Capitolo 74

8.8K 294 27
                                    

Qualche mese.
Le uniche parole che mi preoccuparono più del resto del contenuto del messaggio.
Le paure tornarono a galla, ci convivevo da sempre, ma ogni volta, il colpo era sempre più difficile da attutire.
Probabilmente mi stavo preoccupando del nulla, Harry mi aveva promesso che non avrebbe partecipato mai più ad una missione, quindi di qualsiasi cosa trattasse quel messaggi0, dovevo stare tranquilla e fidarmi di lui, con ogni probabilità si trattava di una questione di lavoro di cui non era importante che io venissi a conoscenza.
Mi sentivo in colpa per aver frugato nelle sue cose, lui non aveva mai infranto la mia privacy.
Posai il cellulare al suo posto, dirigendomi verso il bagno, sperando di cancellare quella strana sensazione che purtroppo quel messaggio aveva insinuato nella mia mente.
"Pensavo non venissi più" chiusi il box doccia alle mie spalle, posando le mani sulle sue che al mio tocco si rilassarono.
"Stavo.... Stavo cerando una cosa nell'armadio" ringraziai il fatto che non potesse vedermi in faccia, si sarebbe accorto che stavo mentendo e nel giro di pochi secondi, gli avrei rivelato la piccola bravata che avevo fatto.
"E l'hai trovata?" Chiese, girandosi nella mia direzione.
Ogni volta restavo folgorata dalla sua bellezza, da quegli occhi che giorno dopo giorno diventavamo sempre più belli ed espressivi, riuscivo a leggervi dentro tutto quello che non riusciva a dire ed era tanto.
"S-si certo" posai il capo sul suo petto, giocherellando con la sua collana.
"Sei arrabbiata per...per mio zio?" Chiese, accarezzandomi il viso.
"No, non sono arrabbiata, certo non faccio salti di gioia" ridacchiai "ma mi basta mettere fine a questa storia"
"Anche a me Isabelle, è per questo che mi sono rivolto a lui, mettendo da parte i miei problemi con Kim"
"Credo di avere tanto autocontrollo Harry" sbuffai.
"L'ultima volta che ho controllato le hai tirato uno schiaffo" sghignazzò, solleticandomi i fianchi.
"Beh lo meritava" borbottai "vorrei evitare di ripetere l'esperienza in casa sua"
"Già credo proprio che tu debba trattenerti, mentre io" fece scorrere il suo sguardo, lungo il mio corpo nudo.
"Tu cosa?" Inarcai un sopracciglio, intrecciando le braccia al petto.
"Io non ho nessuna intenzione di trattenermi" disse, tuffandosi sulle mie labbra con foga, potevano passare mesi, anni, le sensazioni che provavo ogni qualvolta che le sue labbra toccavano le mie, erano sempre le stesse, anzi sempre più belle.
Mi lasciai trasportare dalle sue carezze dolci e decise allo stesso tempo, dai suoi baci, dai suoi morsi e dalle sue parole.
*****
Mercoledì, un giorno come tanti, non brutto come un lunedì mattina, ma per me, in quel momento, era molto peggio.
Chiusi la porta di casa, raggiungendo l'auto di Harry, che come sempre, era sgattaiolato da casa mia grazie alla finestra che dava sul retro, sembravamo due ragazzini e per quanto questa cosa all'inizio potesse risultare divertente, volevo fare le cose per bene, e con questo intendevo far conoscere ufficialmente Harry ai miei.
Non avevo ancora trovato il modo e le parole giuste per dirglielo, ma l'avrei fatto il prima possibile.
"Ho rubato un cornetto anche per te dalla cucina" dissi, sedendomi al lato del passeggero.
"Mmm, grazie" disse, dandomi un bacio per poi divorare la sua colazione in tre bocconi.
"Ed io che pensavo che ti saresti preoccupato di sporcare la macchina" dissi sorpresa, ultimamente sembrava meno attaccato a questo ammasso di ferro rispetto all'inizio.
"Devo portarla all'auto lavaggio nel pomeriggio" replicò.
"Ecco, mi sembrava un sogno ad occhi aperti" sbuffai, certe cose non sarebbero mai cambiate e in fondo erano belle anche così, rappresentavano il nostro modo di essere.
Man mano che il tempo trascorreva e che i metri di distanza che ci dividevano dalla casa di suo zio diminuivano, la mia ansia aumentava.
Ma più che ansia, la sensazione che provavo era fastidio, ero infastidita dal fatto che stessimo chiedendo aiuto proprio al padre di quella ragazza.
Non ero solita fare di tutta l'erba un fascio, sapevo che ogni persona fosse fatta a modo suo a prescindere dal legame di parentala, ma in modo o in un altro, avrei avuto a che fare anche con lei in quei mesi che avrebbero preceduto il processo e questa cosa non mi andava affatto bene, ma purtroppo non avevo alternative.

"Rilassati Isabelle" disse Harry nel mio orecchio, nel mentre sentivamo dei passi avvicinarsi alla porta.
"Oh ciao Haz" squittì Kim, sorridendogli ampiamente.
Harry non la degnò di parola, sorpassandola e trascinandomi con lui all'interno di quella casa enorme, non avevano di certo problemi economici.
"Harry da questa parte" una voce provenente dal secondo piano di quella villa, ci invitò a salire e per ora le cose erano andate abbastanza bene, mi aspettavo una tragica accoglienza, ma ovviamene la giornata era appena iniziata e non dovevo abbassare la guardia.

Mission of love [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora