Una passeggiata insieme a Marianne, mano nella mano. La condivisione di un amore che avrei voluto potesse durare per sempre. Non chiedevo altro, alla vita. Soltanto quei giorni in due. Stagioni a rincorre stagioni, ed io accanto a lei. A innamorarmi di lei ogni mattina.
Il gelo della lama del coltello premeva contro la mia gola, paralizzandomi. Non avevo paura di morire, e ne ero sorpreso. In quel momento, faccia a faccia con Christopher Dwight, sentivo che non era per me stesso che ero terrorizzato. Lo ero per la consapevolezza che avrei potuto non vivere altro tempo accanto a Marianne.
Era tutto lì.
Ma come avevo potuto?
Come avevo potuto lasciare che lei scivolasse in secondo piano, in passato? Adesso, di fronte alla fine, quella verità era l'unica cosa a brillare in me. Potente, mi accecava e continuava ad annullare la paura che invece avrei dovuto provare, scarnificandola.
<<Che cosa vuoi, Christopher?>> domandai, sottovoce.
Lui non rispose e si spostò alle mie spalle.
<<Cammina>> sussurrò, senza abbassare il coltello.
Era buio ovunque intorno a noi. Mi mossi lentamente, nella direzione verso la quale il gemello di Ray voleva che procedessi, al di là del treno, oltre quell'ultimo binario.
<<Christopher>> provai a dire, cercando di rimanere calmo, il più calmo possibile.
<<Shhh. Tu non devi parlare.>>
Spinse piano la lama del coltello all'interno della mia carne, tagliandomi proprio alla base del collo. Provai una fitta di dolore e poi sentii il sangue caldo che iniziava a scivolare fuori, mentre il mio cuore batteva all'impazzata.<<Ti taglierò. Un pezzo alla volta. Così finalmente anche questa storia finirà.>>
Esitai. Dovevo giocare bene quella mano.
<<Che cosa stai dicendo, Christopher? Di quale storia stai parlando? Io e te non ci conosciamo.>>
<<Non fiatare, Ethan. Tu sai chi sono io e io so chi sei tu. Ci conosciamo.>>
<<Dimmi che cosa vuoi. Dove stiamo andando?>> domandai, cercando di non perdere lucidità.
<<Andiamo via da qui. Sarai il mio lasciapassare. Poi, quando sarò libero, ti insegnerò a sanguinare.>>Sapevo che se avessimo raggiunto la zona occupata dalla polizia la situazione sarebbe prima precipitata e poi si sarebbe risolta, in un modo o nell'altro. Christopher sembrava intenzionato ad uccidermi in ogni caso, quindi ero consapevole di non aver più niente da perdere. Voleva scappare servendosi di me come ostaggio per poi eliminarmi. Avevo poco tempo e dovevo prendere una decisione. Sentivo che, se avessimo raggiunto gli agenti, le mie probabilità di sopravvivenza sarebbero diminuite drasticamente.
Dovevo riflettere.
Dovevo rimanere da solo con lui.
<<Sai, Christopher, ho conosciuto tuo fratello. Ray.>>
Lui si fermò. Spinse la lama del coltello ancora una volta contro la mia pelle, ma senza tagliarmi.
<<E allora?>>
<<È stata un'indagine difficile, quella che alla fine ci ha condotti a te. Però ne è valsa la pena.>>
<<Taci, Ethan. Tu sei già morto. Sei morto, lo capisci? Ci siamo quasi. Ci siamo quasi.>>
<<Più di ogni altra cosa, mi dispiace per tua madre. Per Evelin. Lei era innocente.>>Si fermò, afferrò il mio braccio e mi costrinse a voltarmi verso di lui. Lo feci e poi, lentamente, lasciai che i nostri occhi si incontrassero.
<<Perché devi parlare di lei? Tu non la conosci. Tu non sai nulla.>>
<<Ti sbagli, Christopher. Io so tutto. So perché è morta, so come è accaduto. E so che lei - al contrario di te e di tuo fratello Ray, era davvero una persona innocente. La sua unica colpa era stata quella di essersi innamorata di un uomo che non era vostro padre.>>

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La ballerina
Mystery / ThrillerEthan Welback, giovane giornalista di successo di New York, viene lasciato dalla ragazza che ama, Marianne. Deciso a riconquistare il suo cuore, abbandona il lavoro presso uno dei quotidiani più importanti della metropoli e si trasferisce a Virginia...