09 Febbraio
ISABELLE
Ho perso una scarpa inciampando e ora sotto il piede sento il freddo cemento puntellarmi la pelle con i suoi sassolini appuntiti, eppure il mio cervello è impallato mentre guardo le mani di Wallace strette ai miei polsi.
Il ricordo della sera in quel locale con Bryan e ancor prima quello di ogni volta che papà teneva in questo stesso modo mamma, entrano nel mio cervello con la forza di un'onda anomala che si abbatte su una città di grattaceli.
Come se non stesse succedendo nulla, con il cuore che al posto che accelerare si ferma, la mente che si svuota e l'adrenalina che resta bloccata nelle mie vene, io resto immobile a fissare le lunghe dita dalle unghie corte e smanciucchiate, che scavano solchi nella pelle caramellata delle mie braccia, come se il tempo si fermasse.
-Isabelle!- Sento urlare da lontano, la voce sembra quella di Caleb.
Al pari di venir risvegliata da un sogno ad occhi aperti, mi riprendo e mi volto di scatto verso il punto dal quale mi son sentita chiamare. Torno a guardare le mani di Wallace su di me, ora con la mente lucida e l'adrenalina che ha ripreso a scorrere.
Ci metto un secondo a collegare le cose, ma il mio cervello ora è sveglio come mai, alcool e ricordi sono spariti dalla mia mente come se mai ci siano stati. In attimo la mia sigaretta è schiacciata contro il suo polso, con la cenere che cade e il tabacco incandescente che gli preme sulla pelle emanando fumo grigio topo e odore di carne bruciata.
Urla e subito le mie mani sono libere.
-Puttana!- Urla con rabbia contro di me mentre si afferra il polso dolorante e ci soffia sopra come avesse un fuoco acceso intorno alla mano.
-Isabelle!- Sento urlare di nuovo.
-Cal!- Rispondo io.
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DEREK
-Isabelle!-
-Cal!- Sento urlare dalla voce della mia ragazza. E' lontano, ma lo sento. La voce sembra spezzata, il tono è stanco e pare agitato. Non so per quale motivo stiano urlando, ma la disperazione che ne traspare mi spinge a correre più veloce. Evidentemente non sono più vicino alla confraternita dove c'è la festa, dove mi trovo io ora.
Poco fa ho chiamato Brooke, e so che non avrei dovuto perchè è sua amica e mi avrebbe pur sempre potuto raccontare una bugia, ma lei patteggia per me, lei è della mia parte. Lei vuole che io e Isabelle stiamo insieme. Ho puntato tutto su questo, per poter sapere dove fossero quando a casa sua nessuno rispondeva al citofono.
Corro a perdifiato.
-Isabelle!- Urlo anche io, ma nessuno mi risponde.
Passa qualche secondo, in cui mi giro a vuoto guardandomi intorno. Vedo gli alberi sfrecciarmi davanti, le auto passarmi a fianco e sento la musica in lontananza, ma nulla che riguardi la mia Belle. Fino a quando un altro urlo non mi blocca:
-Cal no!-
E' la sua voce, affranta, e proviene da... sinistra. Là infondo, vicini i cespugli.
Se quel coglione la ha toccata lo ammazzo. Lo ammazzo!
Corro, finché non inizia a farmisi più nitido ciò che ho davanti: Caleb tiene Belle per le spalle e lei poggia le mani aperte sul suo petto, come a volerlo cacciare via. Ha il vestito alzato sulle cosce nude e capelli spettinati in maniera tutt'altro che volontaria.
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