La cantilena

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La persona all'interno della stanza stava danzando.

Danzava da sola.

Lentamente.

Teneva le braccia come se fossero protese verso quelle di qualcun altro, anche se non c'era nessuno lì dentro, oltre lei.

Aveva gli occhi chiusi, si muoveva a memoria nel buio. E cantilenava qualcosa.

Poi si fermava, di colpo. Si avvicinava alla grande parete colma di fotografie di ragazze. La contemplava, con riverenza.

Erano tutte le vittime.
Le immagini erano angoscianti. Le stesse che aveva visto Lyla quando era stata in quel posto.

<<Stiamo andando bene, vero?>> disse la figura, parlando con se stessa <<siamo bravi, vero? Siamo così bravi. È un disegno grande; è un disegno così grande... ma noi siamo bravi.>>

Si sedette sul pavimento, si portò la testa tra le mani, poi alzò gli occhi e tornò ad osservare la parete.

Il suo sguardo si posò sulla fotografia al centro, la più grande. Quella di Gloria Stewart, la prima vittima. La ballerina uccisa nel 2003 a Virginia.

<<Nelle notti più scure troveremo il nostro posto, sì. Tutto avrà un senso, poi. Dovremo camminare ancora a lungo, intanto. E lui dovrà pagare il prezzo stabilito.>>

Si fermò, poi si voltò e fece alcuni passi lungo uno stretto corridoio.

<<Vuole sempre di più, ma è questa la grandezza. Non ci sono limiti. Il pennello andava su e giù. Giù e su. Su e giù, giù e su. Potrei dipingere anche te, stanotte. Potrei farlo davvero, oh sì. Pensi che stiamo facendo un giro troppo largo?>>

Si era fermato di fronte a un tavolino in plastica, di quelli pieghevoli.

Sopra, proprio nel mezzo, c'era la testa di una ragazza.
La pelle morta del viso era ricoperta da un trucco bianco e pesante e dalle labbra sottili strabocca un rossetto eccessivo, che le colorava di un rosso violento, pauroso. Il suo sguardo vuoto lo fissava.

<<Pensi che stiamo esagerando? Tu non eri in programma. Mi dispiace così tanto. Non avrei dovuto farlo anche con te. Ma possiamo tenerlo per noi, d'accordo? Sarà il nostro piccolo segreto.
Non lo diremo a nessuno, e soprattutto non lo diremo ai nostri amici. Tu mi capisci, non è vero?>>

Si alzò. Camminò con enfasi all'interno di quell'altra piccola stanza, fece un giro intorno al tavolo e poi si sedette di fronte a quella testa.

Si avvicinò alle orecchie della ragazza e riprese con la cantilena.

Eravamo due, tre e quattro.
Camminavamo in mezzo al fuoco
Di tanti anni fa

Ricorda il tuo disegno, la maestra si arrabbierà
Pensavi di esser perso
Poi il maestro arrivò

Negli occhi fiamme, tante fiamme
Gemello di Van Gogh
Artista rosso sangue
E male più non ho

Si bloccò per un istante, poi si avvicinò ancora di più all'orecchio sinistro che sporgeva dalla testa decapitata.

Spalancò gli occhi e riprese a cantare, sottovoce ma con più enfasi di poco prima.

Quando correranno, correranno
Correranno nella valle di fuoco
Respireranno il fumo dell'incendio
E poi moriranno

E allora saremo soli
Nella valle dei re
Saremo salvi
Vieni con me

Si fermò.

Guardò ancora quel volto pallido e vuoto che era immobile di fronte a sé e poi continuò, senza che nella sua voce si potesse riconoscere alcunché.
Nessun tono, nessuna emozione.

<<Vieni con me. Vieni con me. Vieni con me.>>

La ballerinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora