Capitolo 38

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Harry's pov
Le mie mani tremavano nel mentre spostai una ciocca dal suo viso.
"Cazzo" mormorai, quando un rivolo di sangue, scorreva dalla sua tempia.
"Isa, oddio piccola svegliati" senza neppure accorgermene, lacrime salate presero a scendere ai lati dei miei occhi.
Non indugiai oltre, dovevo essere forte, nonostante, ero sicuro di poter sentirmi male da un momento all'altro.
"Andrà tutto bene" mormorai, ma forse più a me stesso, prendendola in braccio per raggiungere l'infermeria di turno.
Non avevo mai avuto così tanta paura in vita mia e questo mi fece sentire ancor più una merda per come l'avevo trattata pochi attimi prima.
Con un calcio spalancai la porta dell'infermeria, trovandovi dentro solo Olga intenta a leggere un libro, ma che non appena mi vide, si alzò, correndo nella mia direzione.
"Che succede?" Chiese allarmata.
"Non lo so cazzo, fai qualcosa" sbottai, ero fuori di me, non ero lucido quando si trattava di lei.
"Ha sbattuto la testa?" Chiese, indicandomi un lettino dove poterla adagiare.
"Credo di sì, credo si-sia svenuta" balbettai, sedendomi al fianco di Isa, senza mai lasciarle la mano e non volli pensare a cosa sarebbe potuto accadere se quella sua amica, Fiamma, non mi avesse spronato a correre da lei; non me lo sarei mai perdonato.
Olga, prese a disinfettare la ferita sulla sua tempia, non sembrava molto profonda.
"Perché non si sveglia?" Chiesi impaziente.
"Le farò un lavaggio, vedrai che si riprenderà" sorrise appena, ma io non avevo bisogno di compassione, necessitavo solo che lei aprisse i suoi bellissimi occhi e mi perdonasse per il madornale errore che avevo fatto quella dannata sera.
"Si deve riprendere" sbottai, posando la testa sul ventre di Isabelle.
"Non ha bisogno di punti" mi rassicurò "la ferita si rimarginerà da sola, è superficiale"
"Va-va bene" tremai, non riuscivo a riconoscermi, ero completamente fuori di testa per lei.
"Harry" mi voltai, quando Fiamma, avanzò verso di noi "cosa le hai fatto?" Urlò, affettandomi per il bavero dalla maglia.
"Che cazzo fai?" Urlai a mia volta, strattonando la sua presa su di me, era pazza.
"Ho trovato il suo cellulare a terra e del sangue, mi spieghi che cazzo è successo?" Inveì.
"L'ho trovata svenuta" sbottai "cosa diavolo ti passa per la testa? Non le farei mai del male" rabbrividì al sol pensiero.
"Oh" mormorò "ecco io... Pensavo.."
"Sta zitta" tornai nuovamente a sedermi al mio posto, volevo restare solo.
"Harry, vedrai che fra meno di un'ora si sveglierà" Olga posó una sua mano sulla mia spalla, ma fin quando ciò non sarebbe accaduto realmente, non mi sarei tranquillizzato affatto.
"Resto lo stesso" replicai, afferrando una mano di Isabelle fra le mie.
"Anch'io" rispose Fiamma, prendendo una sedia e sedendosi al lato apposto al mio.
"Non ce ne è bisogno" sputai, guardandola male, non mi conosceva e mi riteneva un violento.
"Ragazzi non litigate, per qualsiasi cosa mi trovate alla stanza affianco" disse Olga, andandosene.
"Non fare l'antipatico" inizió "dovresti ringraziarmi, non ci saresti mai andato altrimenti"
"Questo non giustifica i tuoi pensieri malati su di me, non mi conosci, non sai che io darei la vita per lei" sbottai, non sapeva nulla di noi.
"Ammetto di essere stata prevenuta, ma ero solo spaventata, non ho ragionato" si difese, sempre con quel suo tono da saputella, era odiosa.
"Beh non mi pare che tu sia una sua grande amica, ho sentito come l'hai trattata al campetto" corrucciai lo sguardo, alle volte non capivo perché Isabelle insistesse tanto con certa gente che a mio parere non lo meritava affatto, ma poi pensavo che anche con me era stata così e senza la sua pazienza, forse non avrei mai ammesso a me stesso quanto la amassi.
"Questi non sono cazzi tuoi" mi trucidò con lo sguardo "non siamo amiche, ma sono un essere umano e come tale mi preoccupo se una persona sta male, fa parte del mio mestiere infondo" ma non là credetti, nonostante non lo dava a vedere, avevo intuito che, in un modo tutto suo, tenesse ad Isabelle.
"Certo come no" sbuffai, tornando a concentrarmi sulla mia ragazza.
Il suo viso era stanco, provato e dolorante, non riuscivo a vederla in quello stato, consapevole di esserne in parte colpevole.
Non riuscivo però a capire a cosa fosse dovuto quello svenimento.
"Non l'avrei mica messa incinta?" Ridacchiò Fiamma, come se avesse letto i miei pensieri.
"No" risposi prontamente, ne ero sicuro, eravamo stati attenti.
"Allora bisogna capire perché è svenuta" scrollò le spalle.
"Ma va?" Sopirai "sei un genio, non ci avevo pensato"
"Fai poco lo spiritoso, perché se è incinta la vostra missione finisce qui" sghignazzò.
"Questi non sono cazzi tuoi, nel caso sapremo come comportarci" sbottai.
Il sol pensiero mi provocava ansia, non ero pronto per una cosa del genere e forse non lo sarei mai stato, la mia vita non mi permetteva certe cose, sarebbe stato ingiusto mettere al mondo un figlio che avrei visto quasi mai, data anche la condizione attuale della mia carriera.
"Non ho dubbi" allungò le gambe, posandole su di un'altra sedia, prima di sbadigliare sonoramente.
"Puoi andartene, resto io qui" dissi, reprimendo la stanchezza che stava colpendo anche me.
"Me ne andrò quando si sarà svegliata" replicò, era più cocciuta di me quella ragazza.
"Fa come cazz...."
"Har-Harry" le sue dita, si strinsero attorno alle mie, era sveglia.
"Piccola" sorrisi come un coglione, accarezzandole il viso "come ti senti?"
"Ho-ho mal di testa" gracchiò, portandosi una mano sulla medicazione che aveva alla tempia.
"Ti prendo un'aspirina" disse Fiamma, raggiungendo la stanza di Olga.
"Cos'è successo?" Chiese cercando di mettersi seduta.
"Resta giù" la feci distendere lentamente "non ricordi nulla?"
A quella domanda i suoi occhi si spalancarono, per poi riempirsi di lacrime.
"Hey piccola, che succede?" Mi accovacciai su di lei, baciandole una guancia bagnata dalle lacrime che stava versando.
"Mi-mio padre... Lui" singhiozzò, facendomi spezzare in due, se c'entrava ancora quel Mark, avrei fatto una strage.
"Gli è successo qualcosa?" Afferrai la sua mano, intrecciandola meglio alla mia.
"Margaret mi ha tradito" prese a piangere ancora più forte "gli-gli ha raccontato quello che io ho scoperto, ha-ha iniziato a dire delle cose strane e che l'ha fatto solo per proteggermi"
"Hey, sono sicuro che c'è una spiegazione, da quello che so quella donna ti vuole molto bene"
"Io-io sono svenuta quando..."
"Respira piccola, possiamo parlarne in un altro momento"
"C'è un altro" chiuse gli occhi "quel giorno non sono nata solo io"
"Cosa?" Strabuzzai gli occhi.
"La mia madre surrogata, quel giorno ha partorito due gemelli, ma mia madre ne ha voluto solo uno" pianse ancor di più "mio padre era fuori di se, mi stava dicendo tutto, ma non ho retto....mi sono sentita male"
"Cavolo" scossi il capo, era troppo, ora capivo perché fosse svenuta.
"Devo sapere la verità" asserì "per favore dammi il mio telefono"
"Hey, piccola guardami" afferrai il suo volto fra le mie mani "ti sei appena ripresa, lo chiamiamo domani insieme ok?"
"Harry io.."
"No, non rischierò che tu stia male di nuovo"
"Va bene" annuì appena, posando la sua mano dietro la mia nuca "vuoi-vuoi ancora lasciarmi?" Sussurrò con voce tremolante.
"No, non l'ho mai voluto amore mio, ho sbagliato, ma ti spiegherò tutto un'altra volta, perdonami" sussurrai abbassando il capo sul suo petto, mi vergognavo di me stesso, avevo la donna migliore del mondo al mio fianco e stavo rischiando di perderla per la mia fottuta gelosia.
"Non voglio più litigate con te" mormorò, facendo rialzare il mio viso e posando la sua fronte contro la mia.
"Neanch'io" bisbigliai, prendendo a baciarle un angolo delle sue labbra "ho avuto paura" ammisi, accarezzandole i capelli, era l'unica con cui riuscissi ad aprirmi.
"Allora ci tieni a me" sorrise ampiamente, strofinando il suo naso contro il mio.
"Mmmm, più o meno" ridacchiai.
"Mmmmm, devo ammettere che mi piaci, potrei farci un pensierino su di te" si morse il labbro e dovetti seriamente ricordarmi della sua ferita per non saltarle addosso.
"Non immagini quanti pensierini abbia fatto io su di te" ammiccai.
"Certo che ve li scegliete bene i set per i vostri filmini porno"
"Ancora tu?" Sbottai.
"L'aspirina per Cenerentola" rise Fiamma, dando un bicchiere ad Isa.
"Oh grazie"
"Comunque sul serio" disse, prendendo posto al mio fianco.
"Cosa?" Inarcai un sopracciglio, quella tipa era imprevedibile.
"Prima il garage, ora un'infermeria, siete il futuro del porno"
"Smettila" la riprese Isa, arrossendo all'istante.
"Beh effettivamente non ha tutti i torti torcia umana" replicai.
"Come mi hai chiamata?" Ridusse gli occhi a due fessure.
"Il tuo nome è alquanto strano, non sempre lo ricordo" alzai le mani in segno di resa.
"Come se il tuo fosse normale" sbottò "è ridicolo oltre che infantile"
"Non è infantile il mio nome" la guardai male.
"Sarà" scrollò le spalle, adagiandosi contro lo schienale della sedia.

Mission of love [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora