Capitolo 44

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Harry's pov
Era sorprendente, questo era Isabelle.
Quando la vidi la prima volta, intuì che fosse la classica ragazza timida, bella ma timida ed in alcuni casi lo era ancora, ma con me era riuscita ad abbattere tutte le sue insicurezze, rendendomi l'uomo più felice del mondo.
"Stai giocando con il fuoco" le sussurrai all'orecchio una volta posizionatomi dietro di lei.
Quella donna emanava sensualità da ogni poro e ancora oggi faticavo a capire che fosse solo mia, era unica, un angelo che pian piano stava riuscendo a salvarmi, senza di lei sarei stato un'anima infelice e vuota, ma sopratutto incompresa.
"Vale la pena bruciarsi" ansimò, quando le mie mani afferrarono il suo sedere con decisione, era una droga, una delle più potenti e l'astinenza da essa sarebbe stata terribile.
"Ne sei sicura?" Presi a morderle il collo, avvicinandomi ancora di più al suo corpo, era stata brava a farmi impazzire, ma ora toccava a lei, dovevo riprendere il controllo, almeno in quello, per il resto avevo capito di essere neve al sole fra le sue mani e stranamente la cosa non mi infastidiva affatto.
"Mai stata più sic.." Non le diedi modo di completare la sua frase, che con un movimento di fianchi, fui dentro di lei.
Quella sensazione di unione era paradisiaca ed ogni volta mi stupivo per le emozioni che mi dava.
Non era mai stata una cosa strettamente fisica, per me quel momento rappresentava qualcosa di molto più profondo e forte.
Rappresentava forse, l'attimo in cui tutte le paure andavano a farsi fottere, non pensavamo ad altro se non a noi stessi e all'amore che ci univa in una sola persona.
Perché lei per me era questo, la mia metà, l'unica donna che avrei amato e rispettato per sempre.
Era una promessa che facevo prima a me stesso che a lei.
Mi conoscevo e sapevo che i demoni che mi portavo dietro da un po, emergevano anche in sua presenza come quella stessa mattina in cui mi propose di venire con me.
Non glielo avrei mai permesso, nonostante dentro me sapessi che la sua presenza in quell'inferno mi avrebbe fatto star meglio, ma sarei stato un'egoista.
Non potevo mettere in pericolo anche lei.
Avrei fatto di tutto per restare vivo in quella bolgia, mai come prima d'ora avevo un valido motivo per tornare illeso a casa, una casa che aveva il suo nome; non vedevo l'ora di iniziare la vita vera con lei, sperando che tutto sarebbe rimasto magnifico come ora.
"Harry" si aggrappò al mio braccio teso contro le piastrelle fredde della doccia.
"Mia" digrignai fra i denti, aumentando ancor di più la velocità delle spinte.
Amavo perdermi dentro di lei, amavo che lei si lasciasse andare fra le mie braccia ed arrivati ad un punto di non ritorno, non potei far altro che gridarle quanto la amassi.
Doveva saperlo, doveva ricordarselo.

"Mi piace il tuo bagnoschiuma"
Il tempo a nostra disposizione stava per finire e dovevamo sbrigarci nel fare quello che in teoria avremmo dovuto fare, lavarci.
"Puoi lavarti con questo se vuoi" ammiccai nella sua direzione, prendendo ad insaponare il mio corpo.
"Posso?" Si morse il labbro, rapita dal movimento delle mie mani sul mio corpo.
"Fai pure" scrollai le spalle, aprendo le braccia, volevo vedere proprio fino a che punto si sarebbe spinta.
Le sue manine, si riempirono di altro bagnoschiuma, prima di posarsi delicatamente sul mio petto e prendere a massaggiarlo.
Chiusi gli occhi, posando la testa contro le piastrelle alle mie spalle, beandomi del suo tocco rilassante.
"Sai che dopo devi ricambiare il favore?" Sussurrò, prendendo a massaggiarmi il collo.
"Se proprio devo" sbuffai una risata, morivo dalla voglia di toccarla ancora e ancora, non mi sarei mai stancato di farlo.
"Beh se la cosa ti scoccia posso fare da sola" avvertì l'assenza delle sue mani sul mio corpo e quando riaprì gli occhi notai come prese ad accarezzarsi il suo con una lentezza disarmante, non c'era nulla di più sexy ed erotico al mondo che vedere la propria donna toccarsi in quel modo.
Restai a fissarla ammaliato per abbondanti cinque minuti, ma quando capì di star letteralmente scoppiando, mi avventai su di lei, portandole le braccia sopra la testa.
"Ora ci penso io a te" sorrisi maliziosamente, prima di dedicarmi ad ogni singola parte del suo corpo.
*****
"Ouch"
"Che ti prende?" Chiese Fiamma, quando iniziai a lamentarmi nuovamente per il dolore alle gambe.
Farlo in doccia era bellissimo, ma molto scomodo.
"Oh nulla" avvampai all'istante al ricordo di quei momenti folli.
"Sei scomparsa oggi pomeriggio?" Arricciò il naso, scrutandomi con attenzione.
"Ehm, sono stata un po con Harry, sai...abbiamo parlato un po"
"E ti ha anche divorato il collo" ridacchiò, facendomi improvvisamente ricordare dei marchi che stavo tranquillamente portando in bellavista.
"Cavolo, li avevo dimenticati" sospirai, slegando i capelli e adagiandoli sulle mie spalle in modo da coprire quei segni.
"Vedo che hai ascoltato il mio consiglio" disse, fermandosi alla bouvette per prendere un succo.
"Cioè?" Chiesi, poggiando i gomiti sul bancone al nostro fianco, mancava poco per la cena, ma avevo davvero una fame incredibile "un frullato alla fragola" aggiunsi, quando il ragazzo del bar prese le nostre ordinazioni.
"Passare più tempo possibile con lui"
"Già, mancano solo cinque giorni alla sua partenza" sussurrai, sospirando pesantemente.
"Passerà in fretta" disse, posando una mano sulla mia "e comunque quando vuoi puoi fare un salto in Inghilterra, passiamo un po' di tempo insieme"
"Oh questo è sicuro, avrò bisogno di te e ovviamente quando vorrai visitare la grande mela, non esitate a chiamarmi" le sorrisi, stava migliorando tantissimo il nostro rapporto.
"Ecco a voi"
"Grazie" afferrai la mia bevanda, prendendone un sorso dalla cannuccia.
"Basta che mi ospiti a casa tua, gli alberghi costano una cifra da voi"
"Questo era scontato" ribattei.
"Fra un mese sarà tutto finito" borbottò, guardandosi in torno.
"Non mi sembra vero, la considero un po come una seconda casa"
"Anch'io, sembra ieri che siamo arrivati"
"Già" mormorai triste, i ricordi belli e brutti mi avevano sempre messo addosso tanta malinconia.
"Magari ci aspetta qualcosa di meglio" abbozzò un sorriso, apprezzavo molto i suoi tentativi di tirarmi su il morale, ma c'erano momenti in cui nulla mi avrebbe dato modo di sorridere.
Odiavo le partenze, odiavo gli addii, perché nonostante nessuno di noi si sarebbe mai perso di vista totalmente, era comunque una separazione che io non riuscivo ad accettare.
"Non mi hai mai parlato della tua famiglia" mormorai pensierosa, sapevo davvero poco di lei.
"Non c'è molto da dire" distolse lo sguardo "sono figlia unica e...diciamo che i miei genitori non sono stati un buon esempio" scrollò le spalle, come se quella spiegazione per lei non avesse alcun senso, ma sapevo che non era così.
Fiamma era molto brava a nascondere le sue emozioni, ma con me toppava alla grande.
"Sono separati?"
"No, ma solo perché economicamente non se lo potevano permettere, quello che é sicuro, é che non si sono mai amati" sbuffó.
"Mi dispiace"
"È un problema loro, io ho la mia vita"
" ma sono pur sempre i tuoi genitori, non fingere indifferenza su tutto, non sei credibile" la spinsi da un braccio.
"Ti sbagli" mi guardò male "comunque per la questione gemello disperso come vuoi risolverla?"
"Non ne ho idea" sbuffai.
Non potevo di certo andare da Liam e parlargli delle mie assurde ipotese, anche se tanto assurde non lo erano affatto.
"Credo che dovresti parlargliene"
"Non vorrei causargli problemi con la famiglia, sopratutto se questa storia non é vera"
"Oddio Isabelle, di cos'altro hai bisogno per capire che lui è tuo fratello, non possono essere tutte coincidenze"
"Non urlare" sbottai, guardandomi in torno "manca solo che lo venga a scoprire secondo il metodo Harry" alzai gli occhi al cielo, quando iniziò a ridere per la mia frase che non era affatto una battuta "e smettila"
"Anche quella sarebbe una coincidenza" continuò a ridacchiare, ma smise di farlo, iniziando a passarsi le mani fra i capelli.
"Che ti prende?"
"Ciao ragazze"
"Oh, ciao Liam" sorrisi in direzione della amica, quando capì a cosa fosse dovuto tutto quel suo nervosismo "ti ricordi di Fiamma?"
"Oh certo, come dimenticare una bellezza così rara" sorrise, facendo avvampare all'istante la mia amica.
"Ehm grazie, come stai?" Chiese, prendendo a torturarsi le mani.
"Si va avanti, te?"
Avevano ormai iniziato una conversazione tutta loro e pensai che fosse il caso di lasciarli soli, sembrava che avessero molto in comune, strano ma vero.
"Ehm" presi un colpo di tosse per attirare la loro attenzione "ragazzi ci vediamo dopo in mensa.."vidi gli occhi di Fiamma, spalancarsi per poi guardarmi nel peggiore dei modi, ma un giorno o l'altro mi avrebbe ringraziato, ne ero certa "..devo fare una cosa" aggiunsi di fretta, prima di correre via, senza aspettare neppure una loro risposta, conoscendola avrebbe fatto di tutto pur di trattenermi.
Cominciai a correre in direzione degli alloggi dove dormiva Harry, sapevo che era lì, stava iniziando a rassettate le poche cose che aveva portato, ma nel cammino mi scontrai letteralmente con qualcuno.
"Hey cucciola dove corri?"
"Oddio scusami Niall"
"Tranquilla sono tutto intero."
"Hey Angie" corsi ad abbracciarla quando notai anche la sua presenza, ero così imbranata ultimamente.
"Ciao tesoro, ho saputo" mi accarezzò la schiena, prima di sciogliere il nostro abbraccio.
"Ehm si" non sapevo cosa rispondere, era così strano parlare della sua partenza.
"Come stai?" Mi chiese Niall, poggiandomi una mano sulla spalla.
"É una sua scelta, non posso ostacolarlo"
"Ma la domanda era un'altra?" Ridacchiò.
"Ecco...avrei preferito saperlo prima" sospirai "e...insomma avrei preferito che tornasse a casa con me, ma non sarà così" forzai un sorriso.
"Sai che puoi sempre contare su di noi" disse Angie "insomma so che non saremo mai lui"ridacchiò "ma nell'attesa del suo ritorno, ogni volta che vorrai potrai dormire da noi"
"Da voi?" Spalancai gli occhi.
"Abbiamo deciso di andare a convivere" spiegò Niall, con un enorme sorriso stampato in volto.
"È una bellissima no-notizia" balbettai, cercando di ricacciare delle lacrime ingiustificate indietro "sono felice per voi"
"Hey" Niall mi strinse a se ed a quel punto non riuscì più a resistere, la verità é che mi stavo tenendo troppe cose dentro, stavo cercando di comprendere, di stringere i denti, ma non ce la facevo e questo mi portava a scoppiare nei momenti meno opportuni.
"Scusate" mormorai, sciogliendo l'abbraccio "sono una stupida" ridacchiai nervosamente "sono davvero felice per voi"
"Non devi giustificarti con noi" disse Angie "capiamo benissimo come ti senti, non devi fingere che vada tutto bene" mi guardò con compassione e quella era l'ultima cosa di cui avevo bisogno.
"No mai io sto bene davvero" scossi il capo "scusatemi ma devo andare un attimo al bagno" ancora una volta corsi via, ma in modo molto diverso da quello di poco prima.
Entrai nei corridoi che un tempo, frequentavo quotidianamente, ma cambiai traiettoria.
Non raggiunsi la camera di Harry, ma mi rintanai nei bagni, sperando di non trovarvi nessuno.
Spalancai la porta, tirando un sospiro di sollievo quando lo trovai vuoto.
Mi poggiai contro di questa, per poi scivolare al suolo, non volevo piangere, ma da quella mattina sembrava che sapessi fare solo quello.
Harry alle volte non si rendeva conto di ciò che provocava alla gente, non volevo mettere in dubbio nulla, ma dovevo ammettere che non sempre mi sentivo capita da lui e questo faceva male in primis a me stessa.

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