Capitolo 16 pt. 2

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DEREK

-Sì mamma, ci sarò. Sì, non ti preoccupare.- Con la sua voce dolce mi chiede se ho intenzione di portare qualcuno e i miei pensieri corrono subito a Isabelle, alle sue labbra, ai suoi capelli, alla stupenda espressione di stupore e felicità che aveva ieri dopo la mia dedica. Quel sorriso è valso più di cinquanta baci.

-Derek ci sei?-

-Sì, mamma, scusa, comunque no, non porto nessuno.-

-Oh... okay.- Sento la delusione nella sua voce, ma cosa si aspettava? Che portassi in casa una delle ragazze? Non può neanche immaginarsi cosa potrebbe significare, che casini uscirebbero. –Neanche al ringraziamento? Ci piacerebbe conoscere qualcuna di quelle ragazze.- Insiste, facendomi sbuffare.

-No, neanche al ringraziamento.-

–Okay.- Ovvio, ci è rimasta male! Per uno che ritiene le ragazze troppo complicate e che non voleva una relazione a nessun costo, devo dire che ho fin troppe donne di cui preoccuparmi ora. -Allora ti aspetto per le sei emmezzo, non tardare.-

-Sarò puntuale.-

-A stasera piccolo.- Alzo gli occhi al cielo. "Piccolo", a volte mi chiedo se si ricorda che ho vent'un anni o se pensa che ne ho ancora dieci. –Ti voglio bene.-

-Anche io. A stasera mamma.- Chiudo la chiamata e tiro un sospiro, senza sapere di preciso il perché. Ho sempre avuto un buon rapporto con i miei genitori e sicuramente la mia infanzia è stata felice, mi piace chiamare i miei almeno una volta a settima e il legame che ho con i miei fratelli, anche se non li sento molto spesso, ma quando mia mamma organizza queste cene di famiglia non posso che sentirmi un po' agitato. Se papà e Conrad parlano di lavoro, Pamela subito si interessa, e la cosa che mi meraviglia di più è che ormai capisce già tutto di leggi, metodi investigativi, e di altri argomenti dei quali io non conosco neanche il nome. Io, invece, non centro niente col loro mondo. Non posso partecipare a certe conversazioni e, considerando che mia madre per la maggior parte del tempo resta in cucina a riempire o lavare i piatti, io non posso fare altro se non sentirmi la pecora nera della famiglia e farmi i fatti miei. Non che mio padre o i miei in generale mi abbiano mai fatto pesare la mia scelta, ma cazzo, sono io che non riesco a non pensarci a volte.

-Senti che voce da femminuccia che ti viene quando parli con la mammina.- Dice qualcuno alle mie spalle, che so per certo essere Lucas. Mi giro per vederlo in faccia e lo trovo in boxer, appoggiato col fianco allo stipite della porta di camera mia e con le braccia incrociate, come se fosse in posa su un set fotografico. Lo squadro bene.

-Sai che non mi devi rimorchiare vero? In genere preferisco che le persone con il pene siano vestite.-

-Peccato, speravo ti farti eccitare, ma è vero che ormai tu hai occhi solo per la bionda.- Entra in camera e si siede di fianco a me sul letto.

-Ma se ti vestissi prima di salire sul mio letto?-

-No, sto comodo così.- Si sdraia, occupando buona parte del materasso. In genere non mi irrita il vederlo nudo, anche perché ci sono abituato, dato che lui passa la maggior parte della sua esistenza nudo, ma il fatto che sia sul mio letto non mi fa esattamente piacere. –Allora, oggi sei a cena a casa dei tuoi?-

-Già. Cena di famiglia.- Mi alzo e inizio a piegare un paio di maglie che nei giorni passati ho lanciato sulla scrivania. –Mia madre voleva che portassi qualcuno con me.- Gli confesso. Lui si porta le mani dietro la testa, nel modo più sereno e naturale possibile, come ciò che ho appena detto sia sensato e si aspetti solo di sapere chi ho intenzione di portare. Notando il mio silenzio abbassa gli occhi, fino a portarli su di me.

E se non volessi innamorarmi di te? || 1# Fairy-Tale Love Serie [da revisionare]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora