Capitolo 63

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Isabelle's pov
Alle volte per stare bene, bisogna lasciar perdere, bisogna far finta che i problemi non esistano, bisogna lasciarli fuori dalla porta ed era proprio quello che io feci quella notte con Harry.

Una notte bellissima, una notte in cui realmente dimenticai tutto meno che lui e le sue parole, parole che erano accompagnate da fatti, lui si prendeva cura di me ed era quello di cui avevo più bisogno al momento.
Non tornavo a casa da ormai due giorni ed era arrivato il momento di farlo se non volevo creare altre discussioni in quella che ormai non consideravo più casa mia.
Harry, quella stessa mattina, avrebbe ripreso a lavorare, probabilmente era l'unico essere sulla faccia della terra che preferiva anticipare il suo rientro al lavoro, ma conoscendolo non mi stupì più di tanto, quel ragazzo non sapeva star fermo un attimo, in tutti i sensi.

"Harry così facciamo tardi" mi divincolai dalla sua presa d'acciaio, riuscendo finalmente a raggiungere il bagno, dovevo fare una doccia, ero un bagno di sudore dopo tutte quelle attività notturne.
"Abbiamo ancora un'ora" la tenda della sua doccia fu spalancata e come se tutto ciò fosse normale entrò dentro, certo non era la prima volta che facevano la doccia insieme, forse la seconda, ma comunque mi vergognavo ancora e lui questo lo sapeva bene "e in un'ora si possono fare tante cose" sussurrò, iniziando il suo assalto al mio collo.
"Harry" mi arresi al suo tocco troppo facilmente, lo amavo e non riuscivo a rinunciarci mai, neppure quando quella mattina sapevo che avrei dovuto affrontare una folla di vecchiette che non vedevano l'ora di farsi misurare la pressione, uno strazio.
"Mi fai passare la voglia di andare a lavorare" mormorò, afferrandomi per le natiche, facendomi così allacciare le gambe attorno al suo busto.
"Mmm, allora esiste un motivo per tenerti buono" ridacchiai sulle sue labbra, prima che anche queste venissero colpite dalle sue.
Morsi, baci e parole d'amore uscirono dalle sue, ero ubriaca di lui e finalmente potevo dire di avere avuto nella vita un lunedì mattina fantastico, non capitava a tutte di essere svegliate da un Harry Styles nudo al proprio fianco, ma a me si e mi sentivo particolarmente fortunata per questo.
"Tu sei il motivo di tutto" mi sorrise ed io pensai che avrei dovuto chiamare in infermeria e darmi per malata per la prossima settimana, ma lo squillo del suo maledetto cellulare mi fece cambiare idea.
"È la suoneria del lavoro" sbuffó, già lui aveva una suoneria per ogni persona, giusto per capire se valesse la pena interrompere determinate cose, così disse.
Mi rimise a terra, lasciandomi un bacio fra i capelli ormai zuppi, prima di uscire fuori dal box con un broncio enorme, ma non era l'unico.
Continuai a lavarmi da sola, il tempo passava e ormai avevo solo mezz'ora di tempo per arrivare a lavoro in orario.

"A che ora finisci di lavorare?"
Eravamo sulla strada per l'ospedale e come da ormai una settimana, la pioggia non ci aveva lasciato un attimo di tregua.
"Alle cinque" rispose, continuando ad accarezzare la mia gamba, non glie era andata molto a genio l'interruzione di Smith, era una vita che non vedevo quell'uomo e dovevo ammettere che mi mancava un po "tu?"
"Alle 13, vado a pranzo con Amy e Fiamma, forse ci raggiunge anche Angie" dissi, una volta alla settimana dovevano fare il nostro incontro per parlare di tutto, ma alla fine i discorsi ricadevano sui nostri rispettivi uomini e sulle rispettive donne che Amy aveva conquistato in quei giorni e ne erano sempre parecchie, infondo era una bellissima ragazza, non c'era da meravigliarsene.
"Mmm, quattro donne tutte insieme, siete pericolose" ridacchiò, lanciandomi uno sguardo di sfuggita.
Harry era particolarmente geloso, alle volte mi sembrava che non gli facesse molto piacere sapere che io fossi in giro da sola, aveva sempre amato tenere tutto sotto controllo, ma io ero una donna a cui non erano mai piaciute certe restrizioni, quindi era meglio per lui che certe pretese non le avanzasse proprio con me, non era nella posizione giusta per poter dire nulla e lo sapeva bene.
"Quanto basta" ammiccai nella sua direzione, nel tramite che lui rallentava nel parcheggio dell'ospedale dove subito individuammo la figura di Mark parcheggiare la sua auto.
"Avete gli stessi orari?" Chiese continuando a fissarlo in malo modo, lui non si era neppure accorto delle mia presenza, avrebbe fatto di tutto per infastidire Harry ed era assolutamente meglio evitare, le sue mani erano ancora rovinate dal precedete pugno dato a quel Robert e poi odiavo tutta quella violenza a causa mia.
"Spesso" era inutile mentire, lo vedeva sempre sia quando arrivavo che quando andavo via.
"e perché?" Chiese, seguendo tutto il percorso che Mark fece fino all'ingresso con espressione corrucciata.
"Sono orari di lavoro Harry, non li scelgo io" scrollai le spalle, in realtà iniziai a pensare che Mark avesse chiesto qualche cambio per avere i miei stessi orari, ma non era saggio condividere certi pensieri anche con un Harry evidentemente infastidito già alle otto del mattino.
"Mmm, se ti crea problemi, chiamami subito" non sembrava molto convinto della mia risposta, ma per fortuna non aggiunse altro.
"Tranquillo, non succederà nulla" gli sorrisi per rassicurarlo che tutto sarebbe andato bene o almeno lo speravo, ultimamente Mark era più strano del solito o forse ero io che mi suggestionavo troppo facilmente.
"Meglio per lui" borbottò, allungandosi verso di me per baciarmi.
"Ci sentiamo più tardi" dissi, prima di scendere dall'auto, che non si mosse di lì, fin quando non chiusi alle mie spalle la porta di ingresso dell'ospedale.

Mission of love [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora