Capitolo 9

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Harry's pov
Chiusi gli occhi, stringendola a me.
Il suo respiro, si regolarizzò nell'arco di pochi minuti, segno che si fosse addormentata.
Era stanca, anch'io lo ero, ma la voglia  di restare a guardarla per un po fu più forte.
Aprì gli occhi, osservando come le sue labbra restassero leggermene schiuse, ma quello che mi strappò un sorriso, fu la sua mano, stretta a pugno sulla mia maglia.
Il giorno dopo ci saremmo svegliati distrutti per la posizione in cui stavamo per dormire, ma avrei preferito questo al doverci separare ognuno nelle proprie stanze, come aveva detto lei.
Lessi attraverso i suoi occhi, la paura di essere scoperti, non volevo questo per lei, ma non avevo neppure la forza di allontanarla completamente da me.
Le sentì borbottare qualcosa nel sonno.
Girai lo sguardo alle mie spalle e a quel punto mi venne un'idea che si sarebbe rivelata comoda per entrambi.
Passai un braccio sotto le sue ginocchia  e l'altro sotto la sua schiena, sollevandola ancora avvolta in quella coperta, per poi raggiungere il fondo di quel mezzo, dove le sedute erano più lunghe e spaziose.
La feci distendere, stendendomi poi al suo fianco.
"Che succede?" Sussurró, con ancora gli occhi chiusi, era adorabile, era bellissimo vederla così, mi ci sarei potuto abituare.
"Nulla" le sfiorai i capelli "dormi" aggiunsi dandole un bacio fra questi.
Si accoccolò meglio a me e io non persi tempo ad avvolgerla fra le mia braccia.

Isabelle's pov
Sbattei le palpebre più volte, cercando di mettere a fuoco la vista, ma quello che mi si presentò dinanzi, non era il mio solito risveglio, era molto meglio.
La mia schiena, premeva sul petto di Harry, che con le sue dita, continuava a solleticarmi il collo.
"Sei una dormigliona" bisbigliò nel mio orecchio, facendomi sussultare, la sua voce era un qualcosa di indescrivibile di primo mattino.
"Che ore sono?" Mormorai, restando immobile nella mia posizione.
"Le sei e mezza" rispose, facendo scendere quella stessa mano, sul mio ventre, disegnando cerchi immaginari su questo.
"Mmmm, allora posso dormire ancora un po' "mugugnai, richiudendo gli occhi, infondo non si stava così male fra le sue braccia.
"Mi dispiace disturbarti scimmietta, ma dobbiamo andare, fra poco arriveranno quelli che hanno il turno oggi" a quelle parole, i miei occhi si spalancarono, avevo completamente dimenticato che il mondo lì fuori girasse ancora.
"Oddio" repressi un urlo, mettendomi seduta, portandomi poi una mano alla tempia per il movimento brusco che avevo fatto.
"Con calma" ridacchiò, guardandomi dal basso "abbiamo ancora cinque minuti"
"Oh tu si che sei rassicurante" sospirai, stiracchiandomi "ma come siamo finiti qui?" Domandai, ricordavo e ne ero abbastanza sicura che la notte precedente eravamo seduti e non stesi lì infondo.
"Mmm, così è più comodo e comunque" disse mettendosi seduto al mio fianco "non pensavo pesassi così tanto" sghignazzò, spintonandomi da una spalla.
"Oh ma davvero?" Arricciai il naso indispettita "non voglio pensare a quando dovrai trascinare il mio corpo ferito..."
"Questo mai" mi interruppe seriamente.
"Speriamo" mormorai, eravamo troppo vicini.
Rilasciò un lungo sospiro, passandosi nervosamente le mani fra i capelli.
"Harry.." Lo richiamai, prima che potesse aprire bocca "ho una fame pazzesca" sbuffai e fu così che finalmente gli tornò il sorriso.
"Anch'io scimmietta"
"Perché continui a chiamarmi così?"
"Ti sei aggrappata a me tutto la notte" ammiccò, alzandosi.
"Oh" avvampai all'istante, purtroppo quando dormivo tendevo a fare cose abbastanza strane, come parlare e sperai con tutta me stessa di non avere detto nulla di imbarazzante "ecco.."mi grattai la nuca, infilandomi le scarpe "mi dispiace, non me ne sono resa conto"
"A me no" sorrise, stiracchiandosi a sua volta "non mi è dispiaciuto affatto"disse, afferrando la mia mano nella sua "ma ora dobbiamo davvero scappare"
"E mangiare" aggiunsi.

Avevamo quasi raggiunsi l'uscita del garage, quando delle voci e non delle voci qualunque, rimbombarono in quelle quattro mura.
"Cazzo" imprecò Harry, trascinandomi in uno stanzino, ancora una volta un maledetto sgabuzzino, pieno di ruote di ogni genere.
"Perché finiamo sempre in questi posti?" Sbuffai, ma bloccai il mio flusso di parole, non appena quella voce si fece più vicina.
"Gli altri dove sono?"
"Stanno per arrivare maresciallo" la voce di Niall, risuonava aldilà della porta del nostro nascondiglio.
Era possibile vedere la sua sagoma e quella di Smith, da un grosso foro dove un tempo c'era la serratura di quella stessa porta, che poteva salvarci o meno da un'altra sfuriata del signor maresciallo.
"Bene" gracchiò Smith, prendendo a spiegare tutto quello che avrebbero dovuto fare.
Trattenni il fiato per tutto il tempo, continuando a sbirciare, quando la mano di Harry, che fino a quel momento era rimasta intrecciata alla mia, aumentò la presa, facendomi voltare nella sua direzione.
"Respira" ridacchiò sottovoce, probabilmente il mio viso stava per diventare viola dallo sforzo, ma la paura era tanta e quando anche lui la lesse attraverso i miei occhi, il suo sorriso affievolì.
"Non immagina che siamo qui" bisbigliò, accarezzandomi il volto.
"Lo so" mormorai, abbassando gli occhi, spalancandoli l'attimo dopo, quando con due dita, riportò il mio capo all'altezza del suo.
Le nostre labbra, involontariamente, si sfiorarono e all'unisono, sussultammo.
Era questo che succedeva quando due uragani come noi, entravano in contatto.
"N-non voglio che tu abbia paura di lui"  vacillò, distogliendo il suo sguardo insiste dalle mie labbra, mordendosi però le sue.
"Non capisco perché c'è l'abbia con noi" ammisi, sospirando "insomma, non facciamo niente di male" sbuffai, bloccandomi quando l'artefice dei miei problemi, si poggiò, proprio su quella dannata porta.
"Alla buon 'ora"
Smith, riproverò la povera Angie, che quella mattina aveva ritardato di, a male pena, cinque minuti, mi sentì subito in colpa, per non averle avvisate del mio mancato rientro, probabilmente mi stavano cercando e io solo in quel momento ricordai di aver dimenticato il cellulare sui sediolini del mezzo che fra poco sarebbe partito.
" no" sbuffai, pentendomene l'attimo dopo, per aver attirato su di noi, attenzioni indesiderate.
"Avete sentito?" Ancora una volta fu Smith a parlare.
"No" rispose prontamente Niall "cioè, nulla maresciallo Smith, non ho sentito nulla"
"Mi sarò confuso" sbuffó "ma ora andiamo, già abbiamo perso troppo tempo"
Rumori di passi che si allontanavano, mi fecero tirare subito un sospiro di sollievo, guadagnandomi però un'occhiataccia da parte di Harry.
"Ho dimenticato il cellulare sui sediolini" spiegai, alzando le mani in segno di resa.
"Come devo fare con te" sbuffó, ma il suo tentativo di apparire realmente seccato, svanì quando non riuscì più a controllare un sorrisetto che da un po minacciava di spuntate sul suo viso.
La porta venne bruscamente spalancata e d'insisto mi avvicinai ad Harry, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.
Solo quando riconobbi la voce di colui che ci gridò contro, ebbi il coraggio di staccarmi.
"Siete per caso impazziti?"
"Rilassati biondo" sbuffó Harry, aiutandomi ad uscire da lì.
"Rilassarmi?" Urlò, spalancando le braccia "ti ho appena parato il culo, potresti almeno ringraziarmi"
"Potrei.."ridacchiò.
"Niall grazie" dissi invece io con gratitudine, senza il suo aiuto, Harry non avrebbe riso poi così tanto.
"Di nulla infermiera del mio cuore" ammiccò, strizzando l'occhio.
"Sparisci" sbottò Harry, infastidito, erano attimo come quelli in cui mi illudevo, in cui arrivavo addirittura a pensare che lui potesse essere geloso di me.
"Addio ragazzi, vado a lavorare, ma voi fate i bravi" aggiunse, allontanandosi velocemente da Harry, già pronto a tirargli una ruota contro.

Mission of love [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora