Affetto.
(Henrik)
Forse ho sbagliato, sono entrato in casa sua senza salutare e l'ho subito attaccato, come se fosse colpa sua, ma non è assolutamente colpa sua.
E' colpa mia.
Rilasso il volto e faccio finta che le nostre frasi non siano mai state pronunciate.
"Ciao...", mi tolgo le scarpe, la giacca, mi dirigo in camera sua sotto i suoi occhi attenti. Mi fa uno strano effetto, per la prima volta mi sento a disagio.
Lo sento seguirmi in totale silenzio. La prima cosa che noto voltandomi nuovamente verso di lui è il suo viso ancora contratto ed arrabbiato.
Voglio un abbraccio, ne ho bisogno.
Mi viene da piangere, mi sento un bambino.
"Mi puoi dire cos'è successo? Perché l'hai lasciata in quel modo orribile?"
Grazie, Tarjei, potresti un minimo supportarmi invece di continuare a farmi sentire una merda.
Lo guardo e senza che me ne accorgo inizio a lacrimare, "Io...non provavo più niente, credimi, è stato terribile anche per me lasciarla, mi sento alla deriva, mi sento come se mi avessero rubato la bussola...ho passato due ore sotto la pioggia a piangere come un rincoglionito!"
Il suo sguardo si addolcisce, mi chiedo cosa pensi di me.
"Pensava...pensava che tu l'avessi tradita. Per questo era da me."
"Pensava che l'avessi tradita con te?"
"Pensava che l'avessi tradita e basta."
"Questo non spiegherebbe il fatto che sia venuta da te."
Lo vedo riflettere un attimo e poi sospirare, probabilmente lo fa per addolcirmi la pillola."Ok, ok, si, pensava che tu l'avessi tradita con me. E' matta, ci ha scambiato per Isak e Even."
Annuisco, capisco benissimo il suo dubbio, ma non sono ancora certo dei miei sentimenti per Tarjei, e non sono nemmeno sicuro che li ricambi, quindi mi limito a rimanere in silenzio.
"Sdraiati sul letto, ti faccio una cioccolata e ti porto una coperta, sei fradicio."
"Oh...grazie Tar."
Seguo le sue istruzioni con un sorriso stampato in faccia, è sempre cosi dolce con me.
Mi sento lanciare addosso una coperta morbita e calda. Sorrido, alzo la testa e vedo anche lui sorridermi di rimando. Fisso il suo labbro superiore, così sottile e perfettamente scolpito.
D'impulso mi inumidisco le labbra diventate secche e lo vedo allontanarsi verso la cucina.
Tarjei è davvero bello, sembra un pupazzetto. E' dolce, premuroso, e soprattutto ha sempre dimostrato di volermi bene.
Mi siedo contro lo schienale del letto tenendomi addosso la coperta.
E' la prima volta che faccio questi tipi di riflessioni su di lui.
Le paure e le angosce della rottura hanno lasciato spazio ad un'estrema calma emanata dal suo lucente sorriso.
Lo vedo rientrare in stanza con due tazze. Me ne porge una, "Grazie", sorrido.
"Figurati", si siede accanto a me, "Non vorrei che ti prendessi qualcosa", sorride, "C'è il rischio che poi me lo passi mentre siamo sul set", ride.
Ha una risata bassa e dolcissima, appena appena accennata.
E' un po' come mi immagino la risata degli angeli.
"Come ti senti? Un po' meglio?"
"Oh, si. Credimi ho passato la giornata sentendomi una merda per quello che è successo."
"Lo so, non ti ci vedrei mai nella parte del cattivo. E comunque sappi che lei non è arrabbiata con te. Ha reagito d'impulso ma poi si è calmata. Ti vuole un gran bene."
Annuisco rilassandomi, "Sapevo che alla fine avrebbe capito."
Finiamo di bere la cioccolata in silenzio.
Mamma aveva ragione, il silenzio e la mente libera sono cose molto preziose, mi sento rigenerato.
"Tar..."
"Si?"
Appoggio la tazza sul comodino, mi volto verso di lui e alzo il suo braccio per far si che mi stringa e appoggio il mio volto nell'incavo del suo collo. Lo sento stringermi. Respiro profondamente chiudendo gli occhi e lasciando andare tutte le tensioni. Lui gira leggermente la testa e bacia la mia, "Andrà tutto bene, Henrik."
(Tarjei)
Il mio atteggiamento da duro non è durato molto e non ha avuto neanche l'effetto sperato. E' la prima volta che vedo Henrik per quello che è davvero: un essere fragile e con un assurdo bisogno di affetto.
Averlo cosi vicino, sentirlo respirare sul mio collo, mi riempie di crampi allo stomaco. Sono davvero emozionato. Ma devo cercare in tutti i modi di mantenere la calma. La sua è una pura reazione di bisogno affettivo dopo un momento pesante. Non mi voglio fare strane illusioni.
Lo vedo cercare la mia mano, per poi mettersi a giocare con le nostre dita.
Le intreccia alle mie, ogni tanto si concentra su una in particolare, le prende tutte insieme, le stringe alle sue, torna ad intrecciarle.
"Noi abbiamo qualcosa di speciale, vero?"
Il mio cuore aumenta i battiti. Rimango in silenzio, devo capire dove voglia arrivare.
"Si, cioè, io sono completamente a mio agio con te, sei una delle poche persone di cui mi fido totalmente. Sei la mia...anima gemella da set.", ride.
E te pareva che non metteva di mezzo il lavoro...
Mi bacia improvvisamente la guancia e io spalanco gli occhi allontanando leggermente la testa per poterlo guardare, per poter provare a capire. E' la primissima volta che mi bacia la guancia, lo trovo quasi più intimo dei miliardi di baci dati sul set. Quel bacio era reale, e dato per puro piacere personale. Sono chiaramente scosso.
"Oh eddai, non fare lo schizzinoso.", ride staccandosi da me.
"Schizzinoso? Schizzonoso io?", rido, "Vorrei ricordarti chi ti ha fatto i due succhiotti della scena nella cucina! Siamo stati in bagno per dieci minuti!"
"Si e facevano pena! Il mio almeno era un enorme succhiotto dietro al tuo bianco e fragile collo, era perfetto!!", ride di gusto lasciandosi cadere sdraiato sul letto.
Lo guardo tra il divertito, l'imbarazzato e il turbato.
"Oh eddai, sto scherzando, andavano benissimo, e poi sono stati piacevoli!"
Alzo le spalle e rispondo d'impulso, "Se vuoi te li rifaccio."
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#Evak
FanfictionCOMPLETA [Non fatevi ingannare dal titolo, è una storia Tarjei/Henrik.] *Capitoli Bonus in corso* SEQUEL ONLINE! English Version on Wattpad: https://www.wattpad.com/story/106922355 English Version on AO3: http://archiveofourown.org/works/10066259/ch...