Capitolo 24

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Isabelle' s pov
La mia faccia fu praticamente spiaccicata sul petto di qualcuno e solo quando le braccia di questo allentarono la presa su di me, riuscì a capire di chi si trattasse e chi se non lui.
"Volevi far soffocarmi anche tu" ridacchiai, spingendolo da un braccio.
"Oh ma che dici, uso tecniche più letali per far cadere una donna ai miei piedi" si pavoneggiò, gonfiando il petto.
"Ah sì? E dimmi un po, come sta procedendo quella cosa?" Bisbigliai, come se davvero qualcuno ci stesse sentendo, ma eravamo completamente soli.
"Alla grande, non l'ho ancora baciata come si deve, ma è così timida che a volte ho paura di sbagliare, di esagerare" sospirò, andandosi a sedere su quello che pensai fosse il suo letto.
"Niall non credo che tu dia questa impressione ad Angie, vedo come le brillano gli occhi quando si parla di te, le piaci e tu devi essere più sicuro di te" mi avvicinai, sedendomi al suo fianco.
"Isa, voglio raccontarti una cosa abbastanza imbarazzate della mia vita ma non devi dirla a nessuno" mi intimò.
"Certo, lo sai che puoi fidarti" posai una mano sulla sua.
Adoravo davvero il nostro rapporto, sarebbe stato un fratello fantastico per me.
"Non ho mai avuto una ragazza" rispose di getto, corrucciando la fronte "che sfigato" sbuffó.
"Perché dovresti essere uno sfigato? Non sei l'unico a non aver mai avuto una ragazza e io non ci trovo nulla di male, probabilmente aspettavi Angie" ammiccai, spintonandolo da una spalla.
"Se magari" mi faceva una tenerezza "quando capirà che non so fare un cazzo, che la mia esperienza è pari a zero, scapperà"
"Ma sei scemo?" Repressi un urlo "Angie non è così, perché ti è così difficile pensare che le piaci davvero?"
"Non ho molta autostima, insomma questo campo è strapieno di ragazzi molto più belli ed esperti di me, che sicuramente l'avrebbero baciata fin dal primo momento" sbuffó.
"Ma mi pare che lei guardi solo te però" gli sorrisi "ascoltami bene Niall, tu non hai nulla da invidiare a nessuno, sei un bellissimo ragazzo e io ti adoro così come sei, sei speciale e lo sa anche lei"
"Isa" mi guardò commosso "ti voglio bene"
"Anch'io Niall" lo tirai a me abbracciandolo "ti posso fare una domanda?" Chiesi, tenendolo ancora fra le mie braccia.
"Mmm"
"Quanti anni hai?"
"Diciannove perché?" Alzó il capo.
"Ah ok, dovevo decidere se considerati un fratello maggiore o minore" ridacchiai.
"E?"
"Decisamente minore, io ne ho ventuno"
"No, davvero? Oddio sembri una ragazzina" sghignazzò, guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia.
"Beh vorrà dire che mi porterò giovane un domani" risposi indispettita.
"Davvero non ci posso credere" continuò a ridere di gusto.
"Oh, sei pessimo, alza le chiappe e vai a baciare la mia amica su" lo spronai, quando non volle alzarsi dal letto, era come inchiodato.
"Niall" sbuffai "dai devi baciarla stasera, pensa a qualcosa di romantico"
"Sì ma tu verrai con me" si alzò trascinandomi per una mano fuori da quella stanza.
"Aspetta" urlai, tornando indietro per recuperare il suo secondo bigliettino dal comodino che avrei conservato con cura.

Harry's pov
"Passami la spugna"
Un'ora prima, ero la persona più tranquilla e serena di questo mondo ed era strano detto da uno come me, ma infondo avevo capito che questo era l'effetto che lei mi provocava.
Ritrarla, aveva influito molto al mio buon umore, così come saperla al sicuro fra le mie lenzuola.
Avrei voluto ben volentieri, stendermi al suo fianco e abbracciarla, ma ovviamente questo non fu possibile.
Il mondo continuava a girare, mentre noi eravamo rinchiusi in uno tutto nostro.
E fu così che ora mi ritrovavo a dover lavare delle stupide auto in compagnia di quel cazzone di Payne.
Aspettavo, inoltre, una chiamata dalla mattina, ma che fino ad allora non arrivò.
"Ecco" afferrai, anzi strappai la spugna dalle sue mani, cominciando a passarla su una fiancata dell'auto.
La sua presenza, mi provocava fastidio e disappunto.
Nonostante non ne avessimo parlato, nonostante non gli avessi urlato contro di starsene al suo posto e nonostante io mi fossi "fatto da parte" con Isabelle, era impossibile non notare la tensione che aleggiava nell'aria fra noi.
Isabelle non era una sfida per me, non lo era mai stata, ma vedere quel figlio di puttana che ci provava spudoratamente con lei, fece riemergere in me quel senso di competizione, che conoscevo fin troppo bene.
Continuai ad ignorarlo, quando accese una stazione della radio dalla vettura, ma quando lo vidi sedersi al suo interno con le gambe poggiate al cruscotto, il mio istinto di prendere la sua faccia e sbatterla contro il parabrezza, prevalse.
"Vuoi anche un caffè?" Mi alzai, posizionandomi davanti alla portiera lasciata aperta, dove lui era beatamente stravaccato.
"Possibilmente amaro grazie" rispose beffardo, facendo il più grande errore della sua vita.
"Come scusa?" Piegai una mano dietro al mio orecchio "non ho sentito bene, puoi ripetere?" ed era meglio per lui che cambiasse la versione delle sue parole.
"Senza zucchero" invece disse.
Rilasciai un profondo respiro,prima di afferrarlo con le mie mani per la giacca e sbatterlo al di fuori di quella vettura.
"Che cazzo credi di fare?" Urlai ad un centimetro dal suo volto "come cazzo ti permetti di rivolgerti a me in questo modo?" Ero fuori di me.
"Ah giusto, tu sei un mio superiore" ridacchiò amaramente.
"Payne" il tono falsamente pacato "ti spaccherei la faccia a prescindere dal grado che ho su questa fottuta divisa, quindi regolati con me, ti conviene" lo avvisai.
"Styles" imitò il mio tono, avvicinandosi troppo per i miei gusti "mentre tu giochi al bambino spaventato, io mi prendo ciò che davvero voglio e Isabelle capirà che come uomo, valgo molto più di te, sceglierà me"
Una risata di gusto, uscì dalle mie labbra, ma ovviamente era solo per mascherare il nervoso che le sue parole mi avevano procurato.
"Vali più di me e sceglierà te" mi portai due dita sotto al mento con fare pensieroso "interessante" commentai.
"Esattamente, non potrai mai darle quello che vuole, io si, fatti da parte"
"E tu cosa ne sai di cosa ha bisogno lei eh?" Mi infastidì, lui non la conosceva, non come la conoscevo io o almeno sperai che fosse così.
"Vuole un uomo" quasi urlò "un uomo che la voglia davvero, che la voglia ogni fottuto giorno e che non abbia paura come invece ne hai tu" mi guardò disgustato.
"E credi di essere tu?" Le mia mani raggiunsero il colletto delle sua camicia "eh, lo pensi davvero?" Digrignai fra i denti.
"So solo che farei di tutto per lei, sento un forte legame nei suoi confronti, non riesco e non voglio starle lontano" mi sfidò con lo sguardo e nei suoi occhi non vidi dubbi, quella merda lo pensava davvero.
"Non fai per lei" mi allontanai distogliendo lo sguardo, chi ero io per dire una cosa del genere?
Nessuno, ma faceva male, male in modo inspiegabile, pensare a loro due insieme.
"Credimi nemmeno tu" disse "ma se lei dovesse scegliere te, non farei nulla per ostacolarvi mentre tu..."
"In guerra e in amore tutto è concesso" lo aveva detto lei e mi sentì così strano a parlare di lei in quei termini.
"Quindi è così che la pensi? Bene, bene Styles, farò di tutto per allontanala da te e prendermela" serrò la mascella, ma mai quanto la mia.
"Non sarà mai tua, mai Payne" digrignai fra i denti, allontanandomi da lì, quando finalmente quella chiamata arrivò.
Mantenevo sempre le mie promesse.

Mission of love [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora