Capitolo 52

9K 319 72
                                    

"Credi stia ancora dormendo?"
Non stavo dormendo, ma non avevo di certo la forza per alzarmi da quel divano tanto comodo, Niall aveva proprio ragione.
Le luci colorate dell'albero di Natale di casa loro, mi mettevano ansia, era dicembre ed io come da ormai sette mesi, trascorrevo tutte le sere sul loro divano.
Avevo un terribile mal di testa, la sera prima mi ero divertita a fare baldoria con Fiamma, che alla fine la sorpresa l'aveva fatta lei a noi qualche mese fa, piombando fuori casa mia con una valanga di valigie, si era trasferita con Amy in un appartamento al centro di Boston, ma ovviamente prima di tutto avevano deciso di fare un salto da me, facendomi prendere un infarto.
Avevi bisogno di me, quindi eccomi qui furono le sue parole ed io pensai che nessuna persona al mondo, potesse essere più fortunata di me in quel momento.
Tuttavia, non sapevo bene come, ma alle sei del pomeriggio ci ritrovavamo tutte e tre a casa di Angie e Niall a dormire da ormai più di ventiquattro ore, non avevo mai retto bene l'alcool e questi erano i risultati.
Liam mi avrebbe ammazzato se avesse visto le condizioni della sua ragazza, ma non aveva idea che era lei quella che portava me sulla cattiva strada e non il contrario.
"Io sono sveglia" gracchiò Amy, barcollando fino a raggiungere la cucina "ed ho anche fame" ci eravamo praticamente accampate in casa loro e per almeno altre dieci ore, non avevamo intenzione di lasciarli in pace.
"Dio Liam" Fiamma fece un balzo dal divano, quando lesse le milioni di chiamate che probabilmente le aveva fatto, anch'io ne avevo ricevute un paio, ma non avrei mai avuto la forza di raggiungere il telefono e rispondere, ormai non lo controllato da tempo.
"Puoi sempre dare la colpa a me" ridacchiai, strabuzzando gli occhi, quando una fitta mi colpì la testa, mai più bere, continuai a ripetermi, ma con quelle due in giro, era impossibile mantenere una promessa simile.
"È quello che farò infatti" scrollò le spalle, guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia, sarei stata io poi a dovermi subire la predica di mio fratello che da ormai troppo tempo continuava a ripetermi quanto fossi cambiata.
Ma io non ero cambiata, stavo solo cercando di sopravvivere a qualcosa che non riuscivo neppure più a nominare.
"Allora" sentì Niall sospirare, quando scostò le mie gambe per poterle mettere sulle sue, sedendosi sul divano dove io ormai giacevo come una morta "possiamo parlare un attimo?" La sua voce seria, mi fece subito capire dove volesse andare a parare ed in tutta onestà non avevo bisogno anche della sua ramanzina, bastava mio padre che sembrava trattarmi come se avessi sedici anni.
"No" replicai, tentando di alzarmi, ma una sua mano me lo impedì.
"Invece si" replicò un po più duramente "questa situazione non mi sta piacendo" disse guardandomi contrariato "non ti riconosco più Isabelle"
"Non incominciare anche tu" portai gli occhi al cielo, fra poco avrei avuto anche il turno di notte al lavoro e necessitavo di un'urgente doccia rigenerante per poter affrontare quelle ore in compagnia di una spregevole persona come Mark.
Da quella volta che lo vidi fuori il mio ufficio, non mi lasciò in pace per un solo giorno, mi dava il tormento, ogni occasione era buona per corteggiarmi e punzecchiarmi.
Mi mandava spesso delle rose, i miei fiori preferiti, ma che col tempo iniziai ad odiare, mi chiedeva spesso di uscire e mi tartassava di messaggi, cioccolatini e stronzate varie, già stronzate, perché per me, tutto quello era diventato una stronzata, la più grande che potesse esistere al mondo.
Non valeva la pena legarsi a qualcuno, non valeva proprio la pena.
"Invece si, guardati non riesci a reggerti in piedi" mi squadrò con espressione delusa.
La mia sessione di corse serali aumentò e nonostante la sera facesse un freddo cane in quel parco comunale, io non rinunciavo mai a quell'attimo di libertà.
"Riesco benissimo a reggermi in piedi" sbottai, alzandomi per chiudermi in bagno, lui non capiva "e se questa situazione non ti piace, non verrò più a darti fastidio in casa tua tranquillo"
"Lo sai che il problema non è questo" sospirò, passandosi una mano sul viso "mangia almeno qualcosa prima di andare a lavoro" vidi la tristezza attraverso i suoi occhi e sapevo che la colpa fosse solo mia, gli stavo rovinando la vita a lui ed ad Angie, che ogni sera dovevano subirsi la mia presenza, solo perché non ero in grado di stare a casa mia senza litigare con i miei genitori.
Non mi andava di stare sempre da Margaret, anche se spesso capitava, non volevo gettare su di lei tutta l'angoscia che mi portavo dentro, anche se lei se ne era accorta fin dall'inizio, non le si poteva nascondere nulla, lei mi capiva.
"Infatti Cenerentola dovresti mangiare qualcosa, sopratutto dopo la sbornia pazzesca che ci siamo prese" disse Fiamma, ritornando verso di noi dopo aver parlato al telefono con il suo ragazzo, erano bellissimi insieme, si amavano davvero tanto.
"Va bene" sospirai, cercando di forzare un sorriso sul mio viso.
Non avevo fame e avrei dovuto forzare anche quello.
Raggiungemmo la piccola cucina, dove Angie era intenta a preparare la cena, il cui odore mi procurava nausea.
Ultimamente non avevo un bel rapporto con cibo, ero dimagrita molto, ma non potevo farci nulla.
Tuttavia non ero ancora arrivata a quella fase dove vomitavo anche l'anima, conoscevo i rischi e non mi sarei mai ridotta a tanto, non per lui.
Lui non meritava niente.
"Finalmente vi siete svegliate" Angie ci accolse con un gran sorriso, mentre Amy, in quell'attimo di distrazione, rubò un pezzetto di pizza appena sfornata.
"La fame chiama" disse Fiamma, prendendo posto attorno al tavolo e tirandomi al suo fianco.
Si prendeva cura di me, mi voleva bene al tal punto da chiedere il trasferimento a lavoro per potermi stare vicino ed io non l'avrei mai ringraziata abbastanza per quel gesto.
"Se non la mangi ti prendo a cazzotti" mi minacciò, puntandomi una forchetta contro.
"La mangio" ridacchiai "ma abbassa l'arma, Liam potrebbe arrestarti" la spinsi da un braccio, era sempre così timida sulla loro intimità, su quello non voleva mai raccontarmi nulla, ma io ed Amy riuscivamo a trovare dei metodi per farla parlare.
"Oh smettila" arrossì come poche volte da quando l'avevo conosciuta, era quasi tenera in quelle condizioni.
"Cosa farete a Natale?" Chiese Angie, porgendoci i piatti, era davvero gentilissima con me, sapeva come prendermi.
"Non so, credo che Liam voglia farmi conoscere i suoi" disse Fiamma, con un pizzico di terrore negli occhi.
Li avevo conosciuti ed erano davvero delle persone eccezionali, sapevano tutto e spesso mi invitavano da loro, conoscevano la brutta situazione che regnava in casa mia e mi consideravano un po' come una di famiglia.
"Sono molto simpatici, stai tranquilla" dissi, prendendo un primo morso, non ne avevo proprio voglia.
"Lo so, ma se non dovessi piacergli?"
"Tu cerca di non essere la solita antipatica" scrollai le spalle, guadagnandomi uno schiaffo dietro la nuca da parte sua "ahi" mi lamentai toccandomi il punto colpito.
"Io non sono antipatica" sbuffó "Liam trova che io sia dolcissima"
"Liam è accecato dall'amore" ridacchiai alla frase di Amy.
"Siete delle stronze" si imbronciò come una bambina, l'amore l'aveva resa strana, diversa.
L'amore, che cosa stupida ed insignificante.
"Vado a fare una doccia, fra poco devo andare" avvisai gli altri, alzandomi dal mio posto.
"Ma hai lascito metà pizza" disse Niall, con aria preoccupata.
"L'ho fatto per te, so quanto ti piace" sorrisi, lasciandogli un bacio sulla guancia, prima di dileguarmi in bagno.

Mission of love [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora