano tra la massa, la tensione di coloro che stanno aspettando come me che lei mi dia una risposta. Abbiamo dato spettacolo con le nostre voci alte, abbiamo attirato sguardi e attenzione e ora tutto il gate vuole sapere se i due pazzi dell'aeroporto avranno un lieto fine. Non tutti sanno chi siamo, non tutti vedono il programma, ma in fondo a nessuno interessa questo, la speranza dell'amore è l'unica cosa che può attirare ogni essere umano ed è la cosa che ci fa sentire ora come al centro di un palcoscenico.

Ma io i volti non li vedo, i sussurri non li sento, o forse faccio solo finta di non sentirli, perchè ogni mio senso è sull'attenti solo per lei, in attesa del suo di bisbiglio, del suo di sguardo.

-Isabelle... ti prego.- Ripeto per l'ultima volta.

-Io... Io non ce la faccio più Derek.- Schiude infine le labbra ,lasciandomi morire dentro. Ma poi continua. -Non è solo per oggi, per questa situazione, ma per tutto il resto. Io... io ti amo.- Il cuore mi manca un battito e, dalla faccia che fa, anche il suo. Si porta una mano alla bocca, coprendosela, come se avesse detto una cosa che mai avrebbe dovuto farsi scappare. Le guance le diventano rosse. -Oddio, lo ho detto.- Dice sorpresa e sorride, quasi ridacchiando.

Io non capisco, il mio cervello è come se non connetesse, se non riuscisse a capire che lo ha detto, a me. Lei mi ama. Lei mi ama e io la amo e la sto per perdere.

-Io, sì, ti amo. Non volevo ammetterlo neanche a me stessa, ma ti amo.- Riprende seria e risoluta. Ogni volta che lo ripete quelle due parole mi entrano meglio nel cervello e si insinuano tra il mio ego e la mia parte più sensibile.

-E questo mi rende debole, fragile, distratta. Io non sono così. Mi fa venir voglia di urlare, di prendermela col mondo, ma non ci riesco, perché ti amo, e questo mi fa arrabbiare ancora di più. Quando sono con te il petto mi esplode e lo stomaco è sotto sopra e quando penso a te, Dio Derek, non ci capisco più niente, il cervello va, bho, non lo so neanche io cosa fa. Da quando ci sei tu io non mi riconosco più, la mia vita non è più la stessa. Passo il mio tempo a pensare a te e così vivere è... impossibile. Mi chiedo se adesso sarei in grado di vivere senza di te, se ora sarei in grado di cancellarti dalla mia vita, ma poi tu sei lì, nei miei pensieri, che mi guardi, mi sorridi, ti scompigli i capelli e... e... e non so, io ora mi sento una stupida per esserci cascata. Dopo tutti gli anni che ho passato a difendermi da tutto e da tutti tu sei semplicemente arrivato. Sei arrivato e tutta la mia fatica e il mio lavoro mi sono crollati addosso. Il mio cuore si è abbandonato e ora, per la prima volta nella mia vita, non è più solo mio, ma è completamente e totalmente devoto a te. Quindi Derek io non posso rimanere, perché se non fossi io, ma fossi una ragazza diversa, una di quelle che passano sopra all'orgoglio, allora ti supplicherei, ti direi "scegli me, ora. Amami. Scegli me perché sono io quella giusta. Scegli me perché io ti amo e nessuna potrà mai amarti quanto lo faccio io". Ma io non sono una di quelle ragazze Derek, lo sai che non lo sono, quindi io devo solo andare. È l'unica possibilità che ho di far sopravvivere il mio cuore, di dargli una speranza, di far si che non venga distrutto quando tu non mi sceglierai.-

Le scappa una lacrima, a me sprofonda il cuore.

E' una logica così stupida! Io voglio sceglierla, io voglio lei. Voglio solo e unicamente lei.

-Isabelle...- Dico, come a voler raccontare tutti questi miei pensieri, ma mi fermo perchè, in fondo, non posso. Lo ho promesso a mio padre. Non posso, non ancora.

Lei mi sta fissando con aspettativa. Tutto intorno tace, ma la mia testa la riascolta come un disco rotto: "scegli me".

-Isabelle torna.- E' l'unica cosa che riesco a dire. No, è l'unica cosa che posso dire. Non voglio mandare tutto a monte.

Mi guarda delusa. -Non posso.- Abbassa lo sguardo.

Si sente un rumore, come il suono di un avviso. Mi volto e vedo che il passaggio per andare all'aereo si è appena aperto mentre una signorina in divisa aspetta che i passeggeri le passino biglietto e documenti. Anche Isabelle è voltata a guardarla.

-Devo andare ora.- Dice afferrando il borsone. -Riprendi Angelina, Derek, Spencer non ti merita.- Fa un sorriso appena accennato e va verso la ragazza voltandomi le spalle. Le passa i documenti.

Mi sento così impotente e combattuto e stupido. Cosa devo fare?

-Ma Isabelle...- Dico disperato nell'ultimo tentativo di fermarla. Si volta e mi sorride, poi si incammina con Eugene nel corridoio che porta all'aereo.

Faccio dei passi avanti e non riesco a fermarmi.

-Isabelle!- Le urlo dietro stupidamente, ma lei non si volta.

-Signore qua si deve fermare. Deve mettersi in fila per poter salire.- Sento solo la voce della guardia, i miei occhi son sulla telecamera che sta scomparendo dietro l'angolo. -Signore non può.- Un braccio mi blocca poggiandomisi sullo stomaco. La telecamera scompare e io mi riprendo e guardo l'uomo. Sarà sulla quarantina, grosso e possente, gli occhi rotondi sembran quasi dispiaciuti, ma non ci giurerei.

-Sì. Sì, lo so.- Dico risoluto e faccio un passo indietro. Mi guardo attorno, un po' stordito, un po' confuso. Non riesco ancora a capacitarmi di quello che è appena successo. La gente mi fissa e non capisco. Sento tutto il brusio e i rumori dell'aeroporto, l'odore di chiuso e di plastica e di moquette impregnata di troppi addii.

Sospiro e mi metto le mani in tasca, poi mi incammino verso il corridoio dal quale sono arrivato. Non sento nulla, non provo nulla. Son solo un fantasma che cammina tra la folla, un qualcuno di cui nessuno si accorge, a cui nessuno fa caso. E resto in questo stato catatonico anche mentre sento le urla di Paul e mentre mi avvio con loro al comioncino.

E' davvero tutto finito così? Tra un "ti amo" e la codardaggine di parole non dette?


E se non volessi innamorarmi di te? || 1# Fairy-Tale Love Serie [da revisionare]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora