"Hey piccoletto, dove corri?"

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"Hey piccoletto, dove corri?"



"Gli ho dato una prima lettura ieri, niente male."

"Hai già sentito Henrik?"

Scuoto la testa.

"Beh dovresti, dovreste almeno iniziare ad avere un primo approccio. Io e Ulrikke ci vediamo già oggi nel tardo pomeriggio."

Alzo le sopracciglia con un sorriso furbo.

"Beh la tua è solo una scusa per pomiciare!"

Scoppia a ridere, "e quindi? Sarebbe un problema?"
"No, no, assolutamente"

La nostra conversazione viene interrotta dall'avvicinamento di altri nostri amici. Non parliamo di lavoro a scuola, soprattutto davanti agli altri. Cerchiamo di mantenere una vita totalmente normale.

-

Finiscono le lezioni, mi dirigo all'uscita.

David durante l'ora di inglese mi ha invogliato di più a concentrarmi sul copione. Quindi con passo deciso mi dirigo verso la fermata dell'autobus.

"Hey piccoletto, dove corri?"

Mi blocco. Mi blocco proprio in senso letterale. Sono totalmente paralizzato. Conosco quella voce, cosi profonda, cosi dannatamente persuasiva. Vedo l'autobus passarmi davanti ma non mi importa, o meglio, in realtà non riesco a muovere un muscolo. Cerco di calmare il mio battito cardiaco concentrandomi sulle macchine che passano davanti a me finché non mi si piazza davanti una figura snella e poco più alta di me.

Mi sorride. Vorrei spaccargli quei dannatissimi denti. Non mi chiama, non mi scrive, non mi calcola in nessun dannatissimo modo e adesso si permette di prendermi alla sprovvista in questo modo? Lo odio...

Mi schiocca le dita davanti alla faccia.

"Tar...ci sei?"
"C-ciao Hen...rik..."

La mia voce è totalmente spezzata ed insicura. Tutto il contrario della sua.

Mi sorride ancora di più.

"E' da quando sei uscito da scuola che ti corro dietro", ride.

Ah.

"Emh...scusami, io...non mi ero accorto.", alzo lo sguardo con una leggera sicurezza e mi perdo nei suoi bellissimi occhi azzurri.

"Sembri leggermente sconvolto, scusa, so che non ti piace essere stalkerato."

"No, no...è solo che...", tiro fuori dallo zaino la mia verifica.

Ottima scusa Tar, davvero, SEI UN GENIO!

Henrik la guarda, "Oh...non mi manca proprio la scuola"

Alzo le spalle sospirando, "non è proprio un gran...", mi blocco. Vedo alcune ragazze della mia scuola che ci fissano. Fan della serie, di sicuro. Henrik sembra accorgersi del mio disagio. Non mi piace essere fissato, il successo fa piacere, si, ma io ho bisogno della mia routine, della mia tranquillità.

"Vieni, ti offro qualcosa."

Nonostante tutto Henrik mi conosce davvero. Ci allontaniamo e la mia ansia diminuisce.

"E' dolce..."

Mi prende alla sprovvista, "Che? Che cosa?"

"Il fatto che non riesci ad abituarti a queste cose", mi sorride.

Sorrido anch'io, "Beh tu sei sicuramente più abituato, ho visto parecchie foto e video che girano."

Merda. Gli ho appena fatto capire che mi vado a cercare certe cose, fantastico.

"Si, sai, da mia madre vengono spesso a cercarmi, e a me fa piacere, e poi sappiamo che sono quello più espansivo dei due."

"Si lo sei in parecchie cose..."
Oh eddai, cervello, CONCENTRATI.

Henrik inarca le sopracciglia ridendo per la mia frase. Dio, sono proprio una frana. 

Arriviamo in un bar e ci sediamo.

"Come va col copione?"

"Me lo state chiedendo in parecchi ultimamente, è per questo che mi hai cercato?"

"Anche", sorride.

"Comunque benino, ho iniziato a leggerlo ieri, sarà un'altra stagione col botto."

"Ci puoi scommettere!...comunque, apparte questo, come stai Tar?"

"Tutto normale...tu?"

"Sto lavorando molto, sai, per aiutare la mia famiglia."

Annuisco. Rimaniamo per un momento interminabile in silenzio. Quando lui non mi guarda lo guardo. Mi sento cosi tanto Isak in questo momento.

"Beh dovremmo vederci per provare, cosi da essere pienamente a nostro agio sul set, come abbiamo fatto l'altra volta."

Silenzio. Di nuovo. So a cosa sta pensando. E lui sa a cosa sto pensando io. Non parliamo mai delle nostre prove "da soli". E' colpa soprattutto di quelle se mi sono illuso di qualcosa. Lui sembrava cosi reale con me...

"Speriamo che tu sia migliorato a baciare dopo i miei insegnamenti", Henrik sblocca il silenzio con una frase che mi fa totalmente sobbalzare il cuore. Cerco di rimanere lucido.

"Hey!! Io sono bravissimo, sei l'unico che si è lamentato!!"
"No, sono l'unico che ha avuto il coraggio di dirtelo apertamente, sono solo un bravo collega e amico!"

Lo ammazzo con lo sguardo come solo io so fare e poi scoppiamo a ridere. 

In realtà ha ragione, ero proprio una frana, ma il problema è che non sa che lo ero appunto perché ero nervoso ed intimidito all'idea di doverlo baciare. E poi mi piaceva lasciarlo fare. Far si che fosse lui a prendere in mano la situazione. Erano i piccoli e brevi momenti in cui potevo chiudere gli occhi e farmi dondolare dalle sue dolcezze.

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