Anni di notti senza luna

1.1K 128 24
                                    

Visto da fuori, l'edificio sembrava piccolo e trascurato. Vecchio.

Le indicazioni di Susan erano state approssimative, ma eravamo comunque riusciti a trovarlo.

Da quanto eravamo riusciti ad apprendere, Walter Clayton, l'ex marito di Evelin Perth, era un pittore piuttosto conosciuto dalle parti di Woodland Hills.

L'obiettivo rimaneva Christopher Dwight, il fratello gemello di Ray. Dovevamo arrivare a lui ad ogni costo, e Walter Clayton rappresentava la nostra speranza principale per poterlo rintracciare in poco tempo.

Ryan suonò il citofono. Vi fu qualche istante di attesa, poi una voce maschile, rauca, ruppe il silenzio.

<<Chi è?>>
<<Mi chiamo Ryan Cooper. Sto cercando Walter Clayton. È lei?>> disse l'ex detective.
Ci fu un altro silenzio, poi l'uomo al citofono rispose.
<<Sono io, signor Cooper. Ci conosciamo?>>
<<No, ma sono qui per parlare della sua ex moglie, Evelin Perth.>>

Per un lungo, lunghissimo istante il tempo sembrò fermarsi, e non accadde nulla. Poi, di colpo, il portone che ci avrebbe condotti all'interno si aprì, emettendo un rumore metallico.

Entrammo. Ryan per primo; io e Marianne poco dietro di lui.

Davanti a noi, d'un tratto, comparve un uomo sulla sessantina, alto e magro, dall'aspetto molto poco curato.

<<Chi di voi è Ryan Cooper?>> chiese, con tono seccato.

<<Sono io>> disse Ryan, avvicinandosi e stringendogli la mano.

<<Credevo di aver capito che fosse da solo, signor Cooper.>>
<<Se preferisce posso chiedere ai miei due compagni di uscire>> rispose Ryan, guardandoci con la coda dell'occhio <<ma a quanto pare anche loro risultano in parte coinvolti nella storia che ci ha condotti da lei, signor Clayton.>>

L'uomo scosse la testa e si guardò intorno.

<<Seguitemi>> disse, <<stavo finendo di lavorare ad una cosa.>>

Facemmo ciò che ci chiese. Attraversammo l'appartamento buio e ci ritrovammo in una piccola stanza illuminata dalla luce che filtrava dalla finestra. C'era un forte odore di vernice, e appesi alle pareti diversi quadri. Walter Clayton si avvicinò al dipinto al quale stava lavorando e si sedette su di uno sgabello, dandoci le spalle.
Senza dubbio si trattava di un individuo dal carattere anomalo.

Non sembrava particolarmente curioso circa la nostra presenza, né davvero irritato perché avevamo invaso il suo spazio senza invito, né scortese.

<<Walter, siamo qui perché abbiamo bisogno di scoprire qualcosa sulla morte della sua ex moglie>> disse Ryan avvicinandosi a lui.

<<Siete della Polizia? Come avete fatto a trovarmi?>> domandò, senza mai perdere la calma.
<<Non siamo della Polizia. Io lo ero, ma è stato molto tempo fa. L'abbiamo trovata grazie alla sorella di Evelin, Susan Perth. È stata lei a fornirci questo indirizzo. In realtà abbiamo dovuto insistere un po' per convincerla.>>

Walter non rispose. Intinse il pennello nella vernice rossa, e tratteggiò il contorno del sole che illuminava lo scenario montuoso che stava dipingendo.

<<Perché vi interessa sapere di Evelin? Le indagini sono andate al diavolo da un bel pezzo.>>
<<È vero. Eppure sembra che non ci siano ancora delle risposte chiare su quanto è accaduto. Susan ci ha raccontato dell'incendio.>>

Walter si voltò e per la prima volta ci squadrò. Uno per uno, con attenzione. Non riuscii a decifrare la sua espressione.

Avevamo chiamato Miller prima di raggiungere l'appartamento di Walter Clayton, e gli avevamo raccontato del cambiamento di identità di Evelin. Gli avevamo detto che una volta tornata in California era diventata Claire O'Donnell e lui aveva trovato poche informazioni sull'incendio nel quale aveva perso la vita. Nulla di utile, a dire il vero. I fascicoli parlavano di un incidente, e tuttavia era stata aperta un'indagine, all'epoca, proprio su Walter. Perché, sempre stando alle informazioni raccolte da Miller, Clayton era stato ritrovato di fronte alla scuola di ballo, in stato confusionale, in compagnia dei due figli di Evelin, Ray e Christopher. Mettendo insieme tutte le informazioni in nostro possesso, i dossier di quel caso non avevano fatto altro che confermare ogni singola parola di Susan Perth. Avevamo bisogno che Walter, adesso, ci dicesse qualcosa di nuovo.

<<Che cosa volete sapere, signori? E per quale ragione dovrei parlare con voi di qualcosa che ho sperato di dimenticare per ogni giorno, durante gli ultimi trent'anni?>>
<<Posso comprendere come si senta, signor Clayton. Ma ci sono delle vite in gioco. Non vorrei dover tornare qui da lei quando sarà troppo tardi. Non so se mi capisce.>>
<<Delle vite?>>
<<Già. Omicidi. Una serie di delitti che sembrano ricondurre a qualcosa che è capitato tanti anni fa, e che riguarda la sua ex moglie, Evelin Perth, e i vostri due figli, Ray e Christopher. I gemelli.>>
<<Che cosa diavolo sta dicendo?>>
<<Ha capito bene.>>
<<Ray è in carcere. Come può...?>>
<<Lo sappiamo. Siamo stati da lui. E Christopher? Dove si trova?>>

Walter Clayton si alzò dallo sgabello e si avvicinò a noi, continuando a guardare Ryan negli occhi.

<<Sono stati anni bui, signor Cooper. Anni di notti senza luna. Senza stelle. Io e la mia famiglia abbiamo già pagato per questo. Perché non possiamo riuscire ad ottenere un po' di pace anche noi, come tutti?>>

Guardai Ryan. Guardai Marianne. Pensai alle parole dell'ex marito di Evelin e provai una strana sensazione.

Un po' di pace.

Non era forse quello il punto di tutto?

La ricerca di una vita tranquilla, senza i demoni.

<<Ci dica ciò che accadde la notte dell'incendio, Walter. Non si trattò di un incidente, non è vero?>>

La ballerinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora