Orario di visita [Parte 1]

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Orario di visita [Parte 1]


(Henrik)

Mi sveglio di soprassalto sentendo aprirsi la porta.

Guardo un momento il telefono che mamma mi ha portato, sono le cinque e mezza del mattino.

Proprio una "bellissima" nottata è stata...

"Henrik...sei distrutto, dovresti venire a casa..."

E' mia madre, è entrata coi genitori di Tar.

Il tono in cui lo dice è insicuro da morire, tale quale ai loro sguardi.

Probabilmente hanno parlato di questo fino ad ora.

Probabilmente già si aspettano la risposta.

"No! Assolutamente no!", mi alzo con nervosismo e incrocio le braccia.

"Tua madre ha ragione Henrik, rimanere qui non cambierà le cose!", ribatte il padre di Tar.

"No, non cambierò idea. Non me ne andrò da qui fino a quando non lo vedrò con gli occhi aperti. E non provate a dire che potrebbe non accadere mai, avete capito? Io resto qui!", torno a sedermi sulla sedia tenendo lo sguardo su Tar.

"Henrik, va a farti almeno un paio d'ore di sonno.", mi dice dolcemente la mamma di Tar.

"La poltrona nell'angolo mi basta e avanza. Vi prego...vi prego non cacciatemi, io...io non posso andarmene, vi prego.", inizio a lacrimare, "Vi supplico, io...", prendo la mano di Tar accarezzandola, "...io sono certo che lui riesca a sentirci, forse non nitidamente, ma penso che senta la nostra presenza. Non lo abbandonerò, non lo farò. Non voglio andarmene, starei solo peggio."

"Penso che Tar vorrebbe che ti concedessi un po' di tregua. Vieni a casa, amore, solo un paio d'ore, nessuno ti negherà di tornare."

"Davvero Henrik, potrai stare qui tutto il tempo che vorrai.", sottolinea la madre.

"Infatti! A cominciare da ora! Se fossimo invertiti lui farebbe la stessa cosa...o mi sbaglio?"

Rimangono in silenzio. Sanno benissimo che ho ragione. Sanno benissimo di non poter più controbattere.

"Rimarrò io...con lui, vi prego, lasciatemelo fare. Il solo pensiero di allontanarmi da lui mi lacera..."

Il padre di Tar sospira e annuisce piano con la testa verso la mia direzione.

Mi salutano dicendo che entro le otto torneranno.

Dentro di loro penso che sappiano che lasciare qui me sia la scelta migliore.

Quando la porta si chiude mi alzo e prendo la poltrona, la sposto vicino al letto al posto della sedia normale.

Mi ci siedo e allungo la mano per prendere quella di Tar.

"Io non vado da nessuna parte, capito amore?"

Lo guardo quasi aspettandomi una risposta.

Sospiro.

"Ti amo...lo sai, no?", il mio tono è disperato.

Mi alzo e mi chino su di lui baciandogli la fronte, "Sei la mia vita...", sussurro pianissimo con la bocca ancora appoggiata e giocando con una ciocca dei suoi capelli.

Prima che le lacrime possano rendermi di nuovo prigioniero della tristezza torno a sedermi.

La mano intrecciata alla sua. Mi addormento nuovamente. Ma il sonno non è più lo stesso senza di lui.

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