Avrei voluto andare da Marianne e invece mi limitai a telefonarle.
Le dissi che ci saremmo dovuti vedere, che avremmo dovuto parlare. Le spiegai che una vettura della polizia sarebbe rimasta ferma sotto casa sua giorno e notte, perché adesso esistevano delle minacce reali nei suoi confronti.
Lei sbottò. Continuava a sottovalutare quella situazione, come se non si rendesse conto del pericolo che correva.
Avrei voluto raggiungerla, ma mi disse che era con il suo nuovo compagno, così evitai.
Uscii dalla stanza di Lyla insieme a Ryan e contattammo Hart Miller. Gli raccontammo ciò che avevamo appena saputo dalla ragazza e lui ci disse di raggiungerlo in centrale.
Così, mentre il buio era calato ormai da un pezzo su Virginia, chiamammo un taxi e ci dirigemmo alla stazione di polizia.
<<Cosa pensi che significhi ciò che ci ha raccontato Lyla?>> domandai a Ryan interrompendo il silenzio che stavamo condividendo.
Lui non rispose. Appoggiò lo sguardo sul finestrino, chiuse gli occhi.
Quando parlò, lo fece sottovoce.
<<Il rumore di una superstrada... il traffico. Il fatto che quei suoni le sembrassero lontani e vicini al tempo stesso. C'è una sola superstrada qui, ed è quella che collega Virginia a Saint Nicholas.>>
Non dissi nulla. Pensai alle sue parole. Saint Nicholas era la prima cittadina che si incontrava uscendo da Virginia. Un piccolo conglomerato di poche anime.
Se Lyla aveva sentito un rumore di quel tipo, il rifugio dell'assassino doveva trovarsi in quella zona.
Non era il suono del traffico cittadino quello che era riuscita a percepire. Era qualcosa di più forte, di più intenso.
Sapevo che non era granché come indizio, ma poteva trattarsi di un punto di partenza.
<<Lei aveva quello sguardo>> disse Ryan, <<gli occhi. I suoi occhi. Erano così vuoti. Senza luce, spenti. Come se si trovasse dentro una gabbia. Dobbiamo capire perché lui stia facendo tutto questo per te, Ethan. Ci deve essere qualcosa a collegarvi.>>
Sapevo che aveva ragione.
Quell'uomo stava cercando di comunicarmi qualcosa. Ma non riuscivo a capire. Non riuscivo a vedere. Non potevo decifrare la sua rabbia.
Ripensai a Gloria Stewart, la prima vittima di tredici anni fa.
<<Dobbiamo ripartire da Gloria, Ryan. Domani voglio andare a parlare con la sua famiglia, se ancora vive qui. E anche con la famiglia della ragazza che ho rinvenuto nella scuola di danza, Claire Goodway.>>
Lui annuì con un cenno del capo.
Arrivammo in centrale pochi minuti dopo. Raccontammo a Miller ciò che Lyla ci aveva detto all'ospedale, e alla fine rimanemmo tutti e tre in silenzio, chiusi nel suo ufficio.
Poi Miller si alzò dalla sedia che si trovava dietro la scrivania e si avvicinò a una vecchia cartina geografica che era appesa ad una delle pareti dell'ufficio, accanto alla finestra. Non pensavo che nell'era di Google qualcuno ancora le utilizzasse.
Miller stava per dire qualcosa, ma Ryan lo precedette. Prese un pennarello rosso e cerchiò un tratto abbastanza vasto sulla mappa.
<<Questa è la nostra cittadina, Virginia>> disse indicando il punto nero che rappresentava il luogo in cui ci trovavamo <<e questa è Saint Nicholas>> proseguì, cerchiando di rosso il punto che evidenziava la cittadina confinante. <<Ad unire questi due buchi dimenticati dal Signore, troviamo la Railway JX, meglio nota come la "superstrada dei minatori". Perché,>> disse, evidenziando con una serie di piccoli cerchi rossi lo spazio che divideva Virginia da Saint Nicholas, <<come ben sappiamo, la superstrada JX è conosciuta per essere stata per anni la più percorsa da tutti i minatori che da Saint Nicholas e dalle città vicine partivano per venire a lavorare nelle miniere di Virginia. L'area delle miniere si trova esattamente al confine tra Virginia e Saint Nicholas.>>
Guardai la cartina, poi Ryan e Miller.
<<L'unico tratto percorso ad alta velocità e davvero trafficato dell'intera area in cui ci troviamo è quello coperto dalla superstrada dei minatori>> concluse Ryan prendendo il pennarello e cerchiando la zona attraversata dalla superstrada.
<<Ci siamo>> disse Miller <<forse abbiamo un punto da cui partire.>>
<<Quindi pensate che Lyla sia stata tenuta prigioniera da qualche parte laggiù, in mezzo a quelle miniere?>> chiesi.
<<Non possiamo esserne certi, ma è un'ipotesi. La superstrada passa sopra l'area delle miniere, attraversandola fino all'uscita da Virginia>> disse Miller tirando fuori dalla tasca le chiavi dell'automobile. <<Non ci resta che andare a controllore la zona.>>
Ci guardammo. Sapevamo che forse quel piccolo indizio non significava nulla.
Ma era un punto di partenza.
I miei occhi si spostarono su Ryan. Per lui era la speranza. La ricerca della luce.
Per Miller una possibilità di afferrare qualcosa che aveva inseguito invano per anni.
E per me- ancora non potevo saperlo- sarebbe stato l'inizio della caduta in una spirale di orrore senza fine.
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La ballerina
Mistero / ThrillerEthan Welback, giovane giornalista di successo di New York, viene lasciato dalla ragazza che ama, Marianne. Deciso a riconquistare il suo cuore, abbandona il lavoro presso uno dei quotidiani più importanti della metropoli e si trasferisce a Virginia...