Las Vegas.

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Las Vegas.


(Tarjei)

Maledetto concerto di Nas. Bellissimo, stupendo, lo spettacolo in sé è stato fantastico. Io ed Henrik continuavamo a sorriderci cantando a memoria ogni singola parola di ogni canzone. Ci siamo scatenati come pazzi e lui ha messo un mini video su Instagram dove "ballicchiavamo" cantando in mezzo alla folla, sembravamo due ubriaconi, ma è stato divertente.

Divertente fino a stamattina.

Ho un mal di gola terribile, il naso completamente tappato, una tosse che mi sembra di star morendo e la febbre alta.

Henrik doveva andare in biblioteca a studiare, ma ha preferito rimanere a casa con me.

Non riesco neanche ad alzarmi dal letto. Sono contornato da fazzoletti usati e coperte.

"Devi prendere queste, amore..."
"Non le voglio quelle medicine, mi fanno schifo.", mi immergo ancora di più nella coperta.

"Hai un voce nasale adorabile, lo sai?"

Lo sento sedersi sul letto e tirarmi, "Vieni qui..."

Sbuffo lasciandomi tirare, mi alzo leggermente sulle braccia e mi appoggio allo schienale del letto guardandolo, "Sto una merda..."

"Si, si vede, ma sei dolcissimo.", dice con un mezzo sorriso, "Devi assolutamente riprenderti prima di settimana prossima, dobbiamo partire."
"Mmmh.", mugolo mandando giù i medicinali.

"Vuoi un thè? Qualcosa di caldo? Sto preparando un po' di minestra..."

"Voglio solo che tu stia un po' con me...ma rischieresti di ammalarti anche tu quindi...", sospiro rimettendomi sotto le coperte, mentre un colpo di tosse mi investe, "Fanculo..."

"Sono abituato alle influenze, ormai è difficile che ne prenda una. In famiglia, a giro, qualcuno l'aveva sempre. Sono grande e forte!", dice stendendosi sul letto accanto a me.

Mi attira a sé stringendomi forte. Il calore del suo corpo mi rilassa.

Avere i brividi freddi e un caldo assurdo è odioso. Non ci capisco più niente. Ma sono disposto anche a morire soffocato pur di stare accanto ad Henrik.

Mi addormento profondamente con gli occhi che lacrimano. Non per tristezza, è solo colpa di questo dannato raffreddore che non mi da tregua. E' piacevole dormire, è l'unico momento in cui non mi rendo conto di quanto stia realmente male.

Mi risveglia il suono della voce di Henrik, "Amore...amore...è tardi, devi mangiare almeno qualcosina..."

"Mmmmh, che ore sono?"
"L'ora di merenda...ho preferito lasciarti dormire, ma devi ingerire qualcosa almeno..."

"Tu hai troppa pazienza con me...", sussurro.

"In salute e in malattia, giusto?"
"Non ti ho ancora fottuto in quel modo..."
Sorride, "E' come se già fossimo sposati, per me."

Mi aiuta a sedermi bene sul letto. Tiene il piatto di minestra in mano e m'imbocca soffiando prima sul cucchiaio, "Posso farcela anche da solo, giuro..."

"Scotti da paura, Tarjei. Ti prego, lasciami fare..."
In effetti sto sempre peggio, vorrei solo tenere gli occhi chiusi.

Mi limito ad aprire la bocca e osservarlo per quel poco che riesco. Odio questa influenza del cazzo, odio quando arriva e mi distrugge in questo modo.

Meno male che le lezioni non sono ancora iniziate. Meno male che a teatro stanno finendo gli ultimi casting e hanno tardato l'inizio delle prove.

"Tra una settimana saremo in Nevada..."
"Da una parte non vedo l'ora, spero faccia leggermente più caldo di qui, New York è come il paese del ghiaccio, fa freddo quasi quanto ad Oslo."
"Dovremmo essere abituati e invece..."
"Due freddolosi..."

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