Palestra.

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Palestra.


(Tarjei)

Perché l'ho detto? Perché l'ho detto? Perché l'ho detto?!

Il sorriso di Henrik si apre in tutta la sua bellezza, tira la testa indietro e ride.

Ride di me? Della frase che ho detto? Era divertente? Beh, si, dai, era divertente, credo.

"Se ti va!", continua a ridere.

Ok, questa presa in giro non mi piace.

L'ho detto: Tutto o niente nella mia vita.

Approfitto del momento che è sdraiato sul letto a ridere e mi metto sopra di lui e gli blocco i polsi per non fargli muovere le braccia.

Lui si fa estramemente serio di colpo e mi guarda.

Ok e adesso cosa faccio?

Magari questo segnale indica il fatto che scherzasse, non posso rischiare di fare questa figura di merda.

M'impegno in una risata e mi allontano, "Ora non ridi più eh!"

Si tira leggermente su con le braccia, "Non pensavo che saresti stato in grado di prendere in mano la situazione", ride, "I miei complimenti, Tarjei, stai migliorando!"

Ride ancora ma poi si ferma e mi guarda.

Ritorna sdraiato e allunga il braccio sul letto, come per invitarmi a stendermi e a mettermi accanto a lui.

Lo faccio. Il suo braccio mi stringe all'altezza delle spalle e mi fa posare la testa sulla sua spalla. Appoggio una mano sul suo petto.

"Ora ci manca solo una stronzata sugli universi paralleli e siamo apposto", scoppia a ridere.

Sorrido leggermente, "Beh...questo è come un universo parallelo, però Isak e Even non esistono, ma esistiamo noi: Tarjei ed Henrik. E...", faccio dei leggeri movimenti circolari con le dita sul suo petto, "...Tarjei sta...consolando il suo amico e collega Henrik...perché è rimasto abbastanza scosso da questa giornata impegnativa."

La sua faccia è tra lo scoppiare a ridere e il semplice sorridere.

Mi guarda dall'alto verso il basso, "Ti sei fatto di qualcosa, Tarjei?", scoppia di nuovo letteralmente a ridere.

Mi metto a sedere e gli do una pacca sulla spalla, "Smettila, non sei divertente!!"

Io ci sto provando ad approcciare ma lui non percepisce i miei segnali.

Dio, avrei dovuto fargli quel succhiotto e basta. Almeno sarebbe stato zitto!

Sento le sue mani tirare i miei fianchi verso il basso, per tornare tra le sue braccia. Mi lascio tirare e torno nella posizione di prima. Mi bacia la testa, "Amo quando fai il permaloso."

"Vaffanculo."

Fa una risatina soffocata, "Mi fai morire!"

"Ti ho detto di andare a fanculo."

Lo sento stringermi di più. Attacca le sue labbra alla mia testa e mi da una serie di piccoli e leggeri bacini tra i capelli.

Non ci capisco più niente. Più rispondo ai suoi approcci e più lui demolisce i miei.

Decido di non reagire, chiudo gli occhi e mi faccio semplicemente coccolare.

"Mi daresti un secondo il tuo telefono?"

Lo tiro fuori dalla tasca dei pantaloni e glielo passo senza dire una parola, poi torno a stringermi a lui.

Passiamo qualche minuto nell'estremo silenzio. Cerco di godermi al massimo queste coccole, perché non so fino a quando potrò usufruirne.

Con la mano libera lo sento usare il mio telefono. Sinceramente non m'interessa sapere cosa sta facendo. Finché continua a starmi cosi vicino può fare tutto quello che vuole.

"Oh mio dio", scoppia a ridere all'improvviso e io sobbalzo.

"Cosa? Cosa? Cosa?", mi alzo e lo guardo.

"Ero su Instagram con il tuo profilo di Isak, volevo guardare il mio profilo e indovina un po', tra le tue ultime ricerche ci sono proprio io, anzi, sono proprio l'ultimo cercato!!"

Sento piano piano le orecchie diventarmi rosse, poi l'intero viso, abbasso la testa completamente imbarazzato ed umiliato.

Ormai ci manca solo un cartello che dica: Tarjei è pazzo di Henrik, solo di Henrik, semplicemente di Henrik.

"Mi stalkeri?", ride, "O forse dovrei dire che Isak mi stalkera? O forse è Isak che stalkera Even?"

"Dammi il telefono!", glielo strappo letteralmente di mano.

Lui ha ancora quel viso antipatico e compiaciuto.

Adesso basta, mi sono rotto, letteralmente rotto, anche a costo di umiliarmi.

Adesso voglio metterlo io a disagio! Esattamente come lui fa con me ogni SANTA VOLTA.

Lancio il telefono infondo al letto, mi inumidisco le labbra, mi volto verso di lui e gli salgo letteralmente sopra. Il suo viso si contrae esattamente come prima, ma sta volta proprio non mi importa. Con un gesto rapido e deciso mi scaglio sul suo collo.

Dal momento in cui la mia bocca entra in contatto con la sua pelle lo sento rabbrividire e diventare come un pezzo di ghiaccio, immobile, paralizzato.

Inizio a succhiare con insistenza la sua pelle, non mi staccherò fino a quando non noterò una minima reazione.

Dopo i primi secondi sento le sue mani gelide entrare dentro la mia maglietta, massaggiandomi con le dita la schiena con una serie di movimenti verticali, salendo e scendendo di continuo lungo la mia spina dorsale.

Gli piace, mi piace.

Lo sento cominciare a gemere molto piano, il suo respiro si fa pesante.

Lascio cedere il mio corpo appoggiandomi di più al suo.

Ha la bandiera alzata e anche'io. Per la prima volta la cosa non ci sta creando disagio.

Appoggio il mio bacino al suo e quello che sentiamo ci fa impazzire.

Lo sento gemere un piccolo "Oh..." appena i nostri pantaloni al livello del basso ventre si sfiorano.

Sento scattare la serratura della porta d'ingresso.

Mi stacco di colpo con il fiato corto.

Lui mi guarda tra il confuso e l'eccitato, con la bocca aperta e il fiatone.

Mi alzo subito dal letto e corro all'ingresso chiudendo la porta della mia stanza.

"H-Hey papà, ciao! S-sei tornato presto!!", la mia voce è roca, spezzata e continuo a respirare forte.

"Hai fatto una corsa, Tarjei?", ride.

"Oh amh, no, esercizi, esercizi fisici per...per mantenermi in forma. Sai, pensavo che dovrei iscrivermi in palestra, non pensi? Potrebbe solo farmi bene! Si, si! Penso che sia una grandiosa idea, UNA GRANDIOSA IDEA, mamma dov'è? Quando torna? Dovremmo proprio parlarne!!"

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