Destino

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Ero arrivato.

La testa mi faceva male. Sentivo le tempie pulsare all'impazzata e il cuore battere in fretta.

Non avevo più avuto notizie da Ryan, nonostante avessi tentato più volte di richiamare sia lui che Miller.

Percorsi a tutta velocità l'ultimo tratto di strada, quello che mi avrebbe condotto alla cascata.

Continuavo a ripetere a me stesso che mancavano soltanto più poche miglia. Poche miglia e avrei rivisto Marianne.

Premetti ancora più forte sull'acceleratore. Cercai di controllare i battiti del cuore. Le mani mi sudavano, così come la fronte.

Qualunque cosa avrei trovato ad attendermi, laggiù, avevo un'unica certezza: non ero pronto.

Stavo cercando di allontanare quei pensieri da me quando un'automobile che proveniva a tutta velocità dalla direzione opposta per poco non mi venne addosso.

Suonai il clacson ed imprecai, e dallo specchietto retrovisore vidi che nonostante l'uomo al volante avesse appena sfiorato un frontale con me, continuava nella sua folle corsa.

Poco più avanti, in lontananza, riconobbi Ryan e Miller, in piedi nella notte. Guardavano nella mia direzione.

E mi resi conto che, per la seconda volta, avevo incrociato l'assassino.

La ballerinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora