Sotto la Mole

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Un altro taxi, un altro viaggio, un altro momento per riorganizzare idee e pensieri e ipotesi.
Seduto accanto al finestrino, con Marianne al mio fianco e Ryan vicino a lei, vedevo il mondo correre a pochi centimetri da noi.
Ripensai alle parole di Francesco Brunetti. Chiesi a Ryan di porgermi il ciondolo e lui lo fece. Lo osservai con attenzione. Quindi S.C. stava per Salviati Carlo. Era chiaro che l'assassino - Ray, o chiunque fosse, o chi per lui - dovesse aver richiesto il ciondolo a Salviati. C'era in realtà un'altra ipotesi, anche se credevo fosse meno probabile. Ray poteva aver rubato semplicemente i due ciondoli identici. Se lui e l'assassino che stava continuando ad uccidere a Virginia si conoscevano, allora lui doveva per forza di cose aver lasciato uno dei due ciondoli alla persona che ora noi stavamo cercando. Quella del furto era però una teoria poco plausibile, perché avevo visto la reazione che Ray aveva avuto quando avevamo parlato di quell'oggetto. Era stato come se stessimo nominando qualcosa di sacro per lui.
Ne ero convinto. Ad ordinarlo a Salviati era stato l'assassino o qualcuno che in ogni caso lo conosceva bene. Sentivo un'adrenalina incredibile correre dentro di me, mentre il taxi sfrecciava lungo quelle strade che non conoscevo.

<<Cosa ne pensi?>> domandai a Ryan.
<<Penso che stiamo facendo la cosa giusta. Non so dove ci porterà tutto questo, ma stiamo facendo davvero la cosa giusta. È il nostro indizio principale. Dobbiamo seguirlo. E trovare Carlo Salviati.>>

Annuii. Ero d'accordo. Appoggiai la testa contro il finestrino e istintivamente con la mano cercai la mano di Marianne. La trovai. Lasciai che le nostre dita si sfiorassero per un istante, e lei mi guardò. Non disse nulla; soltanto, mi guardò.

Dopo un'ora abbondante di viaggio eravamo finalmente a Torino. Pagammo, ringraziammo il tassista e ci guardammo intorno.
Ci aveva accompagnati in Piazza Vittorio, il luogo in cui abitava Carlo- o almeno ce lo auguravamo.

Il cielo era ancora un manto grigio, cupo, minaccioso. Era primo pomeriggio e la città era abbastanza affollata.
La piazza era enorme e bellissima. Alle due estremità laterali, una via ricoperta di portici ospitava centinaia di persone. Ragazzi, adulti, anziani, bambini, studenti. Chiunque. Era pieno di negozi, ovunque ci voltassimo. Mi girai dalla parte opposta rispetto alla piazza, e sulla destra vidi la cima appuntita di uno strano monumento ergersi sulla città. Era una guglia alta che sovrastava una cupola dalla forma particolare, come una sorta di guscio, e puntava dritta al cielo. La mia espressione interrogativa dovette destare in Marianne la voglia di fornirmi delle spiegazioni.

<<Quella è la Mole Antonelliana, Ethan.>>
<<Non credevo che conoscessi anche...>>
<<Certo, certo. Ci sono alcune cose che ancora non sai di me, eh? In ogni caso la Mole Antonelliana è il simbolo di Torino per eccellenza. È anche uno dei simboli dell'Italia stessa.>>

Ryan ci guardò. Non tolse gli occhi da noi per alcuni istanti, e non riuscii davvero a decifrare la sua espressione.

<<D'accordo, Ryan, la smettiamo. Era soltanto per....>>
<<Andiamo>> rispose lui, indicando un'elegante palazzina al fondo della via, ai margini della piazza.

<<Il civico che ci ha indicato Brunetti è questo>> disse, incamminandosi verso il portone di quel palazzo, che si trovava sotto i portici, nell'angolo più estremo sulla sinistra, accanto all'ingresso di un bar che disponeva di un ampio dehor esterno.

Arrivammo di fronte ai citofoni, superando una decina di studenti con zaini sulle spalle che ascoltavano musica dai cellulari a un volume incredibilmente alto. Trovammo subito la targhetta del nome che stavamo cercando.

Salviati.

Ma non era Salviati Carlo.

Sulla targhetta accanto al campanello c'era scritto Salviati R. e poi, subito sotto, De Stefani G.

Quindi, in quell'appartamento adesso doveva abitare qualche altro membro della famiglia.

Esitammo per un istante, poi Ryan suonò il campanello sul citofono.

Alcuni secondi dopo, ci rispose una voce femminile.

<<Chi è?>>

La ballerinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora