La verità sul ciondolo

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La casa era piccola ma accogliente. Le pareti bianche erano coperte di fotografie. Immagini di un tempo non recente, a giudicare dai capelli più scuri di Carlo.

Suo figlio Edoardo e sua moglie Rosa erano seduti al tavolo del soggiorno, di fronte a noi. La signora, che avrà avuto qualche anno in meno del marito, aveva dei bellissimi occhi verdi e uno sguardo sereno, rilassato. Il figlio Edoardo, invece, non somigliava al fratello che avevamo conosciuto a Torino, Roberto.

Osservammo Carlo mentre, con delicatezza, continuava a sfiorare il ciondolo, rigirandoselo tra le mani rugose.

Marianne stava per parlare, ma si bloccò. I suoi occhi si erano posati su quelli di Edoardo.

La guardai, e fui certo che entrambi avessimo pensato la stessa cosa: Edoardo, proprio come il padre, sembrava sorpreso da quel ritrovamento.

<<Perché volete sapere la storia di questo ciondolo?>> domandò infine Carlo a bassa voce, rompendo il silenzio.

Marianne sospirò, mi guardò, poi guardò Ryan. Bevette un sorso del caffè che ci era stato offerto dalla signora Rosa, e alla fine gli rispose.

<<Ryan era un detective della polizia di Virginia, in Pennsylvania, negli Stati Uniti. Ha lasciato il lavoro dopo che, tanti anni fa, sua figlia è stata assassinata da un uomo che non è mai stato catturato. L'ultima vittima di una lunga serie.>>

Non potevo capire ciò che Marianne stava dicendo, ma conoscevo il suo tono, il suo modo di parlare. Stava raccontando la verità.

<<L'assassino, all'epoca, uccideva delle giovani ragazze. Tagliava loro la gola. Poi lasciava che la Polizia le ritrovasse quasi sempre vestite e truccate come delle ballerine.>>

Gli occhi di Carlo e di Edoardo si spalancarono, in un'espressione colma di orrore. Come quella di Rosa.

<<Ne ha uccise almeno tredici, tra il 2003 e il 2006. Poi all'improvviso si è fermato. Niente per anni, svanito nel nulla. Fino ad oggi. Crediamo – la polizia lo crede- che abbia ricominciato. Che sia tornato. È stato lui, Ethan>>, disse indicandomi, <<a rinvenire il primo cadavere della nuova serie di omicidi. Una ballerina assassinata in una scuola di danza di Virginia. Poi, poco dopo, l'assassino ha colpito ancora, in modo più teatrale e sanguinario, se possibile. Ma non è tutto. Ha rapito una ragazza, l'ha inspiegabilmente liberata e ne ha uccisa una terza. Mutilandola. La polizia crede che sia soltanto l'inizio, e questa forse non è altro che una pista inutile, secondaria, ma crediamo che valga la pena fare un tentativo. Perché Ethan, la notte del primo omicidio, ha trovato questo ciondolo davanti alla scuola di danza. L'assassino, scontrandosi con lui, non si è reso conto di averlo lasciato cadere a terra, perdendolo. E così eccoci qui, Carlo.>>

L'uomo trasse un profondo respiro, si passò una mano sulla nuca, guardò Edoardo, poi guardò ancora una volta il ciondolo.

Annuì lentamente, mentre i suoi occhi sembravano essere tornati indietro a un tempo lontano.

<<È strano>>, disse Carlo, <<perché è trascorso così tanto tempo da quando ho fabbricato questo ciondolo, e l'altro, identico. Ero più giovane, all'epoca, e amavo ancora abbastanza il mio lavoro. La nostalgia per la mia terra - questa terra - non era ancora diventata più forte del resto. C'era, certo, ma riuscivo in qualche modo a tenerla a bada. Ad ogni modo, nonostante gli anni, non avrei mai potuto dimenticare ciò che accadde all'epoca.>>
<<Me lo racconti, Carlo. Le sue parole potrebbero aiutarci a salvare delle vite, oggi>> disse Marianne, sottovoce.
<<Lei era una giovane donna bellissima. Ricordo la prima volta in cui la vidi, ben prima della data incisa sui medaglioni. Ben prima del 1986.>>
<<Una giovane donna? Vuol dire che fu una donna ad ordinare i ciondoli?>>
<<Sì, certo.>>
<<Ricorda il suo nome?>>
<<Evelin. Si chiamava Evelin, ma non ricordo... non ricordo il cognome.>>
<<D'accordo. Che cos'altro ricorda di lei?>>
Carlo sorrise, guardò la moglie, poi il figlio.
<<Oh, molte cose. Come stavo dicendo, la conobbi prima del 1986. Sapete, è strano, perché lei, signorina, mi ha parlato di... ballerine, poco fa, quando mi ha raccontato degli omicidi.>>


Marianne lo guardò, mentre io e Ryan continuavamo ad osservare lei e Carlo con occhi interrogativi.


<<Sì. Perché è strano?>>


Carlo Salviati trasse un profondo respiro, poi tornò a posare lo sguardo sul ciondolo.

<<Perché Evelin era una ballerina. Una ballerina di grande successo.>

Marianne lasciò cadere sul tavolo la penna con la quale stava prendendo alcuni appunti, e lo guardò dritto negli occhi, in profondità.

<<Una ballerina?>>

<<Sì. Come stavo dicendo, la conoscevamo da diversi anni. Era sempre stata una ragazza solare, piena di vita, e umile, nonostante il successo. E quando parlo di successo, voglio dire spettacoli nei teatri più importanti del mondo. Dall'America all'Europa alla Russia. Ogni volta che capitava a Torino per lavoro, però, trovava sempre il tempo per passare da Valenza. Entrava nella mia oreficeria, comprava qualcosa e si fermava a parlare con me e con Rosa.>>
Guardò la moglie, che annuì, con un sorriso.
<<Negli ultimi tempi, tuttavia... avevo notato qualcosa di differente in lei. Come se avesse perduto la sua allegria, la sua spensieratezza. Sembrava... sembrava più triste. Malinconica, ecco.>>
<<Vi aveva parlato di qualcosa in particolare?>> domandò Marianne.
Carlo scosse la testa.
<<No, no, non l'aveva fatto. Ma ricordo come fosse ieri il giorno in cui mi chiese se potevo fabbricare quei due ciondoli. Sembrava così agitata, così nervosa. Così triste. Era il 1986. Sono trascorsi già trentun anni da allora. Diamine, quanto corre tempo.>>
Si fermò, posò il ciondolo sul tavolo, guardò Marianne negli occhi.

<<Mi racconti del ciondolo>> gli disse lei, <<qualunque cosa le venga in mente.>>

<<D'accordo. Ricordo bene quel giorno, quell'anno. Il 1986, per l'appunto.>>
<<Perché? Si tratta di molto tempo fa>> commentò Marianne.

Carlo esitò, tentennò, trasse un respiro profondo. Chiuse gli occhi soltanto per un istante prima di riaprirli. Poi scosse la testa, lentamente.

<<Perché quella fu l'ultima volta che la vedemmo.>>

La ballerinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora