Infinito.

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Infinito.


(Tarjei)

Cammino avanti e indietro all'interno della grande sala da pranzo che abbiamo affittato. La cerimonia avverrà nel giardino subito fuori, addobbato per l'occasione. Mio padre e mia sorella mi hanno portato qui. Sono vestito e pronto, ma l'agitazione sta urlando da tutte le parti del mio corpo. Mio padre è fuori a vedere se è tutto pronto, per poi venirmi a prendere per accompagnarmi all'altare. E' cosi che abbiamo deciso di fare io ed Henrik. Ora come ora non riesco a fare a meno di immaginarmi cadere davanti a tutti, o ad impappinarmi, o a non ricordare il discorso che avevo preparato. In effetti non ricordo una parola, in effetti penso che improvviserò.

Respiro profondamente un paio di volte cercando di calmarmi, è solo un matrimonio, quanto difficile potrà mai essere?

Che domanda stupida. E' il MIO matrimonio, è ovvio che non riuscirò a calmarmi...

"Tarjei..."

Mi volto di colpo riconoscendo quella voce all'istante, "Mamma?!"

E' in abito da cerimonia, bella come il sole, tale e quale a mia sorella. Mi sorride con gli occhi lucidi, "Tarjei sei...una visione!"

Mi si avvicina, ma indietreggio d'impulso facendola bloccare, "C-cosa ci fai qui, mamma?"

Si sfrega le mani guardando a terra, il suo sorriso sparisce, "Sono...stata stupida, Tarjei. Ho fatto una figura da immatura, lo ammetto. Ho passato queste settimane a sognarti e a stare male. Io...ho ricevuto una telefonata da Henrik ieri mattina, che mi ha permesso di spezzare il mio stupido orgoglio. Quello stupido orgoglio tipico della nostra famiglia, che ha sempre creato tensioni. Henrik mi ha raccontato quanto stessi soffrendo in silenzio, quanto il mio sostegno ti mancasse..."
"E mi è mancato! Non puoi immaginare quanto, mamma!! Speravo...speravo che la mia famiglia mi aiutasse in questo matrimonio. Speravo che ci fosse la mia mamma alla prova dell'abito E NON MIA SUOCERA! Voglio bene a Siv, davvero, è stata...come una madre, MA NON ERA LA STESSA COSA. IO VOLEVO TE! VOLEVO TE MENTRE TELEFONAVO A DESTRA E A MANCA PER ORGANIZZARE QUESTO MATRIMONIO. Volevo avere Henrik e la mia famiglia accanto! Mi sono sentito ABBANDONATO! Credo, però, di doverti ringraziare! Mi hai insegnato una cosa importante: io MAI abbandonerò i miei figli nel momento del bisogno, MAI li farò sentire soli ed incompresi, MAI li abbandonerò nei giorni più importanti della loro vita, GIOIRO' CON LORO, perché a me basterebbe vederli felici!"

"Non è per questo che non volevo ti sposassi!"
"E ALLORA PER COSA, MAMMA? PER COSA? COS'HA HENRIK CHE NON VA?!"

"Non è Henrik il problema, non è mai stato lui il problema. Adoro Henrik, penso che sia la persona giusta, è cosi dolce ed empatico, si prende cura di te anche solo con lo sguardo. Io ho visto il vostro modo di essere. Non è il vostro amore a preoccuparmi, e neanche questo matrimonio. La verità è che...sta succedendo tutto cosi velocemente. Prima Kamilla, poi tu, presto anche Trym..."

Mi blocco rendendomi finalmente conto del vero problema.

"Mamma non...ci perderai mai..."

Alza leggermente lo sguardo asciugandosi una lacrima. Non posso fare a meno che andarle incontro ed abbracciarla, "Non volevo che ti sentissi in questo modo a causa mia, Tarjei. A causa della mia stupida gelosia ingiustificata e del mio egoismo...del mio...volervi tenere con me per sempre. Q-quando...avrai dei figli diventerai cosi geloso, io già lo so...", sorride tra le lacrime causandomi un colpo allo stomaco.

"E' stata dura per me...vederti andare a New York, vederti tornare e decidere di andare a vivere con Henrik, vederti pronto per un matrimonio. Sono...semplicemente esplosa. Sapevo che era giusto che tu vivessi la tua vita al cento per cento, ma allo stesso tempo sentivo molto la tua mancanza. L'incidente poi...mi ha segnato molto, quando mi dissi di New York ero devastata, sarebbe stato come perderti di nuovo, ma dentro di me ero anche felice, perché stavi avendo un'occasione irripetibile e mai, mai, Tarjei, avrei potuto ostacolare i tuoi sogni...", mi passa lievemente la mano sulla guancia, "Era giusto che tu partissi, era giusto che iniziassi a convivere e adesso è giusto che ti sposi.", sorrido d'impulso a quella frase, mentre i miei occhi si inumidiscono. Forse era proprio questo che mi mancava: la sua approvazione, "Non potrò mai dimenticare il tuo cambiamento quando ti mettesti con Henrik. Eri cosi felice, solare, brillavi, Tarjei! Eri cosi agitato al vostro primo appuntamento. Eri cosi felice quando quella lontana domenica lo portasti a casa con te, non più presentandolo come un amico o un collega, ma come il tuo ragazzo. Henrik è stato...la tua conquista più grande, è stato il modo in cui tu hai scoperto l'essenza della vera felicità. E perdonami se ho rischiato di rovinare tutto questo, non era mia intenzione. Spero che tu, prima o poi, riuscirai a..."
"L'ho già fatto, mamma. Io ti ho già...perdonato."
Annuisce con un gran sorriso e le lacrime agli occhi. Mi stringo forte a lei, "A-avrei una piccola richiesta, mamma..."
"Qualsiasi cosa."

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