Capitolo 2

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Isabelle's pov

"non ci posso credere" repressi un urlo nel bel mezzo di una conferenza, non appena aprì la mail sul mio cellulare.

"shhh" il solito secchione di turno, mi lanciò un'occhiataccia al di sotto dei suoi occhiali tondi, lo conoscevo di vista e non aveva mai perso occasione di screditarmi con i suoi colleghi, quando riuscivo a portare a termine un esame a pieni voti.

Finsi di non aver neppure notato il suo richiamo, alzandomi dalla mia sedia per raggiungere l'esterno dell'aula conferenze.

Rilessi quella mail per più di dieci volte, prendendo a saltellare dalla gioia, quando finalmente realizzai che quella fosse la realtà; avevano accettato.

Mi era stato chiesto di presentarmi lì fra soli due giorni, inutile dire che quelle tempistiche così ristrette mi procurarono non poca ansia, ma ero felice, ero felice di imbattermi in questa nuova esperienza di vita.

Mandai subito un messaggio a mio padre, notai come in quei giorni il suo sguardo si posasse malinconico su di me, sopratutto alla sera quando tutti e tre cenavamo insieme.

Il senso di colpa mi attanagliava lo stomaco, ma ero sicura che un giorno tutto quello che avevo intenzione di fare per la mia vita, lo avrebbe reso orgoglioso, era proprio questo a spronarmi e farmi andare avanti, senza ripensamenti.

Raggiunsi subito l'ufficio di Margaret, ultimamente capì di aver bisogno del suo pensiero più di quanto mi immaginassi.
Fino a quel momento ero sempre stata una ragazza riservata, le uniche opinioni che prendevo in considerazione erano unicamente quelle di mio padre, ma infondo era convenevole avere anche dei parere esterni.

"Margaret" presa dall'entusiasmo, dimenticai perfino di bussare alla sua porta, fiondandomi nel suo ufficio, come una perfetta maleducata "scusami" mormorai imbarazzata, ma per fortuna era sola.

"belle notizie?" domandò, non facendomi sentire minimamente in colpa per la mia sfrontatezza.

"bellissime" risposi avanzando, fino a raggiungere una poltrana, di fronte la sua scrivania "fra due giorni devo presentarmi nella loro caserma, vogliono parlarmi, nella mail dicono che la partenza sia stata anticipata"

"wow" sbattè più volte le ciglia, come colpita da quell'informazione, a volte le sue reazioni mi confondevano "è-è una fantastica notizia, complimenti" accennò un sorriso, rilasciando subito dopo un lungo respiro.

"non ti vedo convinta" commentai in tutta onestà, la conoscevo abbastanza da riconoscere quando mentisse, aggiungendoci che poi non ne era particolarmente in grado.

"non è questo, solo...mi mancherai" sollevò il capo, che fino a qualche attimo prima tenne basso, inchiodandomi con i suoi occhioni azzurri, proprio come i miei.

"anche tu, molto" sorrisi malinconica, raggirando la scrivania per poterla abbracciare, era una donna dal cuore d'oro e io la stimavo tantissimo.

"non farti abbattere da nulla, tu sei Isabelle Wood e qualunque cosa quei tipacci ti diranno, non dargli ascolto, vali molto più di quanto immagini" e quelle parole, ero sicura, le avrei ricordate sempre, in ogni attimo della mia permanenza in quel posto.

*****

"papà hai letto il mio messaggio?"

Un'altra giornata era ormai giunta al termine e come da oltre vent'anni, ci trovavamo uniti intorno al solito tavolo, aspettando la cena.

Negli anni, continuai a domandarmi spesso, come mai non avessero avuto altri figli, le possibilità di mantenerli non gli mancavano di certo, ma forse mancava la cosa principale, l'amore.

Mission of love [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora