Capitolo 12

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Isabelle's pov

Mi avvicinai a lui lasciando un piccolo bacio a stampo all'angolo delle sue rosse, piene e ed invitanti labbra.
Lessi stupore nei suoi occhi, ma non fastidio per il mio gesto avventato.
Non riuscivo neppure io a capire da dove provenisse tutta quell'audacia, ma in quel momento sentivo di farlo e l'avevo fatto.
Non me ne ero pentita, ero stufa di rimuginarci sopra alle cose, Niall mi aveva aperto gli occhi, così come anche Margaret.
Con questo, non intendevo che ci avrei spudoratamente provato con lui, per farlo rinsavire dal suo abisso fatto di allontaniamo tutti, che è meglio.
Il mio scopo, se così poteva essere definito, era capire, tramite delle piccole ed innocenti provocazioni da parte mia, se davvero lui potesse essere o meno interessato a me.
Mi allontanai all'istante e con una spinta, scesi da quel lettino.
"Comunque grazie infermiere" sorrisi, sventolando la mia mano ferita, dinanzi al suo viso.
"Pr-prego" gli sentì borbottare con fare confuso.
Era chiaro che lui, non si aspettasse una tale iniziativa da me, ma infondo, non avevo poi fatto nulla di così scandaloso.
Era solo un'innocente bacio all'angolo delle labbra.

"Vado a vedere come stanno quella donna e suo figlio" lo informai, avanzando verso l'esterno dell'infermeria, per raggiungere una sorta di piccolo pronto soccorso all'interno del campo.
"Vengo anch'io" aveva riacquisito la sua compostezza e ovviamente la sua maschera.
Poteva davvero impegnarsi tanto, ma io, avevo ben capito, che quella che lui metteva su ogni giorno, era solo un camuffamento di qualcosa che aveva paura a mostrare.
Dovevo solo capire cosa nascondesse di così terribile, da farlo apparire un'essere, a volte, senza cuore, senza affetto, privo di ogni tratto umano.
"Va bene" risposi, precedendolo, avvertendo però i suoi passi dietro i miei.
Camminammo in silenzio, fin quando non avvertì la sua mano, sbattere ripetutamente al temine della mia schiena, avvicinandosi un po troppo, dove non doveva.
"Che stai facendo?" Scattai nella sua direzione, quando imperterrito, continuò quello che stava facendo.
"La tua gonna si è sporcata di fango, toglievo quello in eccesso" ammiccò, mostrando le sue mani sporche.
"Mmmm, ma che gentile" assottigliai  lo sguardo.
"Tranquilla, se volevo palparti l'avrei fatto in un luogo più riservato" strizzò l'occhio, sorpassandomi.
Spalancai gli occhi, metabolizzando ciò che aveva appena detto.
Ripresi così a camminare, raggiungendolo.
"Anch'io dopo avrei tagliato la tua mano in un luogo più riservato" mi indispettì, incrociando le braccia al petto.
"Addirittura?" Fece un mezzo sorriso "rischio l'amputazione per così poco?" Domandò retorico.
"Sono gelosa delle mie cose, non tutti possono toccarle" allusi, sorpassandolo si nuovo.
"L'argomento si fa interessante" mi raggiunse di nuovo.
Insomma, era diventato un gioco a chi arrivasse per primo, alle volte sembravamo davvero due bambini.
"Non fraintendere, pervertito che non sei altro"
"Io pervertito? Sei tu che fai strane allusioni" mi spinse giocosamente da una spalla.
"Sei tu che pensi male" ribattei, guardandolo con la coda dell'occhio.
"Tu mi provochi" mi si parò davanti, impedendomi di proseguire il cammino.
"Davvero? Quando sarebbe successa questa cosa?" Morsi il mio labbro inferiore con fare pensieroso e i suoi occhi caddero proprio lì.
"Spesso e non te ne accorgi neanche" sussurrò, avvicinandosi, come se la distanza non fosse già minima di per se.
"Quindi non devo scusarmi di nulla, non è mia intenzione infastidirti" risposi con fare civettuolo, quella sera lo stavo davvero portando al limite.
"E quali sono le tue intenzioni?" Inarcò un sopracciglio, abbassandosi alla mia altezza.
"E le tue?"
"Non hai risposto" mi fece notare.
"Anche tu non lo fai mai"
"Che lingua tagliente che hai" ridacchiò, chiudendo per un attimo gli occhi.
Erano momenti come questi che io non riuscivo a comprenderlo, era come se fosse in lotta con qualcosa, qualcosa difficile da gestire.
"Posso passare ora?" Domandai incrociando le braccia al petto.
"Ma prego" fece un inchino, spostandosi.
"Sai essere anche gentile, sto per commuovermi" dissi, ormai vicini a destinazione.
"So essere tante cose" sospirò "non credo le vedrai tutte" aggiunse, entrando.
"Scommettiamo?"
"Cosa?" Si girò, lanciandomi un'occhiata sospetta.
"Che riuscirò a conoscerti come non ha mai fatto nessuno prima d'ora" la decisione nel mio tono, lo fece vacillare, ma sapevo che lui non avrebbe rifiutato una sfida.
"E cosa si vince?" Domandò, mantenendosi a distanza.
"Decidi tu" avevo la sua completa attenzione ora.
"Divertente" commentò, alzando un angolo delle sue labbra "voglio rettificare qualcosa, non mi sembra opportuno che tu conosca tutti gli scheletri nella mia armadio" scherzò, ma io ci vidi un fondo di verità attraverso quelle parole.
"Ti ascolto" mi poggiai allo stipite della porta principale.
"Se riuscirai a scoprire una qualunque cosa, ovviamente importante, non cazzate, della mia vita passata, avrai vinto, tutto questo in una settimana" sorrise beffardo.
"È troppo poco tempo" sbottai, indispettita.
"Queste sono le regole" scrollò le spalle.
"E io cosa ci guadagno se vinco?"
"Decidi tu" usò le mie stesse parole.
"Una curiosità" si avvicinò di qualche passo "quando vincerò.."
"Illuso" sbuffai, ruotando gli occhi.
"Quando vincerò" ripetè "fino a che punto posso spingermi con quel decidi tu?" La sua voce, se possibile, divenne ancora più sexy, quando parlava, tutto sembrava una proposta indecente.
"Nulla di....nulla di ... Insomma hai capito" sbottai, cercando di mascherare il rossore alle mie guance.
"Mmm, peccato, hai rovinato i miei piani" scherzò, pizzicandomi una guancia, mentre io rimasi immobile, mordendomi ancora più forte il labbro dal nervoso, per l'argomento affrontato.
Lui non lo sapeva, credeva che parlarle mi imbarazzasse, la verità invece era che quel mondo, che solo per un attimo avevo assaggiato, mi aveva terrorizzata.
"Già" ridacchiai nervosamente, distogliendo lo sguardo.
"Ho detto qualcosa di male?" Assottigliò lo sguardo, stranito dalla mia reazione.
E lo ero anch'io, di solito ero brava a mascherare questa cosa, non era la prima volta che qualcuno alludesse al sesso nei miei riguardi, ma c'erano momenti in cui tutto ritornava a galla.
Le sue mani su di me, il dolore, i miei aspetta e i suoi non rompere, ora ti passa.

Mission of love [H.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora