New York State of Mind.

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New York State of Mind.


27 Luglio 2018


(Tarjei)

Ho dato completamente sfogo al mio Russ, ci voleva notata la pressione di questa estate. Mi aspettavo un'estate tranquilla, invece sto facendo l'imbarco con direzione New York. Il 28 ho l'audizione. Sono decisamente pronto. Mi alleno da Maggio: inglese, dizione inglese e norvegese, monologhi di ogni genere in entrambe le lingue, un minimo di danza e di canto. Penso di farcela, penso di essere pronto, non mi illudo di niente ma sto iniziando a crederci forse un po' troppo. L'unica cosa ufficiale è il nostro trasferimento all'inizio di Settembre. Le nostre famiglie l'hanno presa abbastanza bene. C'è stato un po' di shock iniziale ma ora sono solo felicissimi per noi. Con Henrik abbiamo provato a dare un'occhiata alle case ma la cosa non è fattibile, sempre che non vincessimo un sacco di soldi, a quel punto potremmo iniziare a pensarci veramente. I nostri amici sono entusiasti per la cosa, l'hanno presa tutti molto bene, e abbiamo già deciso che verranno a passare il Capodanno a New York, cosi da poterci rivedere tutti insieme, inoltre faremo una festa prima della partenza ufficiale. E' bello avere dei progetti futuri in cui sai che tornerai a vedere le persone a cui vuoi bene. Anche i nostri genitori verranno, ma durante le feste di Natale. Compreso il padre di Henrik con la sua famiglia. Saremo davvero tutti e sarà meraviglioso.

Il fratellino di Henrik ci ha fatto una tenerezza assurda, quando partiremo a Settembre piangeremo di sicuro, da quando ha saputo della partenza non si stacca un attimo da lui. Non lo dice chiaramente ma sappiamo che gli mancherà molto. So cosa significa staccare i fili dalla propria casa, lasciare, anche per pochi anni, tutte le persone a cui vuoi bene. Penso ci rafforzerà, penso ci farà bene, penso che ci farà crescere, avremo l'opportunità di vivere responsabilità nuove, come lavarsi da soli la biancheria e i vestiti in generale. Al campus ci sarà sicuramente la lavanderia.

"Come ti senti, amore?", Henrik si allaccia la cintura accanto a me. Occupa sempre il posto vicino al finestrino e a me va benissimo. Non potrei riuscire a guardare fuori senza sentirmi male. Non riesco ancora ad abituarmi a questo maledettissimo pezzo di ferro con le ali.

"Non vedo l'ora di arrivare e baciare la terra."

Scoppia a ridere, "Dopo questi viaggi scommetto che ti abituerai."
"Non mi abituerò MAI."

Mi afferra la mano con la sua e appoggia bene la testa al sedile. Mi guarda dolcemente, i suoi dannatissimi occhi mi mandano ancora in panne. E' possibile? Stiamo insieme da un anno e mezzo e io ancora non riesco ad abituarmi a lui, è assurda questa cosa, "Come ti senti per l'audizione invece?"

Sospiro appoggiando la testa al sedile a mia volta, osservo le nostre mani facendole giocare tra loro, "Penso...di farcela. Non lo so, mi sono allenato tantissimo, ho cercato di dare il massimo in questi mesi. Per ora sono tranquillo. Vado consapevole di ciò che so fare."

Avvicina la mia mano alle sue labbra baciandola dolcemente. Mi sorride.

Malgrado l'aereo abbia acceso i motori sono tremendamente rilassato. Henrik è come una droga per me. Mi rende calmo, tranquillo, quando sono con lui mi sembra che niente possa toccarmi. Che tutto andrà per forza bene. Il suo sorriso è la chiave di tutto, mi basta vederlo per cambiare atteggiamento, tranne quando sono nervoso, in quel frangente vorrei ucciderlo, perché rimane bellissimo e non lo vorrei.

-

"Amore...sai quanto tempo è passato?"

Apro leggermente gli occhi, "Dimmi almeno cinque ore."
"No, tre."
"TRE???? SIAMO PAZZI? Io devo sgranchirmi le gambe, non ne posso più."
"A...proposito di questo..."
Oh no, eccolo, riesco a vederlo, arriva, ne sono certo, allarme bomba Holm, che qualcuno mi salvi.

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