Perfect Imperfections.

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Perfect Imperfections.

                 


(Tarjei)

Sono le 14.35

Henrik dovrebbe arrivare a momenti.

Mi ha promesso una domenica all'insegna di coccole ma stamattina ha dovuto lavorare.

Staccava esattamente alle 14.30

Il ristorante della madre non è molto lontano, quindi starà sicuramente arrivando.

Sono felicissimo e continuo a camminare per casa. Rimarrà anche a dormire da me, e domani mi accompagnerà a scuola, non sto più nella pelle!

"Tar, datti una calmata, mi fai venire il mal di testa!", dice mio padre senza neanche guardarmi.

"Lascialo in pace! Non l'ho mai visto cosi felice!!"

"Grazie mamma", sorrido.

"Quando ieri sera ho mandato le vostre foto alla mamma di Henrik era entusiasta! I nostri ragazzi!"

"Oh, eddai mà!", rido.

Penso di star vivendo il periodo più bello della mia vita.

Spero non finisca mai.

Sento il citofono e mi butto a capofitto ad aprire.

Fremo davanti alla porta spalancandola.

Lo sento salire le scale. Tremo completamente. L'effetto che mi fa è incredibile.

Eccolo arrivare davanti ai miei occhi.

"Ciao piccolo!", mi dice sorridendo.

Non resisto e mi butto letteralmente tra le sue braccia, "Mi sei mancato!"

Ride, "Sei un amore, la persona più dolce della terra!", mi mette una mano tra i capelli.

"Ciao Henrik!"

E' mio padre dalla sala, probabilmente vuole precisare la sua presenza.

"Oh salve!", sorride.

"La prossima volta stiamo da me, cosi siamo soli...", sussurra piano sorridendo mentre io rabbrividisco al solo pensiero.

"Noi andiamo in camera mia!"

"Fate i bravi!"

"PAPA'!!!!!"

"Oh eddai, lasciali stare!", dice mamma dando a mio padre una leggera pacca alla spalla.

"Sappiate che ogni tanto vengo a controllare."

"No, non lo farai!"

Lascio i miei genitori nel loro piccolo battibecco.

Vedo Henrik togliersi le scarpe e la giacca divertito. Indossa anche il grembiule.

"Oh, cavolo, nella fretta mi sono scordato di toglierlo..."

Sorrido, "Tienilo, mi piace!"

Mi sorride dolcemente.

Gli prendo la mano e lo porto in camera. Chiudo la porta.

Lui si sdraia velocemente sul letto, "no, ti prego, ora lo tolgo, mi da fastidio", ride togliendosi il grembiule, lo appallottola e lo lancia verso una sedia.

Sorrido, amo come si senta a suo agio a casa mia.

"Musica?"

"Si, ti prego, ne ho bisogno...", dice chiudendo gli occhi massaggiandosi le tempie.

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