Capitolo 75

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Harry's pov
Scappai letteralmente da quella stanza prima che la voglia di prenderla su quel letto aumentasse ancor di più.
"Quanto ancora dovevo aspettare?" Disse Cameron, accompagnato dalla sua fedele compagna.
Non avevo nulla contro di lei, ma in quel momento sentivo come se, in qualche modo, si stesse mettendo in mezzo a qualcosa che per me era troppo prezioso.
Ricordare faceva male e lei dovevo solo dimenticare e l'unica persona che poteva aiutarla in questo ero io, solo ed esclusivamente io.
"Quanto mi pare" sbuffai, facendoli entrare, mi stavo comportando da gran maleducato ma non me ne importava più di tanto.
Si accomodarono sul divano dove fino a poco fa la mia Isabelle era nuda ed il solo pensiero mi mandava fuori di testa.
Sentivo lo sguardo di Susan su di me, odiavo il fatto che in quel momento stesse cercando di capire anche me, non avevo bisogno di questo e neppure la mia bambolina che si stava avvicinando a noi con un sorriso che non rispecchiava i suoi occhi troppo tristi e timorosi.
"Ciao ragazzi" disse, vedendosi a sedere al mio fianco, non prima di avermi lanciato un'occhiataccia, ma poteva star tranquilla, avremmo sicuramente fatto pace a modo nostro, mi era mancato troppo non poterla baciare per tutto il giorno, ma infondo me lo ero meritato, non ero in grado di collegare il cervello alla bocca quando ero incazzato.
Dicevo cose di cui me ne pentivo l'attimo dopo.
"Ciao Isabelle come stai?" Chiese Susan, sorridendole in modo molto forzato.
"Oh..io bene grazie, voi? Tutto bene?" Chiese passandosi nervosamente le mani fra i capelli ed era proprio a questo che mi riferivo quando dicevo che non volevo interferenze esterne nella sua vita, che infondo era anche la mia vita. Le persone erano sempre pronte a riempirti di domande per sfamare la loro innata curiosità e la storia della psicologa mancata con me non attaccava affatto, ma non avrei fatto lo stesso errore di interferire sulle sue scelte.
"Uno schifo" borbottò Cam "suo marito sospetta ancora"
"Pensavo che non se ne fregasse proprio di lei" mi lasciai sfuggire in tutta onestà, ma un calcio negli stinchi da parte di Isabelle, mi fece capire che avrei dovuto tenere quei pensieri per me.
"Ed è così" rispose Susan per nulla offesa, sembrava quasi divertiva e questa cosa mi infastidiva parecchio "solo che...credo che a nessun uomo piaccia essere cornuto" aggiunse, facendo scoppiare a ridere la scimmietta al mio fianco.
"Già, lo credo anch'io"
"Hey che credi tu?" Le pizzicai un fianco, dandole un morso sulla spalla coperta da una mia maglia e dovevo dire che in quel modo mi eccitava ancora di più.
"Oh nulla era per ridere" disse, guardandomi con quegli occhioni azzurri che mi fregavano sempre, potevo essere incazzato con lei a dismisura, ma bastava che mi guardasse in quel modo così dolce per sciogliermi, per dimenticarmi di tutto.
Ero fritto.
"Comunque ragazzi vi va qualcosa? Non so, potremmo ordinare una pizza?"
Mi piaceva come prendeva l'iniziativa in casa mia, sembrava appartenere a questo posto da sempre e l'idea mi piaceva molto più di quanto fossi disposto ad ammettere a me stesso.
Ero eccitato dall'idea di viverla ogni giorno e di vederla sempre al mio fianco, ma non potevo negare che tutto questo mi spaventasse, non avevo mai avuto progetti simili per la testa fino a poco tempo fa, mentre ora, beh ora ci pensavo fin troppo e non sapevo bene come gestire questa cosa, ma sopratutto non immaginavo cosa ne pensasse lei.
Non avevamo mai aperto un argomento simile o meglio io ero molto bravo ad allontanarmici ogni qualvolta lo si sfiorava soltanto.
"In realtà vorrei parlare prima un attimo con te Isabelle" disse Susan, lanciando anche uno sguardo verso la mia direzione, come se in qualche modo stesse valutando la mia espressione e no, non fu delle migliori, ma riuscì comunque a starmene zitto.
"Oh..va bene, vuoi che..."
"Si meglio se siamo sole" la precedette alzandosi.
"Andiamo in camera tua, va bene per te?" Mi chiese Isabelle.
Avrei voluto urlarle di no, che non mi andava bene un cazzo di quello che stava succedendo, ma mi limitai ad annuire, afferrando il pacchetto di sigarette dal tavolino, dovevo rilassarmi, dovevo assolutamente  farlo.
Le vidi allontanarsi verso il corridoio per poi chiudersi, a chiave, in camera da letto.

"Cerca di non romperla" disse Cam, guardano la sigaretta fra le mie dita, in modo preoccupato.
"Meglio questa che l'intera casa" sbuffai una nuvola di fumo perdendomi sul paesaggio della mia città.
"Stai esagerando amico, è come se stesse parlando con un'amica"
"Il problema non è Susan, ma quello di cui dovrà parlare a Susan che mi fa incazzare" sbottai, lanciando giù il mozzicone.
"Lo so amico" disse, posandomi una mano sulla spalla, resistetti contro la mia voglia di scrollarmela di dosso "so che vorresti ammazzarli entrambi, lo capisco, ma..."
"No, non puoi capirlo Cam, non era la tua ragazza a piangere fra le tue braccia perché stavano per violentarla, di nuovo" aggiunsi, stringendo le mani attorno alla ringhiera del balcone.
"Hai ragione non posso capirlo" sospirò "ma ti sono vicino Harry, sono tuo amico e se anche tu hai bisogno di parlarne, io ci sono"
"Mi sento impotente" confessai, abbassando il capo "vorrei essere io quello che metterà un punto a questa storia ma..."
"Lo stai facendo Harry, ti sei occupato di trovarle un ottimo avvocato"
"Già, il padre di Kim" ridacchiai amaramente "come se i problemi che Isa ha non fossero abbastanza"
"Non avevi scelta"
"No Cam, io ho sempre avuto scelta, il problema è che prendevo sempre quella sbagliata, come la missione in Siria, l'infiltrazione e tutto il resto"
"Isabelle ha capito cosa ti ha spinto a comportanti in quel modo"
"Il fatto che lo abbia capito, non cancella la sofferenza che le ho inflitto in questi mesi, alle volte non mi sento alla sua altezza" confessai, avevo sempre la sensazione di non darle abbastanza e per quanto potesse sembrare assurdo, solo in quegli ultimi mesi, iniziai a rendermi realmente conto di tutto il male che le avevo fatto, per il quale, nulla sarebbe stato in grado di colmare.
Avevo segnato la sua vita in modo indelebile e nonostante lei non lo sapesse, io mi accorgevo di come la notte si agitasse nel sonno quando non mi trovava al suo fianco.
Non me lo aveva mai detto, ma io sapevo che lei temesse un nuovo abbandono da parte mia e che infondo, non si fidava completamente di me, ma come biasimarla, non le avevo mai dato modo di farlo con i miei comportamenti del cazzo e da perfetto egoista che sapevo di essere.
"Non dire cazzate, siete fatti l'uno per l'altra"
"Questo lo so, non vorrò mai nessun altra donna nella mia vita se non lei"
"Anche lei vuole solo te" rispose di getto.
"Non voglio più deluderla"
"Allora non farlo Harry"
"A volte non mi so controllare Cam, dico cose che la feriscono, ma che in realtà non penso, sono un'idiota" scossi il capo al ricordo di quella maledetta frase detta non molte ore prima.
"Su questo siamo d'accordo" ridacchiò "ma troverete sempre il modo per andare avanti Harry, è così che funziona"
"Lo spero, non vivo senza di lei"
"Ce la farete Harry, ce la farete"

Mission of love [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora