"Siamo una famiglia adesso, no?"

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"Siamo una famiglia adesso, no?"


(Henrik)

Svegliarsi, per quanto traumatico possa essere, è un toccasana per la mente.

Hai quella specie di amnesia iniziale in cui non sai ne chi sei ne dove sei.

Sei totalmente confuso.

Il tuo cervello non connette per niente.

Dimentichi i problemi, le preoccupazioni.

Ma questo momento dura pochissimi secondi.

Giusto il momento dell'apertura degli occhi.

Poi tutto ti ricade addosso, come un macigno.

Sono sdraiato su tre sedie della sala d'aspetto.

La mia testa leggermente rialzata.

Mi sento massaggiare i capelli.

Il mio cervello inizia a ricordare.

Socchiudo gli occhi ancora un momento lasciando scivolare due lacrime.

Lascio lavorare per qualche secondo la fantasia.

Immagino che ad accarezzarmi i capelli sia il mio ragazzo.

Nella mia testa siamo ancora a casa mia.

Nel nostro weekend.

Nel mio letto.

Al sicuro.

Mi accarezza dolcemente, mi rilassa completamente, solo lui può avere questo immenso potere su di me.

La mia fantasia inizia a non bastarmi più. L'ansia torna ad imprigionarla in un angolo remoto del cervello.

Riapro gli occhi, vedo tutto vibrare attorno a me, colpa delle lacrime che non si arrestano.

Lascio andare un singhiozzo.

Mi rendo conto che la mia testa è appoggiata sulle gambe di mia madre.

La sento chinarsi su di me.

"Amore...come ti senti?"

Cerco di alzarmi ma la testa mi gira ancora.

Sento la sua mano tenermi una spalla.

Batto un paio di volte le palpebre cercando di riprendermi.

Scuoto piano la testa.

"C-cosa...mi è successo? Q-quando sei...arrivata?"

"Una mezz'ora fa. I genitori di Tarjei mi hanno chiamato ma ero già sulla strada. Hai avuto una specie di attacco di panico. La madre di Tarjei era terrorizzata, pensava fosse un infarto o qualcosa di simile. Il...padre di Tarjei è rimasto qui con te fino a quando non sono arrivata io."

La cosa mi stupisce, mi sorprende completamente.

"Davvero?"

Mia madre sorride, "Si, testuali parole mi ha detto quando sono arrivata e l'ho ringraziato per essersi preso cura di te: siamo una famiglia adesso, no?"

M'intenerisco ulteriormente lasciando scivolare altre lacrime, "Lo...lo ha detto davvero? Davvero davvero?"

"Henrik...", mi passa una mano intorno alla spalla stringendomi a se, "...lo siamo diventati dal momento in cui tu e Tarjei vi siete innamorati."

Deglutisco guardando di fronte a me, "Non lo so...ogni tanto pensavo di...bho, non piacergli molto."

"Al padre di Tar? No...ti vuole bene. Loro ti vogliono bene tanto quanto io voglio bene a Tarjei. Quando mi hanno dato la notizia al telefono era sconvolta, non solo per come avresti reagito tu ma anche...per l'incidente in sé, ero...terrorizzata. Sento Tarjei come se fosse mio figlio, e anche i genitori di Tar ti vedono in quel modo, ormai. Appena te ne sei andato mi sono lasciata andare sulla sedia, ho dovuto bere parecchio prima di riprendermi...", sospira, "Quindi si...siamo una famiglia. Una grande famiglia, adesso."

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