Capitolo 70

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Harry's pov
La cullai fra le mie braccia, fin quando non vidi brividi comparire sulla sua pelle chiara e delicata, sembrava una bambola, ma era molto più forte di quanto avessi mai immaginato.
Era un angelo, il mio angelo pronto a capire i miei errori, non c'era giudizio nel suo sguardo, né compassione, ma tanta comprensione e sostegno, quello di cui io avevo bisogno.
"È meglio asciugarci" le disse, passandole le mani sulle braccia, prima di aiutarla ad alzarsi e cazzo, anche in un momento come quello, il mio corpo reagiva dinanzi alla sua nudità e dal sorrisetto che le spuntò in viso, se ne era accorta.
"Ridi pure" le diedi una sonora pacca su quel sederino da urlo che si ritrovava, facendola arrossire e questo mi divertiva ancora di più.
"Giù le mani sporcaccione" prese a correre gocciolante fino alla camera da letto, mossa altrettanto sbagliata, era appena entrata nella tana del lupo e da lì non sarebbe uscita prima dell'alba del  giorno dopo.
Mi sentivo così libero, come se quel peso, che dalla comparsa di Kim, incombeva su di me, fosse completamente svanito, non poteva più ricattarmi e minacciarmi di nulla, Isabelle sapeva tutto ed ero sicuro che ora la odiasse ancora di più, mancava solo mia madre all'appello e finalmente saremo riusciti a liberateci di quella grande traditrice.
Anche mio padre aveva cambiato negli anni opinione su di lei, nonostante ai tempi fosse la sua nipote preferita, ma purtroppo era cambiata e della solare, simpatica e socievole Kim, non ne era rimasto nulla, avrei voluto aiutarla, l'avrei fatto davvero, ma ci sono persone che scelgono di affondare da sole e che non vogliono essere aiutate, non potevo costringerla, ma almeno io, ci avevo provato fino alla fine.
Mi ci vollero due secondi per acciuffarla e per incastrarla fra il mio corpo e il materasso alle sue spalle.
"Aiuto" iniziò a gridare e a ridere a più non posso e solo quella visione, mi diede speranza, la speranza che noi ce l'avremmo fatta, sostenendoci a vicenda anche quando il mondo sembrava che ci stesse cadendo addosso.
Non l'avevo mai vista così sconvolta prima d'ora, non doveva essere facile scoprire che quella che un tempo consideravi la tua più fidata amica, era in realtà tua madre e non avrei voluto immaginare anche la reazione di Liam.
Troppe bugie ruotavano intorno a quella famiglia, la facevano soffrire e questo a me non stava affatto bene, avrei dovuto fare due chiacchiere con suo padre e farmi conoscere ufficialmente, per me era importante, per me era importante sapere che lì dentro, in quel posto che lei a stento riusciva a considerare casa, stesse bene.
Avevo paura della parola convivenza, ero un'idiota, ne ero più che consapevole, ma quando tutto è nuovo, non sai mai come comportanti.
La amavo tanto e non avevo dubbi che sarebbe stato fantastico vederla in questa casa tutti i giorni, ma...ma dovevo trovare il coraggio di svegliarmi e capire che nella vita bisognava rischiare sempre, solo così avresti goduto delle bellezze che questa poteva regalarti.
"Nessuno potrà sentirti" ringhiai sul suo collo, iniziando a mordicchiarlo, mi piaceva marchiarla, poteva sembrare un gesto adolescenziale ma se gli davi il giusto significato, era qualcosa di molto più profondo.
"Mmm, questo potrebbe ess-essere un problema" gemette quando feci scontrare i nostri bacini, sarebbe bastato un minimo movimento per farla mia, ma volevo stuzzicarla ancora un po', volevo che mi implorasse, volevo che sentisse quanto la desideravo, prima di perdermi definitivamente in lei anima e corpo, ero pazzo, follemente innamorato di lei, a tal punto da volere che anche lei raggiungesse quei livelli solo per me, solo ed esclusivamente per me.
Dicono che al mondo ognuno di noi abbia là propria anima gemella, non credevo a queste cose, non ci avevo mai creduto, ma se dovevo dire la mia, Isabelle era la mia metà e per essere precisi, la parte migliore di me, quella che mi calmava, che mi faceva ragionare, che mi rendeva felice.
Avrei tanto voluto che Ron la conoscesse, l'avrebbe adorata e sicuramente sarebbero diventati grandi amici, ma a me piaceva pensare, che lui era stato l'angelo che aveva accompagnato la prima parte della mia vita, per poi lasciare il posto a lei, lei che se non la smetteva di guardarmi in quel modo, avrei fatto un macello, sarei stato in grado di dire cose che mai avrei pensato di fare in vita mia.
Accantonai quello strano pensiero in un cassetto remoto della mia mente e lì doveva rimanere almeno per altri dieci, forse vent'anni.
Ed era abbastanza ironica come cosa, dato che fino ad un anno prima, discorsi simili non avevano mai neppure sfiorato la mia mente.
"Cosa vuoi piccola Isabelle?" Leccai i suoi seni turgidi, mandandola in estesi, era appagante vendere come il suo corpo si accendesse contro il mio, oltre al fatto che lei fosse ancora più bella del solito in quelle condizioni.
"Mmm, Harry" piagnucolò, agitandosi contro di me.
"No bimba, devi dirmelo, voglio sentirtelo dire" non era facile neppure per me resistere, frà pochi secondi sarei esploso se non le fossi entrato dentro, ma dovevo ottenere quello che volevo, io vincevo sempre, ero abbastanza competitivo, anzi fin troppo e non mi piaceva assolutamente l'idea di essere un perdente, in qualsiasi circostanza.
Quindi neppure a letto con la mia donna.
"Sei uno.."
"Stronzo lo so" feci per tirarmi indietro, quando le sue gambe circondarono con più forza il mio bacino attirandomi a se.
"Ti voglio Harry" sorrise, facendomi perdere la cognizione del tempo e dello spazio "prendimi, sono tutta tua" sussurrò, facendomi perdere stavolta definitivamente il controllo.
Entrai dentro di lei senza avviso, spingendo al massimo fin da subito, ero completamente drogato dall'odore delle sue pelle, mi mandava in estesi.
I suoi occhi semichiusi, lo stesso le sue labbra, quelle labbra che mi curai di torturare dolcemente, leccando e mordendo ogni qual volta i nostri corpi si fondevano sempre più.
Il mio nome lasciò quelle labbra da favola un numero indefinito di volte, così come anch'io gridai il suo senza freni.
Perché lei sarebbe stata l'unica a portarmi oltre il limite, l'unica che avrebbe visto il vero me, senza maschere e bugie.
Era una premessa che feci a lei quella stessa notte, ma che in primis feci a me stesso.
****
Isabelle's pov
Non riuscì a leggere i tantissimi messaggi che il giorno prima avevano quasi rischiato di far scoppiare il mio telefono.
Sapevo che Harry avesse avvisato i nostri amici di avermi ritrovata, mi sarei dovuta scusare con loro per averli fatti preoccupare in quel modo, ma ciò che temevo di più era proprio dover dare spiegazioni a Liam, mio fratello.
Non sapevo come dirgli la verità, l'unica cosa di cui fossi certa, era che doveva saperlo il prima possibile e da me, per questo motivo, in quel momento, mi trovavo nella mia auto, direzione casa sua.
Avevo avvisato Harry di questa mia decisione, voleva accompagnarmi, ma avevo preferito di no, era una cosa troppo intima e non volevo che Liam si sentisse a disagio in presenza del mio ragazzo.
C'era una tregua fra di loro, ma non potevo definirli grandi amici, purtroppo no e mi dispiaceva un sacco, ma non potevo farci assolutamente nulla.
Parcheggiai l'auto nel vialetto di casa sua, a quell'ora i suoi erano a lavoro ed era decisamente meglio così.
Bussai e dopo due secondi le sue braccia mi stritolarono.
"Ok ora basta" disse, trascinandomi dentro per poi lanciarmi un'occhiataccia.
"Spiegami che cazzo è successo" sbottò, iniziando a fare avanti ed indietro per il salotto "Margaret sembra impazzita, mi ha chiamato come minimo cinquanta volte, perché hai litigato con lei?"
"Non ho litigato con lei, almeno non ancora" deglutì.
"Isabelle parla" sbuffó "ci hai fatto preoccupare tantissimo e per la cronaca, Fiamma è incazzata con te"
"Lo so e mi dispiace davvero tanto" ci  stavo girando troppo intorno ed era inutile "ho sentito mio padre e Margaret litigare ieri mattina, cazzo Liam credo che Margaret sia la nostra madre naturale" dissi tutto d'un fiato.
"Ch-che stai dicendo? Che diavolo ti sei fumata Isa?" I suoi occhi si spalancarono, sembravano due palline da golf.
"L'ho sentito Liam, sono scappata via, altre bugie, ancora una volta" fuori dal mio controllo, iniziai a piangere.
"Hey piccolina calmati" mi venne ad abbracciare "ci sarà sicuramente una spiegazione che tu non le hai dato neppure il tempo di dirti, conosciamo Margaret e non ci mentirebbe mai"
"E se invece fosse così? Se fosse davvero nostra madre?"
"Io..io non lo so Isa, tutto questo mi fa terribilmente paura, è cambiato tutto e io.. Io non lo so"
"Ho paura anch'io Liam" chiusi gli occhi, accoccolandomi sul suo petto.
"Affronteremo anche questa, cazzo, mi sembra di impazzire, tutta colpa di quel pezzo di merda" sputò "scusami Isabelle, non volevo offendere tuo padre"
"Nostro padre è indifendibile, ti capisco , hai tutte le ragioni di questo mondo per avercela con lui"
"Non lo considero mio padre Isa, tu sei mia sorella e non ho bisogno di altro"
"Anch'io Liam" gli sorrisi "andrà bene anche stavolta"
"Lo spero Isabelle, sono stanco di tutte queste menzogne"
"A chi lo dici" sospirai.
"Cioccolata o caffè?" Chiese di punto in bianco.
"Secondo te?"
"Cioccolata" ridacchiò.
"Mi sembra ovvio" sorrisi, seguendolo in cucina.

Mission of love [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora