Capitolo 43

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Isabelle's pov
Non c'è nulla di più brutto che essere traditi dall'unica persona in cui hai riposto tutta la tua fiducia.

Dopo quella frase, la peggiore sentita in vita mia, Harry e Smith, uscirono dalla stanza, lasciando in me un vuoto che probabilmente mai avrei più colmato.
"Hey" Fiamma, mi posò una mano sulla spalla, ma non sentivo più nulla, ero spenta a tal punto che le lacrime smisero di rigare il mio viso.
"Mi dispiace Isabelle, vedrai che c'è una spiegazione"
"Non credo" mormorai, fissando il vuoto, nulla poteva giustificare un tale comportamento, nulla poteva giustificare le sue menzogne.
"Perché proprio in Siria? Insomma non capisco.."
"Lui.." Un groppo in gola mi impedì di continuare a parlare, sapevo bene perché volesse andarci e il pensiero di saperlo lì, mi bloccò il respiro.
Mi alzai da terra, dovevo uscire dalla quella stanza, ma non appena avanzai verso la porta, questa si aprì, trovandomi faccia a faccia con la mia più grande delusione.
"Isa-Isabelle?" Harry spalancò gli occhi, non avanzando di un passo.
"Come hai p-potuto?" Balbettai ed a quel punto la rabbia che provavo dentro, si trasformò in altro.
"Tu-tu hai.." Non avevo mai visto tanta preoccupazione nel suo sguardo, ma in quel momento, pensai che stesse ancora fingendo, come stava facendo da chissà quanto tempo.
"Ha sentito tutto" confermò Fiamma, avvicinandosi a me.
"Isa io..io.. Cazzo te lo avrei detto"
"Quando?" Urlai "il giorno prima? Un'ora prima? O te ne saresti andato senza neppure parlarmene?"
"Sai che non è così" cercò di toccarmi il viso, ma mi scansai.
"Spostati" sbottai, cercando che capisse che in quel momento la sua presenza mi avrebbe fatto solo più male, volevo stare da sola.
"No, devi ascoltarmi" mi afferrò un braccio.
"É troppo tardi ora, dovevi pensarci prima, sai bene che l'avrei capito ma tu non ti sei fidato di me"
"Non è questo piccola, fammi spiegare"
"Non ora, lasciami in pace" sospirai, strattonando il mio braccio dalla sua presa.
Oltrepassai la porta, sentendo ancora i suoi passi e quelli di Fiamma dietro di me.
"Ha detto che non vuole parlarti"
"Fatti i cazzi tuoi" sbottò Harry.
Ancora una volta, mi sentì trascinare all'indietro dalle sue braccia.
"Ti ho detto lasciami" urlai, quando venni caricata, come un sacco di patate, sulle sue  spalle.
"Mai" digrignò fra i denti, continuando a camminare in direzione di quell'albero che in quel momento sentivo meno nostro.
"Mettimi giù" sbuffai con il sangue alla testa e non appena lo fece, il mio palmo non resistette nello schiantarsi contro il suo viso.
"Sei uno stronzo" urlai con tutta l'aria che avevo in corpo.
Si portò una mano sul punto in cui l'avevo colpito, prima di alzare i suoi occhi nei miei.
"Lo so" sussurrò, avvicinandosi a me, mentre io iniziai ad indietreggiare.
"Da quanto mi menti?"
"L'ho saputo due settimane prima che...che ci mettessimo insieme, per questo ti respingevo"
"Co-cosa?" La mia voce ridotta ad un sussurro.
Mi aveva mentito fin dal primo momento, ogni volta che gli parlavo dei nostri progetti insieme, lui fingeva.
"Ogni momento, ogni volta che volevo dirtelo..."
"Tu non ci hai mai provato" urlai.
"Invece si cazzo, ma non é facile" sbottò "rischiavo di perderti ancor prima di farti mia"
"Riempiendomi di bugie rischi di perdermi ugualmente" mormorai, appoggiandomi contro l'albero.
"No" si avvicinò così velocemente, che non riuscì a fermare le sue mani che si posarono sul tronco alle mie spalle, ero in gabbia "non dirlo, noi non ci perderemo"
"Pensavi che non ti avrei capito?" Il mio labbro prese a tremare, ma non volevo piangere, almeno non davanti a lui.
"Non ho mai pensato questo, ma Isabelle..." Sospirò abbassando lo sguardo "mi sono sempre sentito un egoista da quando ho preso questa decisione, so bene i rischi che corro e so bene quanto ti farò soffrire.."
"Potevamo parlarne insieme" chiusi gli occhi, quando una prima lacrima scese sul mio viso, depositandosi nell'incavo del mio collo "sarei venuta con te, avremmo affrontato tutto questo insieme"
"No" sbottò allontanandosi "non ti porterai mai lì giù" scosse il capo più volte, come se per lui una cosa del genere fosse inammissibile "è una cosa che devo affrontare da solo, tu non centri"
"Non c'entro? Dio Harry sono la tua donna, non hai pensato a me un solo attimo?"
"Questo non è vero, il pensiero di come avresti potuto reagire mi ha tormentato ogni dannata notte"
"Non voglio che tu vada da solo" sussurrai, avvicinandomi stavolta io a lui "è pericoloso, permettimi di starti vicino" poggiai una mano sul suo petto, all'altezza del cuore.
"No" rispose di nuovo "devi continuare la tua vita, devi tornare a Boston"
"Perché non mi vuoi con te?" Urlai con ormai il viso inondato di lacrime.
"È pericoloso" urlò rosso in viso.
"Lo è anche per te"
"Ma io devo farlo, tu no" sbottò, allontanandosi da me ed io non capivo davvero perché stessimo tornando indietro invece che fare dei passi avanti.
In quei due mesi fra noi tutto stava andando bene, ma probabilmente perché la nostra relazione era basata su molte bugie.
"Ron non vorrebbe questo, andare lì non lo riporterà in vita"
"Tu non sai nulla" digrignò fra i denti, non era il mio Harry quello che stava parlando "non devo chiederti il permesso"
"Non ho detto questo" tentai di avvicinarmi ancora e lui accettò, nonostante il suo respiro irregolare, mi fece capire quanto fosse ancora agitato.
Sarebbe dovuto essere il contrario, io dovevo essere arrabbiata con lui, ma invece mi trovavo a doverlo capire e a mettere da parte l'orgoglio, tutto questo solo perché, nonostante tutto, non avrei mai smesso di amarlo.
"Solo...pensavo saremmo tornati a casa... Insieme" mormorai, cercando i suoi occhi che quando incontrarono i miei, scoprì essere lucidi.
"Mi dispiace piccola" posó una mano sul mio viso, accarezzandomi dolcemente "sono un disastro, sto rovinando tutto" poggiò la sua fronte sulla mia.
"Non è vero" chiusi le mie braccia attorno al suo busto "h-ho solo paura che possa accaderti.." Un singhiozzò che non riuscì più a trattenere, mi impedì di finire la mia frase.
Harry, mi circondò la vita, stringendomi a se come mai aveva fatto prima.
"Ti giuro che tornerò, ho intenzione di passare tutta la mia vita con te, non mi scappi scimmietta"
"Ha-Harry" balbettai iniziando a piangere a dirotto, non potevo crederci che non lo avrei rivisto ogni giorno "pe-per quanto tempo dovrai restare lì?" Chiesi, sciogliendo l'abbraccio per poterlo guardare in viso, i suoi occhi mi sarebbero mancati più di tutto.
"Un anno Isabelle" abbassò il capo ed io, dentro me, sentì come se qualcosa si fosse spezzato.
"Un anno?" Ripetei con un groppo in gola "io-io pensavo qualche mese"
"Non cambierà nulla fra noi" afferrò  il mio viso a coppa fra le sue mani "ti amerò sempre Isabelle, ricordalo ogni giorno in cui saremo lontani"
"Dio Harry, io..senza di te.."
"Staró sempre al tuo fianco amore mio, ti prometto che appena tornerò andremo a vivere insieme, voglio solo te" posó le sue labbra sulle mie, baciandomi con foga "non cambierà nulla" ripetè.
"Non cambierà nulla"
****
Avevo sofferto per tante cose nella vita, ma mai nessuna mi aveva spezzato in due come la notizia della partenza di Harry.
Nelle ore successive, restai sola, fingendo con lui, di dover lavorare.
Avevo bisogno di tempo per elaborare il tutto, nonostante capissi le sue motivazioni, non riuscivo ad accettarlo.
Egoisticamente mi sentivo messa da parte, non presa in considerazione per una scelta così significativa per la sua e per la mia vita.
Stavamo insieme da due mesi, non erano tanti, ma il modo in cui li avevamo vissuti, li avevano resi intensi.
Mille pensieri vorticavano per la mia mente, iniziai a pensare di non essere poi così importante per lui.
Non volevo mettere in dubbio l'amore che ci legava, me lo dimostrava ogni giorno, ma non bastava quello, quando non venivi interpellata per una cosa così pericolosa come una missione in Siria, per giunta di un anno.
Un anno, trecentosessanta cinque giorni divisi, giorni in cui sarebbe potuto accadere di tutto.
In quei mesi avevo già fantasticato sul momento in cui saremmo tornati insieme a Boston, ma ciò non sarebbe mai accaduto.
Fra una settimana mi avrebbe lasciata e fra un mese io sarei tornata a casa da sola.
Non era giusto, ma non potevo pretendere nulla, dovevo aspettare, nella speranza che davvero nulla sarebbe cambiato fra noi.
"Posso?" Fiamma, entrò in camera, chiudendosi la porta alle spalle.
"Si" mormorai, continuando a guardare il soffitto.
"Come stai?"
"Ho paura" sussurrai, chiudendo gli occhi.
"Ho incontrato Harry prima, mi ha spiegato o meglio l'ho costretto a dirmi tutto"
"Almeno a te l'ha detto subito" sorrisi tristemente "con me non c'è mai riuscito" rilasciai un sospiro tremolante.
"Non giustifico il suo comportamento, ma capisco perché lo fa, deve essere orribile perdere un amico"
"E se non dovesse tornare?" Chiesi con un groppo in gola.
"Non lo devi neppure pensare, quell'idiota è in gamba, se la caverà" mi sorrise.
"Mi chiedo solo se...non credo di essere poi così importante per lui"
"Non dire cazzate" sbottò "ti ama più della sua stessa vita e credo che questo viaggia lo faccia anche un po' per te"
"No" mi misi seduta "lo fa unicamente per se stesso, nonostante lui affermi il contrario, io sono sicura che non abbia pensato a me quando ha preso quella decisione" purtroppo ne ero sicura e questo mi dava molto a cui pensare.
"Isabelle" afferrò le mie mani "l'amore e l'amicizia sono due cose diverse, molto diverse, non devi sentirti meno importante per questo, ma é giusto che lui metta queste cose su due livelli diversi"
"I-io lo capisco" balbettai "non voglio sembrare egoista, ho solo tanta paura Fiamma, sono di nuovo sola"
"Non sei sola, così mi offendi" ridacchiò.
"Anche tu te ne andrai dopo questa missione, non vuoi essere mia amica ora, figuriamoci quando saremo in continenti diversi" abbassai lo sguardo, tutti se ne andavano, avevo sbagliato ad illudermi del contrario ed ora mi sentivo più sola di quando ero arrivata lì.
"Dovrò farmi sparare da Logan" sbuffó.
"Perché?" Mi accigliai.
"Perché sto per dirti una cosa che non dico da anni, ti voglio bene Isabelle e .... E infondo sei un'amica accettabile" sorrise.
"Mi vuoi davvero bene?"
"Già" scrollò le spalle.
"Ti voglio bene anch'io Fiamma e tu invece sei un'amica eccezionale per me" sorrisi, abbracciandola, riusciva sempre a tirarmi su di morale, era unica.
"Modestamente" ridacchiò, scompigliandomi in capelli "ma ora esci da questa tana e goditi questi ultimi giorni con lui o lo rimpiangerai"
E aveva ragione, dovevo alzarmi e combattere, ma soprattutto dovevo cancellare dalla mia testa tutti i miei dubbi.
Solo così sarei riuscita a resistere senza di lui per tutto quel tempo.

Mission of love [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora