Maschera di sangue

1.3K 136 81
                                    

L'uomo nella stanza era nudo.

Seduto su di uno sgabello, circondato da fotografie di ragazze morte appese alle pareti.
Aveva gli occhi chiusi e teneva la testa piegata all'indietro, rivolta verso il soffitto.

Cantava sottovoce.

Quante cose bisogna fare, ancora. Quanto rosso. Quanto ne deve uscire.

Poi rideva, da solo. Rideva forte, fortissimo.

In mano teneva una boccetta di smalto, rosso acceso.

Incominciava a colorarsi le unghie dei piedi. Lo faceva piano, con attenzione, con cura. Prima il sinistro, poi il destro.

Si alzava, all'improvviso.
Camminava lentamente verso un altro punto del luogo in cui si trovava, fino a raggiungere un tavolino sporco.

Sopra vi era una lettera, che adesso osservava come se non esistesse nulla di più importante al mondo.

Incominciava a leggere le parole, cambiando tono di voce tra una frase e l'altra.

Che cosa sta succedendo, adesso? Pensavamo di essere d'accordo, oppure no? C'era il disegno.
C'era lui, l'uomo dalle mille colpe. Cosa ne è stato?
Pensavo che fosse giusto riporre in te tutta quella fiducia.
Ricorda che il sangue che scorre ha una ragione per colorare il mondo. Per incendiarlo.
Ti sei dimenticato del fuoco?
Come hai potuto?
Quali sono i passi che stai seguendo?

Ricorda che io sono ovunque, sempre.

Ti sto sussurrando all'orecchio parole di condanna. Il mondo ti sta sfuggendo di mano, le lacrime non escono più.

Ricorda chi sei. Ricorda per quale ragione puoi fare ciò che è stabilito.

Aspetto il lago di sangue in cui nuoteremo per sempre.

Smise di leggere, diede un bacio alla lettera e si sedette sul pavimento. Incominciò a passarsi lo smalto anche sulle dita delle mani.

Poi, tornando a cantare sottovoce, prese un coltello. Lo avvicinò al braccio destro e iniziò a tagliarsi, lentamente. Lo fece continuando a ridere, ma i suoi occhi erano vuoti e scuri come il fondo di un pozzo. Non avevano espressione.

Con il sangue che gli colava dal corpo, si diresse verso la stanza in cui aveva lasciato la testa della ragazza uccisa.

Era ancora lì.

Le si sedette di fronte e la contemplò. Rise ancora.

Poi smise di colpo e in quel nuovo silenzio si fece d'un tratto serio, cupo.

Raccolse il sangue che gli stava uscendo dal braccio, se lo passò sulle mani e poi con le stesse mani divenute rosse si coprì il volto.

Una maschera di sangue aveva preso il posto del viso.

<<Dovremmo ballare insieme, adesso. Ti andrebbe?>>

La ballerinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora