Ryan Cooper

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Il cellulare squillò e Ryan Cooper rispose al primo squillo, perché il nome che comparve sul display non era un nome qualsiasi.

<<Karen>> disse, quasi in un sussurro, e poi rimase in silenzio.

Erano due anni che non la sentiva.

Ci fu un attimo di attesa che gli sembrò infinito, poi la voce di lei lo fece scivolare di colpo in un baratro oscuro. Un posto dal quale per troppo tempo aveva tentato di fuggire, invano.

<<Ne hanno trovata un'altra, Ryan.>>

Ryan non rispose. Sentì le mani tremare. Nello stomaco, una sensazione di vuoto improvviso, tanto forte da fargli girare la testa.

Chiuse gli occhi e per un attimo ritrovò il volto di sua figlia.

L'ultima volta che l'aveva vista sorridere. La porta di casa che si chiudeva, lei che prendeva l'ascensore e scompariva lentamente dal suo sguardo.

<<Che cosa significa?>> chiese, quando le parole riuscirono ad uscire.

<<È successo a Virginia. Ieri notte. Il cadavere è stato rinvenuto all'interno della scuola di ballo.>>

La voce di Karen, la sua ex moglie, era spezzata da un insieme di sensazioni che nessuno dei due sarebbe stato in grado di descrivere.

<<Mi ha telefonato Miller. Mi ha chiesto di non parlare con i media, ma voleva che io lo sapessi. E che tu lo sapessi, Ryan.>>

Ci fu un altro silenzio. Lungo, lunghissimo.

Ryan Cooper si alzò dalla scrivania del proprio ufficio, si avvicinò alla finestra, scostò le tende e posò gli occhi sul traffico di New York. Gli ricordava un gigantesco serpente che si attorcigliava su se stesso, in un movimento continuo, incessante.

Risentì la voce di Melissa, l'ultima sera.

<<Torno presto, papà. Non mi aspettate svegli. Buonanotte.>>

Rivide ancora il viso della figlia, mentre Karen continuava a restare in linea all'altro lato del telefono, in silenzio.

Quello sguardo. Il modo in cui i loro occhi si erano incrociati per l'ultima volta.

Gli venne voglia di vomitare.

<<Ryan, ci sei ancora?>>
<<Sì, ci sono>> rispose, tornando a sedersi dietro la scrivania.

Prese tra le mani la fotografia che teneva da anni accanto al computer e la fissò.

Lui, Karen e Melissa al quindicesimo compleanno di lei. Guardò gli occhi della figlia. Ridevano. C'era stato un tempo in cui la vita era bellissima.

<<Ryan...>> disse Karen, con voce rotta, <<c'è qualcosa di diverso, stavolta.>>

Lui sollevò gli occhi dalla foto.

<<Che cosa?>> domandò.

<<C'è un testimone, Ryan. Questa volta c'è un testimone.>>

La ballerinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora