Capitolo 57

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"Sei una stronza"
"Possibile che ogni nostra conversazione debba iniziare così" sbuffai, sprofondando sulla poltrona del mio ufficio.
Era un lunedì mattina come tanti e quella due pazze delle mie amiche, avevano iniziato a lavorare presso il mio stesso ospedale.
"Mi spieghi che fine hai fatto stavolta?"
Fiamma avanzò nella stanza, fermandosi dinanzi alla mia scrivania, con le braccia incrociate al petto e con un'espressione abbastanza incazzata.
"Ecco io.." Distolsi lo sguardo, arrossendo al ricordo delle precedenti ventiquattro ore, ore nelle quali io ed Harry non abbandonammo mai casa sua e neppure il suo letto, avevamo molto da recuperare "sono andata via con Harry" chiusi gli occhi in attesa dalla sua reazione esagerata, che invece non arrivò.
"L'hai perdonato vero?" Il suo tono si addolcì e finalmente si mise a sedere, la sua postura incazzata mi metteva ansia.
"Già" ridacchiai, rilassandomi sulla poltrona, mi sentivo decisamente meglio rispetto a qualche giorno fa, mi sento più leggera, ma sopratutto sentivo che più nulla ci avrebbe diviso.
"Sono contenta per voi" mi sorrise, allungando una sua mano sulla mia, posata sulla scrivania "ero sicura che avreste risolto"
"Mi ha spiegato tutto e nonostante sia ancora un po incazzata per quella specie di missione, ho capito che senza di lui non posso stare e... Cavolo mi sta dimostrano tanto in questi giorni..."
"Ti ama" disse "dovete solo cercare di dimenticare e andare avanti"
"Si, tu piuttosto come sta andando questo primo giorno di lavoro?"
"Normale, ovviamente ho rischiato di prendere a sberle il tuo ex un paio di volte, ma dettagli.."
"Cosa? Sta dando fastidio anche a te?"
In realtà in quei giorni Mark non lo avevo proprio visto o comunque lui ogni qual volta mi vedeva cambiava aria, tuttavia questo suo improvviso cambio di rotta mi puzzava, non era di certo il tipo che si faceva fermare dalle minacce di qualcuno, anche se quel qualcuno era Harry.
"No, ma ha iniziato a chiedermi...insomma mi chiedeva di te.."
"In che senso?" Mi si formò in groppo in gola, non si poteva mai stare tranquilli.
"Mi ha chiesto come stessi e voleva sapere da quanto tempo sei fidanzata con Harry, ovviamente gli fo risposto di farsi i cazzi suoi" sbottò, con espressione disgustata "quel tipo non mi piace Isa"
"Lo so bene" scossi il capo "credo sia pazzo, non mi è piaciuto il modo in cui ha iniziato a ridere mentre Harry lo prendeva a pugni.."
"Cerca di stare sempre fra la gente, penso anch'io che abbia qualche rotella fuori posto" aggiunse, facendomi venire i brividi, sapendo anch'io che Mark avesse qualche problema ma sentirselo dire faceva tutto un altro effetto, inoltre sapevo che dirlo ad Harry comportava altri problemi sul lavoro e dato che fino a questo momento non mi si era avvicinato, era meglio non dire nulla al mio ragazzo, avrei solo aggiunto altra benzina sul fuoco inutilmente.
"Si, sì certo, starò attenta" sorrisi in modo nervoso "e Amy?" Era decisamente meglio cambiare argomento.
"Oh credo stia filtrando con una"
"Oh davvero? Chi?"
"E chi se lo ricorda" scrollò le spalle "comunque aspettati una chiamata da Liam, è piuttosto incazzo per la tua scomparsa, ma sono riuscito a distrarlo per tutta la notte" ammiccò "ma appena di sveglierà inizierà a tempestarti di telefonate"
"Bene, ora ne ho due"
"Che?"
"Rompipalle, fra Harry e Liam non so chi sia più possessivo" ridacchiai.
"Oh non ti invidio sorella, ora però devo andare, prima che Amy faccia qualche danno" e con questo si dileguò.
Ero davvero felice di averle con me, mi erano mancate tanto i primi mesi in cui ancora vivevano in Inghilterra, tutto sembrava essere tornato al suo posto.
Io con Harry, lei con Liam, Niall con Angie ed Amy, beh Amy avrebbe sicuramente trovato qualcuno o meglio qualcuna.
Speravo solo che tutta quella pace durasse per sempre e come al solito non si nascondesse qualche brutta novità dietro l'angolo.
****
La pioggia fitta batteva sull'asfalto, avevo appena finito il mio turno di lavoro e potevo finalmente tornarmene a casa.
Spinsi la porta antipanico per uscire, trovandovi fuori l'uomo più bello del mondo, il mio uomo.
Era fermo sotto la pioggia con un misero ombrello nero ad aspettarmi.
"E tu che ci fai qui?" Sorrisi, riparandomi dalla pioggia al suo fianco.
"Passavo per caso e mi chiedevo se questa bella infermiera avesse qualcosa da fare stasera" scrollò le spalle per poi circondare le mie con un suo braccio.
Mi allungai, lasciandogli un piccolo bacio a stampo, ma che ben presto lui trasformò in altro.
"Significa che sei libera?" Ridacchiò, attirandomi ancora di più a se.
"Molto perspicace" sorrisi, mordendogli il labbro.
"Molto bene" sorrise, lasciandomi un altro bacio sulle labbra, ma il suo sguardo si incupì quando lo alzò oltre le mie spalle e non appena mi voltai per vedere cosa stesse guardando, capì il motivo del suo repentino cambio d'umore.
Mark stava uscendo dall'ospedale.
"Ciao Isabelle" sorrise nella mia direzione per poi continuare a camminare spedito verso la sua auto.
"Avrei dovuto farlo licenziare" digrignò fra i denti, continuando a guardarlo in cagnesco mentre mise in moto per poi andarsene.
"Lasciamo stare, non roviniamoci la serata" sussurrai, portando il suo viso dinanzi al mio, nonostante pensassi che forse sarebbe stato davvero meglio così, mi sarei risparmiata molti problemi, ma questo preferì tenerlo per me.
"D'accordo" borbottò, ma sapevo che fosse ancora molto nervoso, anche lui aveva capito qualcosa, l'aveva conosciuto ed era palese che in quel ragazzo qualcosa non andasse, solo io all'epoca non mi ero mai resa conto di nulla.
"Quindi..dove andiamo?" Domandai entusiasta.
"Voglio presentarti un amico" disse, cominciando a camminare con me al suo fianco verso la sua auto e ancora una volta la mia l'avrei recuperata il giorno dopo.
"Oh vado bene così?" Mi indicai, avevo semplicemente dei jeans e un maglione rosso, per non parlare dei capelli, un disastro "insomma che posto è?"
"Vai benissimo" ridacchiò "credimi" aggiunse, aprendomi la portiera.

Mission of love [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora