"#Evak or...?"

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"#Evak or...?"


(Henrik)

Mi appoggio al ripiano della cucina bevendo il mio caffè.

Guardo Tarjei seduto al tavolo mentre stringe la sua tazza fissando il vuoto.

"Amore...non dobbiamo farlo per forza."

"No, io voglio farlo. Adesso o mai più."

Respiro profondamente e mi metto dietro di lui.

Gli massaggio piano le spalle.

"Ragazzi, il vostro taxi è qui sotto."

"Grazie mamma."

"Amh...Henrik...", mamma mi passa il telefono con una faccia leggermente preoccupata.

Corrugo le sopracciglia e rispondo incerto, "Si?"

"Sono io, Henrik. Allontanati da Tar."

"Oh, ciao Papà!! Lo sai che non posso oggi! Ho da fare!", mi allontano e mi chiudo in bagno, "Dimmi, Julie, che succede?"

"Il taxi che vi ho mandato vi porterà direttamente sul retro della sede televisiva."

"Il retro? Perché?"

La cosa inizia ad agitarmi, non è normale, non è assolutamente normale questa cosa.

"Tu non puoi immaginare che casino ci sia qui sotto, Henrik. Io...non sono certa che siano tutti fan norvegesi. Si sapeva che avevamo un'intervista ma non sapevano dove, probabilmente alcuni fan che faranno parte del pubblico hanno sparso la voce."

"Non ha senso, i fan sanno dove trovarci normalmente, non capisco perché venire sotto la sede dell'intervista...", mi blocco e sospiro, "...la foto...sono venuti a cercare prove..."

"Si...postando quella foto l'altra notte avete permesso loro di avere un giorno intero a disposizione per arrivare, prima quando sono passata continuavano a chiedermi di voi. Ho detto loro la verità, che dopo l'intervista avranno tutti le idee più chiare."

"E se ne sono andati?"

"Ti pare? Arrivano dai posti più disparati solo per vedere che succede!"

"Questa cosa è da pazzi...non siamo abituati a tutto questo."

"Beh, ecco come la penso, iniziate ad abituarvi. Evita di parlare a Tarjei di questa cosa. Non sappiamo come potrebbe reagire."

-

Nel taxi c'è estremo silenzio.

Guardiamo entrambi fuori dal finestrino immersi nei nostri pensieri.

Non riesco a nasconderglielo, non posso.

Io non ho segreti con lui e non voglio averne, neanche di piccoli.

Voglio che sia pronto e che sappia che io sarò con lui.

Faccio scivolare la mano lungo il sedile finché non afferro la sua.

Lo sento sobbalzare leggermente.

"Non...era mio padre, prima."

"Lo so."

Mi giro a guardarlo mentre lui continua a guardare fuori.

"Mi chiedevo per quanto tempo avresti retto...non sai mentire."

"Era Julie."

Si volta verso di me interrogativo.

"Ci sono...una marea di fan sotto l'emittente."

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