La mia decisone

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Quando Marianne si svegliò era mattina presto. La neve non aveva mai smesso di cadere, leggera e silenziosa. Ryan era rimasto fino a notte fonda, poi era andato via. Io non mi ero mai alzato dalla seggiola in plastica accanto al suo letto.

Il medico che l'aveva seguita mi aveva spiegato che era stata drogata pesantemente, da stupefacenti differenti tra loro. Era stata picchiata e torturata. Non era stata violentata.
Thomas Lee Greyson le aveva inferto ferite sul petto e tra i seni con un coltello da cucina. Nella sua mente malata quello doveva essere l'inizio del lavoro.

La guardai e non riuscii, nonostante il dolore che provavo, a non ringraziare il cielo perché fosse salva.

Anche l'altra ragazza si era salvata. Aveva riportato danni maggiori rispetto a quelli di Marianne, ma il medico mi aveva detto che era ottimista. C'erano buone possibilità che, con il tempo e le giuste cure, anche lei si sarebbe ripresa del tutto.

<<Marianne>> sussurrai, non appena riaprì gli occhi.

Rimase immobile. Osservai le dita della sua mano sinistra. Tremavano.

Accennò appena un sorriso, protese la mano verso la mia e poi richiuse gli occhi.

Sentii il suo calore. Guardai la neve fuori dalla finestra che continuava a cadere.

Pensai a ciò che era appena successo, poi pensai a Ryan. Alla vita che gli era stata portata via. Pensai a Thomas Lee Greyson e a Carlo Salviati. Pensai a Susan, la sorella di Evelin, e poi a Ray Dwight.

Marianne era viva per miracolo. Io avevo delle promesse da mantenere.

Scossi la testa, mi morsicai senza volerlo il labbro inferiore. Tornai a guardare il viso di Marianne e poi mi guardai dentro.

Forse la vita mi aveva regalato una seconda opportunità, o forse ero soltanto stato fortunato. Il serpente era stato assassinato o si era ucciso? Non ne avevo idea, ma dentro di me, in fondo, ero convinto di conoscere la verità.

Avevo le mie risposte.

Avrei dovuto continuare ad indagare sulla morte di Evelin Perth, ma ero consapevole che quella storia mi avrebbe trascinato a fondo, sempre di più. Fermarmi perché la vita mi aveva concesso una seconda occasione, però, sarebbe stato corretto? Sarebbe stato giusto?

Ryan mi aveva insegnato la lezione più importante. Avevo imparato qualcosa?

Non conoscevo la risposta a quella domanda. Tutto ciò che sapevo era che dentro di me avevo già preso la mia decisione sul futuro.

Marianne riaprì gli occhi, sorrise ancora, debolmente. Io la guardai, mi avvicinai il più possibile a lei e le baciai la fronte.

<<Ti amo, Marianne. Ti amo così tanto.>>

Lei sorrise ancora, e per me quello fu il dono più grande. Vederla così, in quel modo, nonostante tutto.

Sospirai. le strinsi la mano ancora una volta.

<<Riposati, adesso>> le sussurrai, avvicinandomi al suo orecchio e baciandola di nuovo.

Sentii di nuovo tutto il suo calore, e fu bellissimo.

Chiusi gli occhi anch'io e pensai a ciò che avrei fatto di lì a poco.

La ballerinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora